Per la mia generazione, che ha avuto la fortuna di vivere gli anni ’70 e ’80, è molto più semplice accorgersi dei radicali cambiamenti che oggigiorno subiamo tutti quanti e, soprattutto, ci rendiamo conto di un altro fattore assai inquietante e problematico che si sta dipanando sotto i nostri occhi: i tempi andati non torneranno più. Sembra una frase fatta, ma all’interno di queste poche parole si condensano tutte le amarezze e le paure per i cambiamenti che la nostra società sta subendo, e in particolar modo per la perdita della spensieratezza e sostanziale tranquillità che faceva da contorno alla nostra vita di adolescenti all’assalto della vita.
Citazione e riflessione
Senza voler soffermarmi troppo su cosa è stato e cosa non sarà più, vorrei analizzare quanto invece sta accadendo sotto i nostri occhi attoniti e, in special modo, in mezzo alla massima indolenza di praticamente tutta la popolazione italiana e mondiale, che si può definire quasi fatalismo. Vorrei qui ricordare una citazione di Luca (uno dei 4 apostoli) che dice testualmente: “non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire”, aggiungendo, per mio conto, un’estensione del concetto al fare, in quanto “non c’è peggior colpevole di chi non fa nulla per cambiare le cose”.
Provvedimenti europei e ADAS
Tutto questo a causa di alcuni provvedimenti che davvero possono essere presi come “spartiacque”, firmati o da firmare proprio in questi giorni, all’interno delle massime autorità europee e che, a parer mio, decideranno e condizioneranno molto pesantemente la nostra futura esistenza. Infatti, dal luglio di quest’anno verranno adottate delle misure nel campo dell’automotive – automobili e qualsiasi altro mezzo di locomozione – chiamati ADAS (acronimo dall’inglese Advanced Drive Assistance System), i quali, venendo spacciati per sistemi di assistenza per la nostra esclusiva protezione e sicurezza, altro non sono che dei subdoli mezzi per, piano piano, stringere sempre di più le maglie di un controllo totale sulla vita dei cittadini tutti.
Controllo alcolico del guidatore e implicazioni
All’interno di queste novità, come potete leggere nel link sotto riportato, si può notare che nelle autovetture in commercio dal prossimo luglio dovrà esserci un sistema di controllo del grado alcolico del guidatore – Alcolock – che consiste, sostanzialmente, in un ugello dentro al quale bisogna soffiare e, nel momento in cui il software che lo comanda registra un tasso alcolemico superiore alle normative di sicurezza, la macchina non si mette in moto.
A prescindere dal fatto che tale sistema è assolutamente aggirabile in ogni momento, in quanto, se il guidatore è da solo, d’accordo, non può fare nulla, ma se è in compagnia di amici, i quali, magari, non hanno bevuto, basta che dentro al marchingegno ci soffi un altro, e la macchina si metterà in moto. Pertanto, ritengo che sia assolutamente inutile; ma resta pur sempre il fatto che è una totale ingerenza dello Stato nella vita privata dei cittadini, che, anche in punta di diritto, decide a priori chi può guidare e chi no.
Impatto dell’alcol sulla guida
Per fare un esempio pratico, basti pensare che ad una ragazza del peso di 47 o 50 kg, una birra media può sicuramente far aumentare il tasso alcolemico nel sangue oltre la soglia consentita dalla norma vigente e, quindi, può anche essere sconsigliato mettersi alla guida. Ma se la stessa birra media la beve un uomo di 90 o 100 kg – e magari ne beve anche due o tre – nonostante il suo tasso alcolemico sia superiore al limite di norma, potrebbe essere tranquillamente in grado di guidare in sicurezza.
Quindi, come si può vedere, tale novità è del tutto inutile, per prima cosa, e lesiva in modo assoluto della libertà dell’essere umano.
Aggiungendo anche il fatto che esistono paesi – come la Polonia e gli Emirati Arabi, tanto per citarne due – dove il limite dell’alcool nel sangue deve essere pari a 0, per cui chi si mette alla guida non può aver bevuto neanche il classico amaro o ammazzacaffè che, sicuramente, non potrebbe essere responsabile di una guida meno sicura di chiunque altro.
Sistema Intelligent Speed Assistance (ISA)
Un altro sistema all’interno di questa nuova normativa è denominato ISA, ovvero Intelligent Speed Assistance, che, tramite una fotocamera, dovrebbe leggere tutti i limiti di velocità che l’automezzo incontra e, conseguentemente, regolerà la velocità dell’auto. Ma siamo pazzi????? Vi è mai capitato di viaggiare su una strada con il limite a 110 e trovare improvvisamente un cartello con il limite a 30 km/ora? Ecco, in questo caso il sistema agirebbe sui freni portando la velocità dell’auto – che magari sta viaggiando anche sopra di qualche km al limite – da 110/120 a 30 km/ora in pochi secondi, innescando quasi una brusca frenata, paura nello stesso guidatore, per non parlare delle complicazioni e dei pericoli ingenerati nelle auto che seguono la propria, che si trovano improvvisamente davanti a loro un’autovettura che frena bruscamente senza avere nulla davanti.
