Editoriale censurato e mai pubblicato da Agenzia Nova del 29/09/2021
Venerdì 1 ottobre entrerà in funzione il controverso gasdotto “Nord Stream 2”, che collega direttamente Russia e Germania attraverso il Mar Baltico e dovrebbe garantire il pieno approvvigionamento di gas russo a gran parte d’Europa.
Contrasti Geopolitici
Mosca e Berlino hanno sempre definito il progetto come di natura esclusivamente commerciale, mentre Stati Uniti, Regno Unito e Paesi dell’Europa orientale, inclusa l’Ucraina, si sono sempre opposti alla sua realizzazione in quanto l’integrazione delle complementari economie di Germania (capitale e tecnologia) e Russia (risorse energetiche e manodopera a basso costo) potrebbe condurre nel lungo periodo all’instaurazione di un unico blocco geopolitico eurasiatico.
Aumenti Record dei Prezzi
Nel breve periodo, invece, appare chiaro come Mosca stia vincendo la battaglia energetica in Europa, principalmente sulla pelle dei consumatori europei, che stanno per affrontare aumenti record sulle bollette del gas, dovuti ai prezzi da capogiro raggiunti dall’oro blu (è proprio il caso di dirlo), che proprio in questi giorni ha sfondato quota mille dollari per mille metri cubi.
Flussi di Gas e Contratti
Un’escalation dei prezzi dovuta anche al calo dei volumi di transito di gas attraverso il gasdotto Yamal-Europe, dovuta a “motivi tecnici temporanei”, secondo Gazprom, colosso energetico russo, fresco firmatario di un contratto di approvvigionamento di 15 anni con la controparte ungherese Mvm, attraverso due rotte che eludono ambedue il passaggio attraverso l’Ucraina, di cui una sfrutta la prosecuzione del Turkish Stream attraverso Serbia e Austria.
La Rivoluzione di Euromaidan
A proposito di Kiev, fu proprio la rivoluzione di Euromaidan del 2014, animata da velleità democratiche ed europeiste e da sentimenti antirussi, che spinse Mosca ad escogitare con risolutezza percorsi alternativi al gasdotto russo-ucraino.
Progetti di Gasdotto Falliti e Successi
Il primo progetto, quello del South Stream, che avrebbe dovuto connettere Russia e Europa attraverso il Mar Nero con una prima diramazione in Bulgaria, fu abortito definitivamente nel 2016, con la spinta decisiva delle istituzioni dell’Unione Europea. Il secondo tentativo andò invece a buon fine per Mosca: si tratta del suddetto Turkish Stream, che ha consegnato ad Ankara le chiavi di buona parte del rifornimento di gas verso l’Europa.
Sicurezza Energetica in Declino
Nel complesso la sicurezza energetica dei Paesi europei, Germania esclusa, appare più precaria rispetto ad una decina di anni fa, prima dello scatenamento della “guerra del gas” tra Europa e Russia, un conflitto mai dichiarato ma che andrebbe raffreddato al più presto, le cui conseguenze possono andare ben oltre il rischio di passare un inverno al gelo.