anche il nulla è pur sempre qualcosa
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Anche il nulla è pur sempre qualcosa

Mao e l’ecatombe cinese

Mao Tse Tung

Tabella dei contenuti

LE GRANDI STRAGI

Le Vittime del Comunismo in Russia e Cina

Se nella vicina Russia, divenuta poi Unione Sovietica, il prezzo del sangue per il popolo russo ha visto un totale di vittime oscillante fra i 60 e i 100 milioni di morti nei primi sei decenni del XX secolo, nella Cina in fermento della prima metà del secolo e fino alla morte del dittatore comunista Mao Zedong, avvenuta nel 1976, le vittime – stimate ovviamente – non sono poi molte meno, attestandosi con molta probabilità intorno ai 70-80 milioni di individui, fra repressioni, guerre, sommosse, carestie, ecc.

La Guerra Civile Cinese

Per comprendere appieno i disastri umanitari che si sono succeduti nella Cina pre e post Mao, bisogna sapere che l’intero territorio nazionale è stato scosso da un’interminabile guerra civile, che, accavallandosi con la Seconda Guerra Mondiale e la più ampia guerra sino-giapponese, ha imperversato dal 1927 fino al 1950, per 23 lunghissimi e sanguinosissimi anni. Sostanzialmente, e senza entrare nel dettaglio storico della guerra civile, va ricordato che tale evento ha visto due principali fazioni contendersi il potere della Cina che si stava formando: il primo, sostenuto e guidato da Chang Kai-Shek, e il secondo, guidato da Mao Zedong, futuro presidente indiscusso della Cina popolare.

Le Fazioni in Conflitto

Il primo era espressione delle cosiddette destre, o anche della parte della popolazione benestante che gestiva le imprese e i proprietari terrieri, quello che veniva definito il Kuomintang, o Partito Nazionalista Cinese. Il secondo, guidato da Mao, era il Partito Comunista Cinese di estrazione marxista-leninista e si rifaceva direttamente alle idee propugnate da Mao della collettivizzazione anarchica di tutte le proprietà agricole del paese, nonché delle industrie.

Il Ruolo di Stalin

Viste le idee propugnate da Mao, si penserebbe che avrebbe potuto essere un formidabile alleato di Stalin, ma al contrario della logica, quest’ultimo non appoggiò mai in maniera preponderante il vicino – almeno in una prima fase – anche perché lo riteneva assai pericoloso per la sua stessa leadership. Da consumato stratega del potere, cercò di trarne il massimo profitto solo in occasione della guerra sino-giapponese, spalleggiato, in questo, anche dal potere statunitense, in quanto facevano parte dei cosiddetti “alleati”.

La Fuga di Chang Kai-Shek

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si pensava che anche le problematiche interne della Cina, che era stata coinvolta pesantemente nella guerra contro il Giappone, si sarebbero presto definite e avrebbero visto la loro fine, ma, al contrario, si protrassero fino a quasi tutto il 1950, quando il presidente Chang Kai-Shek, insieme a 600 mila soldati e circa 2 milioni di civili, abbandonò con una lunga marcia la Cina continentale, rifugiandosi nell’isola di Taiwan, dove proclamò Taipei come vera e unica capitale della Cina.

La Conquista di Hainan

Nel maggio dell’anno successivo, tutto ebbe termine con la conquista definitiva dell’isola di Hainan da parte del governo di Pechino e il reale consolidamento del potere da parte di Mao. Inoltre, proprio in quell’anno scoppiò la guerra fra Corea del Nord e Corea del Sud, che convinse gli americani che, per non vedere una vittoria totale del comunismo sopra al Komintern di Chang Kai-Shek, continuarono ad appoggiare militarmente quest’ultimo fino alla morte dello stesso Mao.

Le Vittime della Guerra

Riunendo tutti questi eventi in un unico conteggio, diverse fonti stimano in almeno 15 milioni le vittime globali di guerra civile, guerra sino-giapponese e repressioni varie commesse sia da una parte che dall’altra, a scapito di militari, oppositori politici e civili colpevoli solo di essere ritenuti simpatizzanti degli avversari.

Il Grande Balzo in Avanti

Nel frattempo, nella Cina continentale, Mao dava sostanza alle sue idee anarco-rivoluzionarie, per mezzo della collettivizzazione dei campi e delle industrie, sopprimendo ferocemente tutti i proprietari terrieri, sia di piccole dimensioni che i grandi latifondisti, e distribuendo, di fatto. a tutti i cittadini – abitanti nelle campagne piuttosto che nelle città – i terreni così confiscati, al fine di farli lavorare e creare un enorme capitale agricolo dal quale trarre vantaggio.

