Sergio Mattarella, forse uno fra i peggiori Presidenti della Repubblica che abbiamo avuto.
Mi sono voluto sorbire gli oltre 15 minuti del discorso di fine anno di questa “macchietta” di Presidente, proprio per capire con chi abbiamo avuto a che fare in questi ultimi sette anni.
A prescindere dal fatto che molto spesso mi sono domandato perché, in Italia, quasi unico paese al mondo, si debbano eleggere solo ultraottantenni come Presidenti della Repubblica che, magari, a fronte di una maggior esperienza, contrappongono sempre e comunque una inabbattibile appartenenza al loro schieramento di origine e, sopratutto, non sono in grado di modulare le loro azioni sulla scorta della mutevolezza del momento, visto che più in là si va con gli anni e maggiore è la radicalizzazione dei propri pensieri.
Indipendentemente dal giudizio che se ne possa dare, noi un J. F. Kennedy non lo potremo mai avere.
La netta impressione che si ha, ascoltando il profluvio di fandonie scandite da Mattarella, è che questa persona, onestamente, non viva nello stesso nostro paese e, anzi, provenga da un mondo alieno dove tutto è bello e dove le cose sono diametralmente opposte a quanto realmente succede nella vita quotidiana.
La seconda impressione, che mi ha colpito maggiormente, è quella di un continuo mega spot pubblicitario ai vaccini, a chi vi si sottopone, dimostrando alta responsabilità e dovere istituzionale, opposto a quanti, “fregandosene” del bene collettivo, hanno deciso di non farselo inoculare.
Il tutto, ovviamente, infarcito delle costanti menzogne che abbiamo avuto modo di conoscere in questi due anni, dalla assoluta “casualità” della “pandemia”, alla nostra indifendibilità contro un qualcosa al di sopra delle nostre capacità e, in sostanza, ad una giustificazione ad oltranza dell’intero corpo politico, delle strutture sanitarie e dei loro operatori “eroi” senza macchia né paura che si sono immolati per il bene di tutti quanti noi.
Nemmeno una minima parola su quelli che, specialmente in una situazione del genere, possano essere stati gli errori commessi da chi avrebbe dovuto prestare ancora maggiore attenzione che mai, giustificando così, a priori, qualsiasi cosa sbagliata sia stata commessa.
Proseguendo nell’imperterrita retorica grondante da ogni sua parola, è arrivato alla definizione di quanto si debba fare nel prossimo futuro, contornato sicuramente da nuove difficoltà – e sentendo questo ci si dovrebbe preoccupare non poco – che incontreremo sul cammino; si è soffermato sui giovani, che dovrebbero e devono essere il motore per riaccendere la fiamma dentro al motore del nostro paese, in modo da riprenderci il posto che meritiamo fra i grandi.
Peccato che si sia dimenticato che, in combutta con il suo disastroso predecessore – Napolitano, ndr. – sia riuscito a sprofondare il nostro paese nella precarietà più assolta, con una quota di disoccupazione giovanile che, specialmente al sud, raggiunge cifre da capogiro, sfiorando il 50% in alcuni casi.
E per di più, essendo riuscito ad instillare nella mente, specialmente dei giovani, il disinteresse più assoluto per la ricerca stessa del lavoro, cosa che, in un società, è il preludio alla catastrofe definitiva.
Per ultimo, ma assolutamente non ultimo, ha voluto ricordare che il Presidente della Repubblica, oltre a doversi “spogliare” da ogni precedente appartenenza politica – cosa che, chiaramente non ha assolutamente fatto – deve essere il fermo protettore della costituzione e garantire costantemente la sua applicazione in ogni frangente.
E per fortuna che lo ha ricordato a tutti quanti noi che, trasecolati, abbiamo ascoltato queste sue incredibili e false parole!!! Peccato che non abbia continuato a ricordarselo personalmente durante tutti i 7 anni del suo mandato poiché, come abbiamo potuto vedere inequivocabilmente e a più riprese, la Costituzione Italiana non è stata calpestata, ma è stata letteralmente fatta a brandelli e resa carta straccia dai suoi tirapiedi di turno, non ultimo ma, sicuramente, “campione” in questa opera di distruzione costituzionale, Draghi.
Non ho la più vaga idea da quale parte iniziare a trarre dei giudizi su questo inqualificabile discorso e, ancora di più, su questo impresentabile personaggio che abbiamo avuto la enorme sfortuna di avere come Presidente della Repubblica.
Se dovessi esprimermi come realmente penso dentro di me, con molta probabilità rischierei il carcere per vilipendio alla Presidenza, per cui mi limiterò ad edulcorare i miei giudizi che, per altro, ho già fatto trasparire da quanto scritto fino ad ora.
Posso solo “condensare” in una frase quanto potrei esprimere con due pagine di scritto, dicendo che l’Italia “non si meritava” un Presidente della Repubblica di questa fatta.
E l’augurio che mi posso fare e posso fare a tutto quanto il popolo è che il prossimo Presidente della Repubblica sia sufficientemente migliore di quello che siamo stati costretti a subire in questi anni.
Dalle voci che circolano fra gli addetti ai lavori e nei palazzi di governo, ho molta paura che, per onorare il famoso detto, potremo cascare “dalla padella nella brace” poiché il candidato “in pectore” per quell’ambita poltrona pare proprio essere il Super Drago che tanto male sta facendo al nostro paese.
E nel caso che questo incubo si trasformi in amara verità ci aspetteranno 7 anni al confronto dei quali gli ultimi prenderanno le sembianze di una allegra scampagnata in compagnia di belle ragazze.