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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Quanto tempo ci resta?

un uomo guarda il suo orologio

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Al di là delle classiche domande che tutta l’umanità, prima o poi, si pone, come ad esempio “chi siamo?”, “da dove veniamo?”, “chi ci ha creati?” e “cosa succede dopo che siamo morti?”, una delle maggiori curiosità che affollano la mia mente e, ritengo, anche quella di tanti altri, è, sostanzialmente: “quale potrà essere il futuro dell’umanità?” e, cosa ancora più importante, “chissà SE ci sarà un futuro per l’umanità?”.

Navigando per la rete, si possono trovare le cose più disparate, a proposito del nostro futuro, dai romanzi fantascientifici alla “Star Trek”, piuttosto che i vari film usciti e che usciranno nei prossimi anni e che prevedono gli scenari più differenti che la mente umana possa immaginare, da quelli distopici come Blade Runner (il primo un vero Cult Movie) e il secondo, forse non alla stessa altezza, ma pur sempre un ottimo lavoro, a quelli molto più “positivi” come Avatar 1 e 2, ma che danno per scontato, sempre e comunque, il prosieguo dell’umanità fino alla fine dei tempi.

Alcuni altri film, precursori del genere Fantasy, come “il Pianeta delle scimmie” ci indicano addirittura un capovolgimento della natura – ovviamente a causa della stupidità umana – con il sorpasso, da parte delle scimmie, dei suoi naturali discendenti, che siamo, appunto, noi.

Ma tralasciando gli infiniti scenari che ci sono stati proposti dai nostri fantasiosi registi e scrittori, e andando a scavare un po’ più in profondità negli studi “seri”, condotti nei secoli da diversi studiosi, sia che fossero matematici o scienziati di altro genere, si possono scovare delle teorie che, ad un primo esame, possono sembrare del tutto fuori da ogni logica possibile, se non addirittura ricalcanti le orme del complottismo più sfrenato o del più nero pessimismo nichilista, ma se si esaminano a fondo, fanno intravedere e capire che, probabilmente, un briciolo di verità lo possono contenere.

E forse un po’ più di un briciolo…

Una di queste teorie si basa sul lavoro di diversi matematici, come ad esempio un oscuro ecclesiasta di campagna del ‘700, il quale, dilettandosi in matematica, definì quella che, due secoli dopo, avrebbe preso il suo stesso nome, ovvero il teorema di Bayes, rimasto nell’oscurità per oltre 2 secoli e ripreso come imprescindibile ai nostri giorni, come fondamento di base di tutta l’economia digitale.

Per capirsi meglio, questo teorema è alla base di ogni tipo di analisi merceologica condotta da Google e da ogni azienda di mercato che voglia capire quanti compreranno il suo prodotto, e si basa sull’analisi dei dati di tutti quanti noi, arrivando a valere decine di miliardi per tutte le ditte e multinazionali che lo utilizzano nelle loro ricerche.

Tralasciando le applicazioni di questo teorema all’aspetto commerciale della nostra vita quotidiana, va detto che, con il successivo studio dello stesso teorema da parte di altri studiosi – Richard Gott III, Brandon Carter e Holger Bech Nielsen, tutti e tre astrofisici – che, indipendentemente gli uni dagli altri, hanno messo a punto delle teorie basate per lo più sul teorema di Bayes, chiamate simbolicamente “teoria del giorno del giudizio”, nella quale si enuncia la fine della nostra umanità, con una probabilità del 50%, entro al massimo un migliaio di anni.

Addirittura, Gott, sulla base del suo specifico studio, denominato “problema del carrarmato tedesco”, che voleva analizzare il numero dei carri armati tedeschi esistenti all’alba dello sbarco in Normandia, aveva messo a punto un sistema matematico che, a guerra finita, ha dimostrato la sua sostanziale perfezione nell’identificare di quanti carri i tedeschi disponevano le loro armate (nel link seguente potete trovare la spiegazione precisa di come possa essere possibile ciò).

https://www.milanofinanza.it/news/all-umanita-sono-rimasti-solo-760-anni-lo-dice-la-matematica-dell-apocalisse-201906281918159002

In seguito, applicando lo stesso criterio di calcolo alla nostra umanità, e valutando l’intero arco di tempo durante il quale l’uomo ha iniziato a prendere possesso della Terra, è stata elaborata la famosa teoria “del giorno del giudizio”, pubblicata su una delle maggiori riviste scientifiche circolanti, Nature, cosa che ha sollevato una feroce polemica nel mondo degli scienziati ancora oggi in essere.