Fu alla base di queste perverse ed errate idee – derivate dalle innumerevoli letture fatte da Mao nella giovane età dei massimi autori di settore, fra i quali Marx, Bakunin e Kropotkin – di collettivizzazione che nel 1958 e fino al 1961, Mao lanciò quello che venne conosciuto come “il Grande Balzo”, un piano quinquennale che costringeva tutti i cinesi coinvolti nelle cooperative collettivizzate a lavorare la terra per far sì che la produzione alimentare raggiungesse apici impensabili anche nelle migliori fattorie tecnologizzate dell’Occidente.

La Carestia e le Vittime

Grazie anche a una delle peggiori carestie della storia umana, scatenatasi nello stesso periodo – molti sostengono che sia stata una causa diretta delle assurde politiche intraprese da Mao – il disastro fu talmente grande che, ancora oggi, le stime parlano di cifre oscillanti fra i 14 milioni – cifra ufficiale del governo comunista cinese – e i 60 milioni di morti – stime di alcuni studiosi americani negli anni ’90 e 2000 – causati da questa insensata teoria della collettivizzazione.

La Teoria Errata di Mao

In pratica, Mao aveva pensato e teorizzato che ogni cinese avrebbe potuto lavorare la terra con profitto, anche se nato e vissuto da sempre in città e anche se non avesse alcuna cognizione agraria. È per questo che instaurò una sorta di “grande Terrore”, al pari dell’Unione Sovietica, confiscando con la forza tutte le proprietà in mano ai latifondisti e consegnandole, molto spesso, nelle mani di collettivi formati da adolescenti senza alcun tipo di formazione né agraria né imprenditoriale.

Le Stime sulle Vittime

In ogni caso, tutti gli osservatori stranieri sono abbastanza d’accordo nel fissare in 30 milioni il totale delle vittime provocate dal grande balzo in avanti propugnato da Mao. Il fatto che la popolazione cinese sia passata da 500 a 900 milioni di abitanti nell’arco di 20-30 anni è assolutamente normale, visto il tasso di crescita demografico fissato in 2,2 per quell’epoca.

Va anche considerato che la notizia pubblicata a caratteri cubitali sui giornali all’inizio degli anni settanta, “i cinesi sono 1 miliardo” (personalmente ricordo ancora oggi quei titoli), è sempre stata vista con sospetto da tutti gli analisti occidentali, in quanto, per una nazione, poter dire “abbiamo 1 miliardo di potenziali soldati” ha una deterrenza di tutto rispetto.

Riflessioni Finali

Tale cifra risulta ancora più strana e, probabilmente, falsa, alla luce delle risultanze demografiche di oggi, poiché se attualmente la Cina conta 1 miliardo e 350 milioni di abitanti, non si capisce bene come abbia fatto a passare da 500 milioni a 1 miliardo in 20 anni e, nei successivi 50, aumentare solamente di 350 milioni di unità, indipendentemente dal fatto che la Cina post-Mao abbia attuato le politiche familiari di 1 solo figlio per coppia.

Ma tornando ai dati relativi alle stragi commesse indiscriminatamente dal regime di Mao nei 27 anni della sua presidenza, e aggiungendo anche le vittime provocate dalle sue stesse azioni durante la guerra civile e il cammino intrapreso verso il potere conquistato nel 1940 (data della dichiarazione della nascita della Repubblica Popolare Cinese), si può concludere che le azioni messe in atto da un solo uomo sono costate al popolo cinese qualcosa come 45-50 milioni di morti, collocandosi di fatto come secondo evento più catastrofico di sempre nel panorama dell’umanità, dopo quello patito dalla popolazione russa.

Conclusione

Per concludere, vorrei portare all’attenzione dei lettori una mia personale riflessione su questi eventi, segnalando e notando che tutti quanti si sono verificati ed hanno avuto il loro apice a cavallo fra il XIX e il XX secolo, periodo nel quale si sono sviluppate le più brillanti menti di tutti i tempi in campo scientifico, artistico e anche politico. Tale particolare comparsa di così tante menti eccelse ha, molto spesso, condotto altri uomini a pensare di poter guidare o, per meglio dire, comandare sugli altri, perché indicati dal fato come “liberatori” o veri “condottieri illuminati”.

Il risultato? Delle immani ecatombi che difficilmente l’umanità riuscirà a dimenticare o a rimediare.



https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_sino-giapponese

https://it.wikipedia.org/wiki/Mao_Zedong



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