“Scatola nera” e controllo dei dati
Non solo, va anche considerato l’aspetto di “controllo”, in quanto, essendo tutti dei sistemi elettronici collegati alla rete, ovviamente “raccolgono” tutti i dati della macchina in questione e, potenzialmente, possono anche essere “visti” o “trasmessi” a chi ne volesse fare uso, in barba a qualsiasi legge farlocca sulla fantomatica “privacy”.
Soprassiedo sui sistemi integrati che dovrebbero monitorare la “sonnolenza” del guidatore o anche il superamento della linea di mezzeria o di corsia e che agirebbero autonomamente con delle frenate o delle sterzate “arbitrarie” ed indipendenti dalla volontà del guidatore (immaginatevi quale reazione potreste avere se, all’improvviso, il vostro volante sterza autonomamente per riportarvi in corsia e, magari, siete distratti nei vostri pensieri), per concentrarmi solo sul peggiore dei sistemi che vogliono inserire all’interno di quelli che chiamano ADAS, e cioè la famosa “scatola nera”.
Rischi e costi dell’aggiornamento
Nelle dichiarazioni dei “legislatori”, tale infernale dispositivo che attualmente è presente solo sui camion e sugli autotreni a rimorchio, dovrebbe registrare le velocità, i tempi di frenata ed altri parametri prima di un qualsiasi urto dell’autovettura, e, inoltre, assicurano che tali dati dovrebbero essere utilizzati solo per statistiche e per comprendere le dinamiche degli incidenti, oltre al subdolamente nascosto utilizzo per le assicurazioni.
Dovrebbe! Perché, come si sa, e come ho già detto, essendo dei dati di tipo elettronico, che si possono leggere anche dalla rete, e sapendo che nessun software al mondo è al sicuro dagli hacker – sono riusciti a trafugare anche i file del Pentagono, dell’FBI e di tutte le istituzioni Americane – figuriamoci se, avendone occasione, il governo, questo o quello prossimo, si farebbe scrupoli di fronte alla possibilità di avere una mole di dati utilizzabili in una miriade di modi differenti e, soprattutto, atti a rendere il controllo dei cittadini sempre più totale e capillare. E non è finita qui, poiché, magari, qualcuno potrebbe anche dire: ma chi se ne frega, vorrà dire che mi terrò la mia vecchia auto, e quindi risolverò il problema. Ma non è così, poiché hanno già provveduto a pianificare tutto quanto, e costringeranno ogni possessore di autovettura a spendere una baracca di soldi per “aggiornare” la propria macchina con i nuovi sistemi ADAS, non curandosi minimamente di tutti gli effetti collaterali che ciò comporterebbe. Infatti, ci sono delle autovetture, specialmente le più anziane, che “non possono” essere adattate, per cui dovranno solo essere demolite, costringendo il proprietario a spendere dei soldi, che magari non ha, per comprare il nuovo modello aggiornato o, viceversa, rinunciare ad avere un’auto.
Impatto delle nuove normative
Questa parte non è ancora stata formalizzata, ma state pure tranquilli che subirà la stessa sorte delle cinture di sicurezza – chi ha oltre i 40 anni se lo ricorderà bene cosa successe all’epoca, cioè che prima introdussero l’obbligo delle cinture sulle macchine nuove e, poi, costrinsero tutti quanti ad adattare le macchine sprovviste, e fu veramente un macello – e entro pochi mesi dall’entrata in vigore di queste nuove normative liberticide, arriveranno anche gli “aggiornamenti” di cui ho scritto sopra.
Potere dell’OMS e sanzioni
Per concludere, un brevissimo accenno ad un altro fatto che sta succedendo – e del quale ho già scritto e scriverò più approfonditamente in seguito – e che riguarda la famosa possibilità per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di decidere unilateralmente le azioni da mettere in campo in caso di nuova pandemia o epidemia globale, e già oggi si parla di sanzioni pecuniarie di 30 mila euro e 18 mesi di carcere per chi non rispetterà le disposizioni emesse. Come dire che se imporranno la vaccinazione non sarà più come 4 anni fa, ma se un cittadino si rifiuta di vaccinarsi, verrà sanzionato con 30 mila euro di multa e potrebbe finire in carcere per 18 mesi, cosa realmente da regime nazista o peggio. E questo in barba a qualsiasi articolo costituzionale che sancisce la sovranità sanitaria di ogni stato membro.
Considerazioni personali
Le mie considerazioni personali su quanto sopra descritto sono totalmente negative, in quanto vedo fra le pieghe di tutte queste nuove leggi e azioni dei governi centrali, non tanto la volontà o il desiderio di rendere la vita dei propri cittadini migliore, ma solo un metodo molto silenzioso – nessun media, attualmente, si sta occupando di queste cose – e subdolo per stringere sempre di più il cappio al collo del condannato.
E il “condannato” siamo tutti quanti noi…