Tutti parlano del famigerato Green Pass, e salterò qui tutta una serie di considerazioni preliminari per concentrarmi su un unico, vergognoso, aspetto del quadro generale altrettanto osceno e irricevibile nello scenario sociale e politico di questa nostra povera terra.
Riporto quanto già scritto da Francesco Carraro su “Il Fatto Quotidiano” in questo articolo (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/02/il-green-pass-e-la-lacunosa-traduzione-in-italiano-della-legge-chi-non-vuole-vaccinarsi-non-e-citato/6248139/) ma, a differenza sua, io voglio proprio pensare male, dato che la nostra storia, più che mai nell’ultimo anno e mezzo, ci dimostra che le coincidenze non esistono (beoti quanti ancora vanno urlando “al complottismo” e alla “nessuna correlazione”).
Quanto riportato nella gazzetta ufficiale dell’Unione Europea (Regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021 su un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell’UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19 ) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32021R0953
prevede che la certificazione NON DEVE ESSERE USATA PER DISCRIMINARE CHI HA SCELTO DI VACCINARSI, e lo prevede nella versione del documento tradotta in tutte le lingue, meno che in quella italiana.
Dopo una rapida ricerca, non sono riuscito a risalire al traduttore ufficiale per l’italiano della gazzetta ufficiale, purtroppo, perchè lo avrei quasi certamente esposto al pubblico ludibrio, ma certamente ha ricevuto le sue belle pressioni perchè il popolo rimanesse ignaro dei suoi diritti.
Purtroppo viviamo in un Paese così: quando la nostra politica si sveglia (solo per un attimo) dall’eterno sonnambulismo ove giace, c’è sempre l’UE cattiva che ci vieta di fare il nostro bene; quando l’UE, sbadatamente, sancisce qualcosa di sacrosanto, c’è sempre una “manina” pronta a sottrarlo dalla circolazione, da buon padre di famiglia (dicono così, no? E qualunque cittadino è tenuto a comportarsi come tale, financo sul luogo di lavoro) che protegge i cuccioli da un eccesso di libertà per cui potrebbero ferirsi.
Insomma, per dritto o per rovescio, il popolo italiano la prende in quel posto da almeno 30 anni, con buona pace di quegli schiavi contenti che si ostinano a sostenere, belanti, certe misure da ventenni di oscura memoria, pronti a difenderle a costo della vita.
Una tra le tante vergogne all’italiana
- homo vivo giuseppe rago
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