"anche il nulla è pur sempre qualcosa"
Anche il nulla è pur sempre qualcosa

Ritiro di Klaus Schwab e declino del WEF

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Dimissioni Improvvise di Klaus Schwab

Il 21 aprile 2025, Klaus Schwab, fondatore e figura centrale del World Economic Forum (WEF), ha annunciato la sua decisione di dimettersi immediatamente dalla presidenza del Consiglio di Amministrazione. Schwab, che ha dedicato la sua vita a promuovere un dialogo globale tra leader di vari settori, ha dichiarato: “Con l’ingresso nel mio ottantottesimo anno, ho deciso di dimettermi dalla carica di presidente e di membro del Consiglio di amministrazione.” Questa notizia segna un cambiamento significativo per un’organizzazione che ha avuto un impatto notevole sulla politica e sull’economia mondiale.

La Riunione Straordinaria e la Nuova Leadership

La decisione di Schwab è stata formalizzata durante una riunione straordinaria del Consiglio di Amministrazione, tenutasi il giorno precedente. Durante questo incontro, il Consiglio ha rapidamente istituito un comitato per la selezione del suo successore e ha nominato all’unanimità Peter Brabeck-Letmathe come presidente ad interim. Brabeck-Letmathe, ex membro del Consiglio di amministrazione di Nestlé, una delle aziende dalla storia più controversa a livello globale.

Un’Era di Cambiamento per il World Economic Forum

Le dimissioni di Klaus Schwab segnano la conclusione di un’epoca per il World Economic Forum, che Schwab ha fondato nel 1971. Inizialmente conosciuto come “European Management Forum”, l’obiettivo originale era quello di creare una piattaforma per facilitare il dialogo tra leader politici, economici e sociali. Sotto la guida di Schwab, il WEF è cresciuto esponenzialmente, passando da pochi partecipanti a Davos a migliaia di delegati provenienti da tutto il mondo. Questa evoluzione ha permesso al Forum di influenzare le agende pubbliche attraverso la giustificazione dell’urgenza di temi quali la sostenibilità, la sicurezza informatica e il cambiamento climatico.

Critiche e Controversie

Negli ultimi anni, il WEF ha affrontato un crescente numero di critiche, specialmente in un periodo caratterizzato da crisi finanziarie e pandemie. Molti osservatori hanno accusato il Forum di fungere da rifugio per le élite economiche, consentendo loro di esercitare un’influenza sui governi senza alcun controllo democratico. Inoltre, sempre più ingenti sono quelle voci che affermaziono collegamenti tra il WEF e piani oscuri riguardanti epidemie e crisi alimentari. Anche figure di spicco come Elon Musk hanno criticato Schwab, accusandolo di aspirare a un dominio globale.

Risposta del World Economic Forum alle Critiche

In risposta a queste controversie, il WEF ha recentemente pubblicato un rapporto globale sui rischi, nel quale ha identificato la disinformazione come una delle minacce più gravi nel breve termine. Nonostante le critiche, il Consiglio di Amministrazione ha elogiato i risultati ottenuti da Schwab nel corso degli anni, sottolineando l’importanza di un dialogo inclusivo per affrontare le complessità del mondo attuale. I membri del Consiglio hanno affermato che il WEF continuerà a riunire leader di tutti i settori e regioni per “promuovere la collaborazione e lo scambio di idee”.

Prospettive Future e Possibili Successori

Con la partenza di Schwab, il WEF si trova ora a un bivio cruciale. Mentre il comitato di selezione lavora per trovare un successore, i nomi di potenziali candidati come Christine Lagarde e Tony Blair sono già emersi nel dibattito pubblico. Lagarde, attuale Presidente della Banca Centrale Europea, e Blair, ex Primo Ministro del Regno Unito, rappresentano figure di grande rilievo che potrebbero portare nuove prospettive e approcci alla guida del Forum.

Inizio del 53° Summit del World Economic Forum

Il 16 gennaio 2025, ha avuto inizio il 53° summit del World Economic Forum (WEF) a Davos, in Svizzera, un evento che si era preannunciato come un’edizione da record. L’evento, che si è concluso il 20 gennaio, ha visto la partecipazione di circa 2.700 ospiti, tra cui 1.500 leader aziendali, 600 amministratori delegati, 56 ministri delle Finanze e 52 capi di Stato e di governo. Il tema centrale di quest’anno è stato “Collaborare in un mondo frammentato, per risolvere le crisi odierne e affrontare le sfide future”. Erano previsti 20 panel e numerosi incontri bilaterali, rendendo questo summit un’importante piattaforma per l’influenza delle politiche internazionali, almeno nelle intenzioni. Questa edizione ha segnato un ritorno significativo, poiché era la prima a svolgersi in gennaio dopo l’inizio dell’epoca Covid-19, poiché l’ultima edizione di gennaio fu quella del 2020, prima che il mondo venisse colpito dalla crisi sanitaria globale.

Un Evento Sottotono per i Leader del G7

Nonostante il gran numero di partecipanti, quest’anno i leader del G7 si erano mostrati particolarmente assenti. Solo Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, ha scelto di partecipare di persona. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha optato per inviare il suo Inviato per il Clima, John Kerry, e Katherine Tai, responsabile del Commercio, a rappresentare la sua amministrazione. Al contrario, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha deciso di mantenere le distanze, consapevole delle critiche che già riceveva per il suo elevato patrimonio personale di 730 milioni di sterline, che lo rendeva vulnerabile a essere associato all’élite di Davos, un’immagine mal vista da molti cittadini.

Le Preoccupazioni Economiche e il Contesto Attuale

La diserzione dei leader mondiali da Davos non è stata casuale, poiché il carovita è emerso come una delle principali preoccupazioni per numerosi popoli, sia in Nord America che in Europa. I politici desideravano evitare di irritare gli elettori apparendo in un contesto così esclusivo. Sono numerosi gli interrogativi sull’efficacia e sull’utilità di eventi come il WEF, che, sebbene possano facilitare la conclusione di accordi commerciali e finanziari, non sembrano in grado di influenzare in modo significativo le politiche governative o le idee personali dei partecipanti.

La Presenza Italiana e il Ruolo di Scholz

Per l’Italia, la rappresentanza è stata affidata al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha partecipato con un profilo relativamente basso, in linea con l’approccio di molte altre grandi capitali europee. Tuttavia, Olaf Scholz ha scelto di distinguersi, consapevole dell’importanza dell’immagine del cancelliere della prima economia europea nel contesto internazionale. I primi tredici mesi del suo governo sono stati caratterizzati da scelte poco incisive sul piano internazionale; la sua partecipazione a Davos poteva rappresentare un’opportunità per rilanciare la sua immagine e rafforzare il ruolo della Germania nel dibattito globale.

Assenze Illustri e Tematiche di Discussione

Quest’anno, non sono stati invitati rappresentanti della Russia, né era prevista la presenza del presidente cinese Xi Jinping. La situazione attuale era ulteriormente complicata dalla crisi energetica in Europa, dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina e dalle sfide poste dalle banche centrali nella lotta contro l’alta inflazione. Negli anni passati, Davos era stata vista come un simbolo di un’economia caratterizzata da denaro facile e a basso costo. Tuttavia, per la prima volta dopo un decennio, il panorama economico sta cambiando. Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, e Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, erano tra le figure di spicco presenti, ma l’assenza di leader come Biden, Macron, Trudeau e la nuova premier italiana Giorgia Meloni hanno suscitato interrogativi su cosa abbia significato per il futuro del WEF e sul messaggio che quelle sedie vuote hanno trasmesso.

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