Lusso: Dior e Armani sotto inchiesta per le borse “Made in Italy” prodotte dai migranti
Lusso: i procuratori italiani hanno indagato sulle filiere di fornitura locali di due importanti case di moda italiane.
La loro indagine ha scoperto che alcune borse firmate sono prodotte sfruttando manodopera straniera.
Lusso e migranti: il piano segreto svelato
Questa rivelazione, sebbene sia scioccante per alcuni, non sorprende i lettori che già comprendono il programma delle élite occidentali: inondare Europa e Stati Uniti di immigrati clandestini, per capitalizzare la manodopera a basso costo (voti compresi).
L’inchiesta del Wall Street Journal
Il Wall Street Journal ha citato documenti giudiziari che mostrano che la sussidiaria di LVMH Dior ha pagato un fornitore circa $ 57 per assemblare borse di lusso che vengono vendute a $ 2.780 nei negozi al dettaglio fisici.
Nel frattempo, le borse Giorgio Armani sono state vendute a fornitori locali per circa $ 100, poi rivendute ad Armani per $ 270 e infine messe sugli scaffali dei negozi al dettaglio per $ 1.945 o più.
Il WSJ ha osservato: “I prezzi di costo non includono la pelle o altre materie prime. Le aziende coprono separatamente i costi di progettazione, distribuzione e marketing”.
Chi dovrebbe chiedersi la ragione di costi bassi?
“Perché costa così poco produrre il prodotto?” ha affermato Fabio Roia, presidente del tribunale di Milano, aggiungendo: “I marchi devono porsi questa domanda“.
I procuratori sostengono che alcune delle borse di lusso realizzate dai fornitori delle case di moda con il marchio “Made in Italy” sono in realtà realizzate in fabbriche clandestine all’interno del paese europeo, impiegando manodopera cinese a basso costo.
Affermano che molte delle fabbriche clandestine sono estremamente lontane dai codici di lavoro legali.
Marchi famosi posti sotto amministrazione giudiziaria
Come risultato dell’indagine italiana, a giugno i giudici hanno posto Manufactures Dior SRL, un’unità di Dior, sotto la cosiddetta amministrazione giudiziaria dopo aver stabilito che la sua catena di fornitura includeva aziende di proprietà cinese in Italia che maltrattavano i lavoratori migranti. La stessa misura è stata presa contro Armani ad aprile e Alviero Martini, noto per le sue borse con stampa di mappe e altri articoli, a gennaio. -WSJ
Condizioni di lavoro non etiche
In un’ordinanza di 34 pagine, il tribunale ha scritto che a marzo e aprile la polizia italiana ha trovato lavoratori migranti in “condizioni igieniche e sanitarie inferiori al minimo richiesto da un approccio etico” presso aziende dell’area di Milano nella filiera di fornitura di Dior.
Gli investigatori hanno intervistato i lavoratori di una delle sussidiarie di Armani, GA Operations, che ha assunto diversi subappaltatori di proprietà cinese in tutta Italia.
Questi subappaltatori pagavano ai lavoratori migranti pochi euro all’ora.
“Il problema principale è ovviamente il maltrattamento delle persone: applicazione delle leggi sul lavoro, quindi salute e sicurezza, orari, retribuzione“, ha detto Roia alla Reuters all’inizio di quest’anno.
Lusso: non è questo il Made in Italy che vorremmo
I clienti che si aspettano la massima qualità dal marchio “Made in Italy” stanno scoprendo solo ora che alcuni di questi prodotti di lusso sono macchiati dal lavoro sfruttato dei migranti.
La triste realtà delle frontiere aperte è svelata: si tratta di diluire i lavoratori domestici per i migranti a basso costo.
Per questo, possiamo ringraziare le élite occidentali.
Fonte: https://www.zerohedge.com/markets/dior-armani-under-investigation-made-italy-handbags-produced-migrants
Scritto da TYLER DURDEN
Tradotto da Carlo Makhloufi Donelli
Di questi argomenti abbiamo parlato anche qui:
https://giornalismolibero.com/meretricio-commerciale-dei-rapporti-umani-e-nuovi-stigmi-sociali/