logo Giornalismo Libero bianco su sfondo in trasparenza
Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
Cerca
Close this search box.

Utopia di vita dionisiaca

Bacchino Malato - Caravaggio - olio su tela

Tabella dei contenuti

Costrizione, repressione, buio più totale…
Sento di non riuscire più a muovermi, di non poter trovare alcuna via d’uscita da questo nuovo tumore che affligge la mia anima: convenzione, morale, leggi sociali, forma, vita apollinea…

Comunque la si voglia chiamare, una nuova parte di me ormai è stufa di tutto questo. Sento che, prima o poi, la mia mente costringerà il mio corpo represso a notevoli nevrosi, ma per quanto l’io esterno, che mi vede vivere, ne sia consapevole, l’io che vive non ha alcuna idea di come fare a cambiare tale situazione.


Società: un cancro che costringe l’uomo all’auto repressione, al timore, all’adattamento della propria vita a leggi sociali e limiti che non si possono varcare.

Tutto è ormai convenzione: gli ideali, la morale, gli obblighi, il “devo perché devo” kantiano sono solo falsi miti che l’uomo sociale si impone di perseguire da quando il cattolicesimo ha posto le basi per l’avvento di un Dio come occhio che osserva, giudica e punisce.

Con l’aldilà la Chiesa ha ucciso la vita.

Con le leggi, la morale, gli ideali e tutte le auto imposizioni umane e sociali che ne sono scaturite, l’uomo ha teso ad escludere da sé gli istinti, le passioni, i desideri…

L’uomo non realizza più sé stesso, ed è quello che, con somma amarezza, sto scoprendo: l’uomo tende a realizzare la maschera che indossa ogni giorno, non per ESSERE, ma per APPARIRE, che lo desideri o meno.


L’unica soluzione sarebbe vivere in un posto utopico senza leggi e senza convenzioni, quasi il ritorno ad uno stato naturale e animale, per capire quale sia la VERA morale, ciò che può realizzare l’uomo senza che egli danneggi gli altri, ma senza alcuna imposizione.


Mi sento in gabbia, una gabbia troppo stretta…
Mi sento una bomba, ferma a 00:01 e poi disattivata….
La mia voglia di esplodere è pazzesca, ma sono consapevole che un’esplosione non è possibile…

La forma si sostituisce alla vita, l’apollineo al dionisiaco.

Ringrazio Pirandello e Nietzsche: grandi pensatori, ma nemmeno loro sono giunti ad una soluzione possibile e non utopica.


Unica via d’uscita: riuscire ad estraniarsi da sé e “guardarsi vivere”. Ma come? Come si può guardarsi vivere senza desiderare di vivere al contempo???

Dualismo della condizione umana, difficile da raggiungere, troppo poco soddisfacente per essere accettato.

La fantasia non mi basta più, voglio davvero un posto in cui poter vivere dando libero sfogo ai miei istinti, alle mie passioni,alla creatività senza essere costretto alla routine, alle convenzioni, alle costrizioni sociali.
L’unica legge da imparare sarebbe quella del saper vivere, che ora mi è ignota grazie alla maschera che ognuno di noi, io compreso, si trova a portare poiché gli è imposta.

Voglia di libertà, voglia di fuggire, voglia di passione, non di ulteriori limiti…

Ma la società odierna porta la nostra anima a sbattere contro muri invalicabili, ferendosi mortalmente.

Diventerò nevrotico, represso, disperato, avrò bisogno di fior di psicanalisti, ma questo non cambierà la mia condizione vitale, perché ho cominciato a vederla bene in faccia, e non scorderò più il suo ghigno malevolo, la mia paralisi mentre avrei avuto voglia di colpirla con un pugno…

Non esistono regole morali, sono solo convenzioni che qualcuno ha insidiato e che ora ci impongono. L’uomo non è più libero, ma destinato a morire senza aver vissuto, e questo è triste, è deprimente, fa scaturire in me una rabbia mai provata prima nei confronti del Tutto.

Voglio affrontare la vita in cui sono costretto a vivere cercando, con tutte le mie forze, le vie secondarie, i cavilli (se esistono) che mi permettano di aggirare ciò che mi è imposto. Solo allora potrò dire di stare vivendo e tornare alla felicità.

Adopererò tutto me stesso per arrivare laddove possa sentirmi libero e felice; l’impresa è ardua, pochissimi ci sono riusciti prima di me, e molti vi hanno sbattuto il viso, rimanendo intrappolati per sempre tra le reti della società, che li ha puniti.
Esiste un modo per vivere i propri bisogni, i propri istinti senza sottostare alle convenzioni???
Io lo troverò: è il mio scopo, il mio obbiettivo.
D’ora in poi dedicherò la mia vita contro la falsità della morale, per la ricerca di una libera felicità incondizionata dalla società!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

INFORMATIVA COOKIES
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy
logo Giornalismo Libero blu su sfondo in trasparenza

Accesso