L’Iran ha espresso la sua intenzione di rispondere all’attacco mortale del suo consolato a Damasco.
L’Iran ritiene necessario punire Israele per l’attacco alla sua missione diplomatica in Siria a causa del mancato intervento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha dichiarato la missione di Teheran presso l’organizzazione globale.
L’attacco aereo del 1° aprile ha ucciso sette ufficiali iraniani, tra cui due generali del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) Quds Force. Israele non ha rivendicato ufficialmente la responsabilità dell’attacco.
Secondo la missione, se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU avesse condannato l’aggressione del regime sionista sulle sue strutture diplomatiche a Damasco e avesse portato i responsabili davanti alla giustizia, l’imperativo per l’Iran di punire questo regime avrebbe potuto essere evitato.
Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che Israele “deve e sarà punito” per ciò che ha fatto. Le speculazioni su possibili rappresaglie sono alimentate dai servizi segreti israeliani e statunitensi, che ipotizzano attacchi con droni o missili balistici.
Preparativi d’Israele per una possibile risposta iraniana
Israele si sta preparando da oltre una settimana a una possibile risposta, con le Forze di Difesa israeliane (IDF) che hanno annullato tutti i permessi e iniziato a falsificare i segnali GPS.
Fonti legate a funzionari statunitensi anonimi hanno parlato di un imminente attacco iraniano entro 24-48 ore, dopo la fine del mese sacro musulmano del Ramadan e della festa di Eid-al-Fitr. I futures del petrolio Brent sono saliti sopra i 90 dollari al barile in attesa di eventi.
I media con sede nel Regno Unito hanno riferito che Israele si sta preparando ad attaccare le strutture del programma nucleare iraniano in caso di attacco missilistico. Il governo degli Stati Uniti ha dichiarato il suo sostegno a Gerusalemme Ovest contro Teheran, ma le voci anonime riguardanti il coinvolgimento di aerei americani negli attacchi israeliani non sono state confermate ufficialmente.