In pratica, si parte dall’immaginare una lista nella quale ci siano tutti i nomi delle persone passate, presenti e future, all’interno della quale, casualmente, noi siamo posizionati senza sapere se all’inizio, a metà, o alla fine, ma, sicuramente, con il 50% di probabilità di essere nella prima metà o nella seconda, e questo per una questione di statistica matematica.

Allo stesso modo, Gott, prendendo in esame i conteggi fatti dai demografi, relativi a quante persone si sono succedute fino ad oggi sulla faccia della Terra, e dando per scontato che il numero di 100 miliardi sia abbastanza preciso, ha estrapolato che “noi” siamo in questi 100 miliardi con il nostro “numero di serie”.

Ipotizzando che noi siamo nella seconda meta’ di questa ipotetica lista, non potranno esserci più di altri 100 miliardi di nascite, per cui basta prendere il tasso di natalità odierno, che equivale circa a 130 milioni di nuovi nati all’anno, e il gioco è semplice, determinando che, entro i prossimi 760 anni, ci può essere un 50% di probabilità che l’umanità si estingua naturalmente.

Ovviamente, le polemiche divampate in seguito all’enunciazione di questa teoria del “giorno del giudizio” infuriano ancora oggi, e l’intero mondo scientifico ha voluto portare il suo contributo a tale discussione, adducendo ora una cosa, ora un’altra, come, ad esempio, che tale studio non tiene conto di fattori esterni, quali eruzioni vulcaniche, meteoriti, colonizzazioni di altri mondi e tante altre alternative, ma, a parere mio, non portano nessuna vera eccezione plausibile a tale ipotesi avanzata da Gott.

Anzi, tranne la remotissima ipotesi di colonizzazione di altri mondi – Marte o qualche luna dei nostri pianeti esterni, cosa assai improbabile, se non addirittura impossibile, per lo meno in grandi numeri – tutte le eccezioni e critiche sollevate da altri scienziati non fanno che rafforzare la validità di tale teorema, in quanto sia una catastrofica eruzione vulcanica (super vulcano, come Yellowstone o Campi Flegrei), piuttosto che l’arrivo di un asteroide, “cugino” lontano di quello che estinse i dinosauri, porrebbero fine all’umanità molto prima del limite scaturito dall’applicazione del teorema di Bayes.

Altra piccola considerazione che voglio portare in prima persona è legata strettamente all’annoso dibattito dei viaggi nel tempo, sia in direzione futura che in direzione passata, e il fatto che ancora oggi non abbiamo evidenze di “messaggi” dal futuro o, parafrasando un famoso film di fantascienza con Nicolas Cage, non ci sono ancora stati “segnali dal futuro”; forse può voler dire solo una cosa, e cioè che, ammesso e concesso che i viaggi nel tempo siano possibili anche nel passato, il non averne ricevuto dal nostro futuro può solo essere sintomo del fatto che nel futuro non c’è più nessuno in grado di viaggiare a ritroso nel passato per dircelo, ammesso che l’umanità sia mai arrivata a controllare i viaggi temporali.

Non voglio fare il catastrofista ad oltranza ma, purtroppo, analizzando sia questi teoremi esistenti, sia la nostra situazione attuale, con uno sguardo al nostro “prossimo futuro”, le speranze che il risultato di questi calcoli siano sbagliati, si assottigliano sempre di più.

É del tutto ovvio che sia a me che a chi mi legge, come ai figli e i nipoti di tutti quanti noi, tale risultato non può né interessare, né riguardare, ma certamente l’intera umanità deve, forzatamente, tenerne conto e cercare di agire rapidamente per evitare che ciò si avveri, per lo meno, per i motivi direttamente riconducibili all’attività umana, in quanto, sinceramente, non penso che noi siamo in grado di fermare né l’eruzione di un super vulcano, né, tanto meno, di fermare o deviare un asteroide che abbia deciso di venire a farci visita.

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