"anche il nulla è pur sempre qualcosa"
Anche il nulla è pur sempre qualcosa

Paesi ONU firmatari del patto di implementazione del ID digitale entro il 2030

ID digitale

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Il “Global Digital Compact”: il vero patto sull’identità digitale

Non esiste un trattato formale chiamato patto di implementazione del ID digitale entro il 2030, ma le Nazioni Unite hanno effettivamente approvato un documento che affronta la questione in modo diretto: il Global Digital Compact.
Il patto è stato adottato nel settembre 2024 durante il Summit of the Future di New York, come allegato del più ampio Pact for the Future, un programma politico globale volto a definire le regole dell’ecosistema digitale mondiale entro il 2030.

Il Global Digital Compact stabilisce principi e obiettivi condivisi per un “mondo digitale inclusivo, sicuro e sostenibile”. Tra i punti centrali: infrastrutture digitali, accesso universale a Internet, protezione dei dati, regolamentazione dell’intelligenza artificiale e, soprattutto, la promozione di sistemi di identità digitale affidabili e inclusivi.

Chi ha firmato il patto

Tutti i 193 Stati membri dell’ONU hanno formalmente adottato il Global Digital Compact per consenso, senza opposizioni ufficiali. Questo significa che, pur non essendo vincolante come un trattato, il documento rappresenta un impegno politico condiviso da gran parte del pianeta.
Paesi come Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Brasile, India, Sudafrica e Australia hanno sostenuto l’accordo.

Alcune nazioni, tra cui Russia, Bielorussia, Iran, Corea del Nord e Nicaragua, hanno espresso riserve, temendo che il patto potesse influire sulla sovranità nazionale e permettere un’eccessiva ingerenza nella gestione dei dati dei cittadini.
La Cina si è astenuta su alcune clausole, in particolare quelle relative alla governance dei dati transnazionali.

In sostanza, la quasi totalità dei paesi ONU ha riconosciuto il Compact come quadro di riferimento per la cooperazione digitale globale, pur riservandosi ampi margini di autonomia sull’attuazione.

Obiettivi entro il 2030

L’obiettivo generale è quello di garantire a ogni individuo un’identità digitale entro il 2030, intesa come strumento di accesso a servizi pubblici, istruzione, sanità, assistenza e strumenti finanziari.
Il documento promuove:

  • Accesso universale a Internet come diritto umano fondamentale.
  • Standard globali di protezione dei dati personali.
  • Cooperazione internazionale per sostenere i paesi in via di sviluppo nella creazione di infrastrutture digitali sicure.
  • Trasparenza e controllo democratico sull’uso delle tecnologie emergenti.

Il Compact non impone tempistiche o tecnologie specifiche, ma indica un orizzonte politico e tecnico entro il quale i governi dovrebbero convergere, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Agenda 2030).

Implicazioni e criticità

L’implementazione di sistemi di ID digitale apre questioni complesse.
Da un lato, può favorire inclusione sociale, semplificare l’accesso ai servizi e ridurre la burocrazia.
Dall’altro, solleva dubbi legati a privacy, sorveglianza, profilazione e sicurezza informatica.

Gli esperti avvertono che senza solide garanzie sui dati biometrici e senza controlli indipendenti, il rischio è di creare infrastrutture potenzialmente invasive.
Il Compact, pur riconoscendo questi pericoli, affida ai singoli Stati la responsabilità di bilanciare sicurezza e libertà individuale.

Una strategia globale, non un obbligo

È importante sottolineare che il Global Digital Compact non è giuridicamente vincolante: rappresenta un accordo politico multilaterale, non un obbligo legale.
Ogni Stato potrà decidere in autonomia se, quando e come implementare un proprio sistema di identità digitale.
Ciò significa che il termine “entro il 2030” indica una linea guida strategica più che una scadenza imposta.

Conclusione

Il patto ONU sull’identità digitale rappresenta un passo decisivo verso un ecosistema tecnologico globale più coordinato.
Tutti i paesi firmatari condividono la visione di un mondo connesso e interoperabile, ma le differenze culturali, politiche e tecniche determineranno il ritmo e la direzione dell’attuazione.
Il 2030 si profila come l’anno simbolico in cui il pianeta potrebbe disporre di una rete di identità digitali interconnesse, a condizione che la tutela della libertà individuale resti al centro di ogni scelta politica e tecnologica.

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