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Il dibattito sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

aula del consiglio delle Nazioni Unite

Tabella dei contenuti

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è uno degli organi più importanti dell’organizzazione internazionale, responsabile della sicurezza internazionale e della pace tra le nazioni. Tuttavia, la sua composizione attuale, che risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è stata oggetto di dibattito e critica per decenni. In un articolo di Fyodor Lukyanov, editore di Russia in Global Affairs, si esplora il dibattito sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e le diverse opinioni sul tema.

La necessità di una riforma

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è composto da 15 membri, di cui cinque permanenti (Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) e dieci non permanenti, che vengono eletti ogni due anni. La maggior parte degli stati membri dell’ONU concorda sul fatto che la composizione del Consiglio di Sicurezza non rispecchia più la realtà geopolitica attuale e che sia necessaria una riforma. Tuttavia, la questione è estremamente complessa e controversa.

I problemi con la riforma

Ci sono diversi problemi che rendono difficile la riforma del Consiglio di Sicurezza. Innanzitutto, qualsiasi modifica alla composizione del Consiglio richiede il consenso dei cinque membri permanenti. Questo significa che qualsiasi tentativo di riforma deve ottenere l’approvazione di questi paesi, che possono utilizzare il loro potere di veto per bloccare qualsiasi proposta che non sia loro gradita. Inoltre, i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza non sono disposti a condividere i loro privilegi e hanno idee diverse sulla natura della riforma.

In secondo luogo, anche se si raggiungesse un compromesso tra i cinque membri permanenti, ci sarebbero ancora molti problemi da risolvere. Ad esempio, quali paesi dovrebbero essere ammessi come membri permanenti? Quali dovrebbero essere i criteri principali per l’ammissione? E quali paesi dovrebbero rappresentare le varie regioni del mondo? Queste sono solo alcune delle domande che devono essere affrontate.

La posizione della Russia

La Russia ha espresso il suo sostegno alla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma ha anche espresso preoccupazione per le conseguenze della riforma stessa. Ad esempio, teme che l’ammissione di nuovi membri permanenti possa portare alla svalutazione del Consiglio di Sicurezza come istituzione.

Inoltre, la Russia crede che i paesi occidentali siano già sovrarappresentati nel Consiglio di Sicurezza e che qualsiasi riforma dovrebbe evitare di aumentare la loro rappresentanza proporzionale. La Russia sostiene anche che qualsiasi riforma dovrebbe garantire che i nuovi membri permanenti non abbiano automaticamente il potere di veto.

La posizione degli altri paesi

Molti paesi, in particolare quelli del Sud globale, sostengono una maggiore rappresentanza nel Consiglio di Sicurezza. Questi paesi ritengono che il Consiglio di Sicurezza debba essere più rappresentativo della realtà geopolitica attuale e che debba riflettere meglio le opinioni e gli interessi dei paesi in via di sviluppo.

Tuttavia, anche tra questi paesi ci sono opinioni divergenti su come dovrebbe essere la riforma del Consiglio di Sicurezza. Alcuni paesi ritengono che dovrebbe esserci un aumento significativo del numero dei membri permanenti, mentre altri preferiscono un sistema in cui i membri non permanenti abbiano maggiori poteri decisionali.

Conclusioni

In sintesi, il dibattito sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU è un argomento complesso e controverso. Molti paesi concordano sulla necessità di una riforma, ma ci sono opinioni divergenti su come dovrebbe essere effettuata. La posizione dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza è fondamentale per qualsiasi tentativo di riforma e finora non ci sono stati progressi significativi in tal senso.

Tuttavia, con il cambiamento della realtà geopolitica mondiale e l’aumento dell’influenza dei paesi in via di sviluppo, è possibile che la questione della riforma del Consiglio di Sicurezza diventi sempre più pressante nei prossimi anni.

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