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Ucraina e paesi N.A.T.O.: cosa significa la caduta di Bahkmut

Joe Biden, sulla sinistra e Volodymir Zelensky, sulla destra, tengono un discorso alla Nazione

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Cosa sta succedendo in Ucraina:

Nel centro dell’Ucraina si sta consumando il più feroce degli epiloghi della guerra più senza senso che si potesse immaginare, e che chi ha una qual certa lungimiranza e capacità analitica aveva già da tempo previsto e che, puntualmente, si sta verificando.

Lo scenario, che fa da corollario a quanto sta avvenendo in queste ore sul campo di battaglia, è estremamente ampio e variegato, e ci rientrano diversi accadimenti che cercherò di sintetizzare, in modo da rendere un quadro abbastanza comprensibile a tutti quanti.

Da una parte c’è la battaglia vera e propria, che ha trasformato un importantissimo snodo strategico al centro dell’Ucraina in una carneficina impressionante, dove i due eserciti hanno dato prova della più feroce crudeltà, immolando centinaia, se non migliaia di vittime sull’altare della stupidità umana, per non parlare dell’enorme dispendio di risorse economiche impiegate al fine di conquistare questa nouvelle Stalingrado, se non addirittura Caporetto, tanto per fare dei raffronti con il passato Europeo.

Situazione nei Paesi europei

Per quanto riguarda le vicende legate strettamente a questa sostanziale debacle dell’esercito ucraino, va innanzi a tutto ricordato l’esito alquanto inaspettato – per lo meno per l’intellighenzia sinistrorsa che governa le mosse americane ed europee – della sconfitta di Sanna Marin nelle recentissime elezioni finlandesi, che, in qualche modo, lancia un segnale assai chiaro e diretto all’accozzaglia di alleati pro NATO e succubi degli USA, dicendo loro, senza mezzi termini, che è ora di finirla una buona volta per tutte con questo assurdo massacro che si sta compiendo al centro dell’Europa.

Ad incrementare ulteriormente questo tetro scenario – per la NATO e gli USA in principal modo – abbiamo un attentato appena commesso a San Pietroburgo da una sedicente filo Ucraina, Darya Trepova, ai danni di un noto blogger filo Putin, tale Maxim Fomin, in arte Vladlen Tatarsky, che ne è rimasto ucciso, insieme ad una trentina di feriti, fra i quali circa 10 in gravi condizioni.

Immediatamente sono partite le rituali accuse, sia da parte russa che da parte ucraina, ma con moltissima probabilità faranno la stessa fine della babele di accuse e controaccuse uscite sui giornali di tutto il mondo all’indomani dell’attentato nel quale ha perso la vita la Dugyna (ricordate?), figlia del noto amico di Putin, Alexsandr Dugin.

https://www.open.online/2023/04/03/san-pietroburgo-attentato-consegna-bomba-arresto-video/

Altro teatro di ulteriore destabilizzazione del “pensiero unico” sulla guerra Ucraina, è l’esplosiva situazione sia in Francia che in Germania, completamente paralizzate, la prima per i noti problemi scaturiti all’indomani della decisione di Macron di alzare il tetto all’età pensionabile, e la seconda preda di scioperi selvaggi, dovuti sia al lavoro che alle conseguenze di quanto successo negli ultimi 3 anni e, in special modo, nell’ultimo, con l’inizio della guerra stessa.

Altri paesi NATO

In altre parti del mondo si stanno osservando scenari molto simili – Israele lacerata da una guerra di potere interno, ma sicuramente riflesso anche delle condotte di politica estera – che rendono estremamente difficoltoso il mantenimento della linea scelta, in special modo all’ormai insignificante Joe Biden – preda, sempre di più, dell’Alzheimer più violento – che non solo fatica a mantenere unito il fronte anti russo all’interno dei litigiosi paesi Europei, ma ha anche dentro casa una serie di problemi di non poco conto, a partire dall’incriminazione di Donald Trump, con conseguenze sicuramente devastanti per la sua ricandidatura, e le imminenti nuove elezioni, dove, poco ma sicuro, non verrà rieletto.

Istituzioni europee

In mezzo a tutte queste belle notizie spicca, con estremo risalto, lo spettacolare dietrofront della Von Der Leyen rispetto ai pensieri espressi non più tardi di 20 giorni or sono su Xi Jinping e sul suo piano di pace, avanzato in occasione della visita a Putin.

Così repentino è il suo cambiamento, che si è accodata ai desiderata di Zelensky per organizzare un incontro con il presidente Cinese insieme a Macron, fissato per il 6 di aprile, al fine di discutere come poter uscire da questo “impasse” che gli sta sostanzialmente facendo perdere la faccia di fronte all’intero mondo.

L’analisi politico militare che deve essere eseguita a fronte di tutto quanto sopra ricordato, deve tenere conto di un fatto specifico di primaria importanza, e cioè che cosa deve fare l’Europa – constatato, senza ombra di dubbio, che ormai si è giunti ad un punto di non ritorno molto pericoloso – per poterne uscire, in qualche modo, senza dover pagare un prezzo troppo alto.

Come uscirne

A prescindere dal fatto che tutti noi, ormai, pagheremo per i prossimi 10 o 20 anni un prezzo realmente troppo elevato per le imbecillità senza senso commesse da questo governo europeo, al quale si sono accodati tutti i governi nazionali senza fiatare minimamente, potrebbe ancora esserci una flebile possibilità di uscirne abbastanza indenni, ma questa strada prevede la capacità degli attuali governanti di riconoscere i propri sbagli e voltare le spalle definitivamente al guerrafondaio innamorato della sua stessa immagine di grande condottiero, che risponde al nome di Zelensky.

Personalmente, spero vivamente che si riesca a imboccare questo stretto viottolo, irto di compromessi assai “deludenti” per il pensiero di certa “intellighenzia”, ma del tutto necessario, poiché l’alternativa sarebbe quella di varcare la tanto decantata “linea di non ritorno”, pur di non dover ammettere i propri sbagli.

Lo scenario peggiore

Il mio più grande timore è proprio quello che l’infima qualità morale e mentale delle persone poste ai vertici delle istituzioni, sia nazionali che europee, sia così “bassa” da non vedere l’immenso baratro dentro al quale sprofonderebbe l’intero mondo nel caso loro non dovessero, per orgoglio o stupidità, scegliere la strada più ovvia da seguire.

E il prezzo di ciò lo pagherebbe l’intera umanità.

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