La Croazia è conosciuta dagli italiani solamente per la sua bellissima costa dalmata e per l’Istria, dove i turisti trovano il conforto ed il piacere del suo mare, di quei territori e dei suoi hotel con buoni comfort e prezzi bassi. Apprezzano la cucina locale, sopratutto fatta di delizie marittime e la sua natura. Ma molti si sono dimenticati che, negli anni che vanno dal 1990 al 1995, nella penisola balcanica vi è stata una delle guerre più sanguinose dal dopo guerra. Sono stati distrutti: paesi, villaggi, territori…. circa 100.000 le vittime. Da allora molto è passato, ma la gente è rimasta per lo più uguale. Sono popoli, gli slavi, abituati a vivere una vita semplice e fuggono dalle complicazioni. Infatti il socialismo, da queste parti, ha plasmato non solo il cittadino, ma anche il territorio, emanando leggi che sono la fotocopia della vita locale in funzione delle loro aspettative. Ad esempio, essendo un contabile, le leggi sulla contabilità e il sistema stesso sono regolati dalla stessa istituzione governativa. Non ci sono cose che non siano state programmate, seguono un sistema standard, e vi dico che funziona molto bene.
Queste comunità, appena si forza a cambiare la sua indole, è pronta a rivoltarsi, anche con le cattive. Infatti, ad oggi, il virus e i farmaci miracolosi sono stati trattati con disinvoltura. Le locali popolazioni sono, per indole, società che si vogliono informare su tutto e hanno concluso che è una sorta di pressione mentale, che normalmente veniva loro fatta anche al tempo della ex Jugoslavia. Quindi hanno lasciato che le cose passassero, come naturalmente avveniva, visto che non vi erano estreme limitazioni. Invece, da quando ai sanitari è stato chiesto di utilizzare il certificato covid e di vaccinarsi, è successo un finimondo. Da allora sono apparsi, come all’improvviso, dati, certificati, e quant’altro non era stato detto sulla crisi sanitaria, e cioè i veri numeri sui decessi dello scorso anno e i dati dei danni collaterali dei farmaci. L’attuale compagine goverantiva è in mano ad un ex burocrate di Bruxelles, un certo Plenković, il quale ha ricevuto in questi anni, da parte della EU, pressioni per cambiare gli standard croati arrivando, ad oggi, al limite della sopportazione, e che nessuno ha intenzione di accettare. Non vogliono più le restrizioni imposte dalla EU, e vogliono di nuovo riprendersi il proprio passato. Lo stesso presidente croato, Zoran Milanović, del aprtito SDP (socialisti) è fortemente contrario alla politica del premier Plenković, che è anche presidente del partito HDZ (centro destra), partito di maggiranza governativa, e sta facendo pressione a livello Istituzionale per fermare la crisi e quant’altro (al contrario del suo omologo: Draghi-Mattarella).
La ciliegina sulla torta è arrivata ieri. Il primo partito di maggioranza, HDZ, che ha vinto le elezioni con un astensionismo che superava il 40%, è stato fulminato da una sentenza, che ha colpito l’ex presidente HDZ, Ivo Sanader, su un caso di corruzione dei media, e ha paragonato lo stesso partito ad una organizzazione criminale. Questo colpo di scena ora cambierà la situazione nel partito e, soprattutto, nel governo. L’opposizione ha bloccato i lavori parlamentari e ha pernottato nella camera parlamentare. Cosa succederà a breve non lo sappiamo, ma sappiamo che il premier Plenković, ha indetto ieri una conferenza stampa per ribadire che l’attuale HDZ non è il vecchio HDZ. Ma credete che la gente se la beva?
Una cosa è certa, sarà una guerra a indurre il premier a sciogliere le camere e indire nuove elezioni. Da Bruxelles non lo permetteranno. Aspettiamo ora che il presidente della Repubblica di Croazia, Zoran Milanović faccia il secondo passo. Aspettiamo e vediamo. Ricordo che, nel frattempo, i Balcani sono in una situazione di grande fermento, serbi e kosovari (Albania inclusa) sono ai ferri corti. É anche possibile un conflitto bellico.