In questi ultimi giorni stiamo osservando, sgomenti, il rapido disgregarsi di tutti quei valori che ci sono stati insegnati prima a scuola e, successivamente, quando ci siamo affacciati alla vita sociale.
Ci hanno sempre continuato a dire che la democrazia e’ alla base della nostra vita e che ogni totalitarismo deve essere aborrito e combattuto con tutte le nostre forze, che la nostra repubblica, come citato nel suo primo articolo, e’ fondata sul lavoro e che esso deve essere un diritto vincolante per tutti quanti e, sopratutto, che la liberta’ personale dell’essere umano viene prima di qualsiasi altra considerazione e che essa e’ inalienabile.
Bene, come tutti possono osservare, da 1 anno e mezzo a questa parte e, sopratutto, in questi ultimi periodi, tutto cio’ non solo viene messo in discussione da meri burocrati e persone che sembra abbiano perso qualsiasi scrupolo, ma viene palesemente calpestato, negato e addirittura impedito con la forza bruta a chiunque ne faccia giustamente rivendicazione con il proprio dissenso.
Tanti dicono e sostengono che dietro a tutto questo ci sia un disegno di alcune lobby ben precise e, sostanzialmente, di poche persone, facilmente individuabili nei magnati mondiali della finanza o nei colossi farmaceutici; io credo fermamente che tutto cio’ si possa intravedere alla base delle linee guida enunciate da alcune persone nel corso degli ultimi anni ma, sostanzialmente, tutto cio’ dipende solo ed esclusivamente dalla progressiva degenerazione della mente di chi ci governa di volta in volta.
Come ho gia’ avuto modo di illustrare in articoli precedenti, negli ultimi 50/60 anni siamo stati spettatori di un diffuso impoverimento culturale di massa, di una mancanza sostanziale di obiettivi e di interessi e, in definitiva, di un decadimento accelerato della nostra societa’.
Tutto questo fa si che che le persone preposte a doverci guidare e indicate da noi stessi alla guida del nostro stato, siano assolutamente incompetenti, impreparate e, in definitiva, pericolose per tutta la comunita’, con le loro scelte dipendenti dalla mancanza di tutto cio’ che ho sopra ricordato.
Facendo un passo indietro, vorrei ricordare come dovrebbe essere costituito uno stato e un governo.
Esso dovrebbe essere rappresentato da persone scelte dal popolo, le migliori possibili, che siano in grado di scegliere, decidere ed eseguire tutti quegli atti necessari alla guida della Res Pubblica al meglio delle proprie possibilità e che, sopratutto, non infrangano quelle stesse leggi di base che, in diversi secoli di esperienze, sono state decise dai padri fondatori della democrazia stessa.
Come chiunque puo’ tranquillamente osservare, in questi ultimi tempi non solo sono state emanate disposizioni molto spesso contradditorie le une con le altre ma, nel contempo, abbiamo assistito rapidamente al calpestamento e negazione dei piu’ fondamentali diritti di noi tutti.
Dal diritto di movimento all’assurda imposizione, per altro senza giustificazioni scientifiche di sorta, di mascherarci peggio che a carnevale, dalla negazione del diritto al lavoro all’impossibilita’ di manifestare pacificamente il proprio dissenso verso le decisioni ritenute illegittime.
E tutto questo e’ diffuso e sostenuto da un imponente impianto di diffusa censura, anch’esso garantito attraverso una capillare campagna di continuo terrore alimentata da pochi soggetti, reclutati fra le fila del governo piu’ per la loro inesistenza cerebrale che per la loro competenza in uno e nell’altro campo.
Alla luce di tutte queste considerazioni, tutti quanti ormai veramente esasperati dal continuo stillicidio di cose negative che capitano tutti i giorni, alimentano la fiammella della speranza che tutto finalmente dovra’ prima o poi finire, permettendoci cosi’ di poiter tornare alla vita normale di sempre.
Ed e’ proprio in questo semplice meccanismo, naturale in qualsiasi essere umano, che si annida il piu’ grave errore che chiunque possa mai commettere: il non rendersi conto della realta’ oggettiva della situazione e sperare che “qualcuno” o “qualche altro fatto” intervenga, quasi divinamente, per modificare in positivo la realta dei fatti.
Alla base di qualsiasi feroce dittatura che abbiamo avuto modo di osservare nel secolo scorso, si annidava proprio questo stato d’animo diffuso fra la popolazione, ovvero il non far niente “tanto prima o poi dovra’ finire tutto quanto e qualcuno sistemera’ le cose”.
Abbiamo cosi avuto il Nazismo, il Fascismo e il Comunismo, che hanno prodotto decine di milioni di morti e sofferenze inaudite per l’intera umanita’, che sono partiti da poche decine di migliaia di sostenitori, proprio come sta succedendo nel lontano Afganistan – di cui ormai si sono dimenticati quasi tutti – dove qualche migliaio di delinquenti tagliagole tengono soggiogati 50 milioni di persone, e non perche’ abbiano le armi o siano piu’ cattivi, ma solo perche’ ognuno dei 50 milioni di persone continua a dire “tanto qualcuno interverra’ e sistemera’ tutto”.
Tornando a noi, e’ assolutamente lampante la considerazione che questo governo e questa classe dirigente -partiti, giornali e organi di controllo – continueranno imperterriti a perseguire la loro agenda programmatica, vista l’assoluta inesistenza di una seria e “pericolosa” opposizione e visto, sopratutto, che chiunque osi protestare un po’ piu’ vivacemente, continui a dire: protestiamo, ma “pacificamente”.
E allora mi sorge spontanea la domanda: fino a quando e’ lecito continuare a piegare la testa e assentire a diktat assolutamente antidemocratici e palesemente prevaricatori?
Quale e’ il confine oltre il quale e’ del tutto ammesso l’uso della forza come reazione a delle dichiarate ingiustizie non verso il singolo, ma verso un’intera’ comunita’?
Ma il vero problema, purtroppo, non e’ tanto la consapevolezza in questo limite, che ormai ritengo sia stato ampiamente superato, ma nel fatto che ognuno di noi, dentro di sé, continua a dirsi: “tanto qualcuno sistemera’ tutto”.
Prima o poi…