L’impegno italiano nella campagna vaccinale
Il 28/09/2014 l’AIFA annuncia ufficialmente che, con la benedizione del “pacifista” Obama, l’Italia diventa capofila per le strategie vaccinali nel mondo. Il GHSA, guardiano della “salute” universale, decide che le campagne informative europee devono contrastare i movimenti novax. I vaccini di cui si parla in quel contesto, però, riguardano malattie veicolate dagli immigrati del terzo mondo. L’impegno italiano per la campagna, promosso da Healthy Foundation, comincia da Lombardia e Veneto, il produttivo e ricco nord-est.
La Cina come concorrente
Ormai da anni, gli USA e i loro servi-alleati UE vedono nella Cina un pericoloso concorrente per l’egemonia mondiale. La Cina è ormai divenuta liberista e ossessionata dal denaro come qualunque altra nazione occidentale e agisce di conseguenza. Qualche anno fa, l’Italia firmò un accordo economico con la Cina, la “via della seta”. USA e UE erano contrarissimi all’iniziativa. Alla fine del 2019, i mezzi di comunicazione di massa riportarono la notizia che in Cina era scoppiata una pericolosa epidemia. L’unico virus pericoloso diventa quello cinese: per il momento, quelli del terzo mondo sono accantonati.
Il panico in Italia
I cinesi vanno dappertutto nel mondo, però l’Italia viene gettata nel panico perché pare essere la più infettata. Per chi deve fare da capofila nella corsa ai vaccini, è quasi un dovere… Infatti, il fulcro di quella che i media descrivono come una vera pestilenza partì e si sviluppò proprio in quelle zone ricche e produttive del nord-est, dalle quali era partito anche l’impegno italiano per la campagna pro-vaccini del 2014.
I TG, compresi quelli regionali, cominciarono a essere considerati dall’italiano medio come la voce di Dio. Quello stesso italiano medio che, sospesa ogni attività culturale esterna, non si è certo messo a informarsi seriamente per passare il tempo durante le quarantene; casomai ha trovato il modo di aumentare la propria ignoranza e ottusità continuando a usare internet solo per postare scemenze e ordinare cianfrusaglie.
Riflessioni sulle pandemie passate
Nel 2009 ci fu una pandemia simile di cui nessuno si è accorto. È durata un anno e i morti in Italia sono stati 229. Forse il calcolo venne fatto con maggior precisione, visto che nessuno guadagnava a gonfiare le cifre. Non ci fu nessuna restrizione. Nel 2012, lo scrittore USA Quammen prevede (dice lui) nel suo libro “Spillover” la venuta dell’attuale pandemia COVID. In realtà, una situazione del tutto simile si era creata anche nel 2003, cioè nove anni prima. La sindrome SARS, strettissima parente del COVID, parte, anche quella, dall’odiata e temuta Cina.
Wikipedia riporta: “Nei paesi colpiti si verificò un iniziale timore di massa, indotto anche dalle errate notizie che venivano fornite dai mass media. Anche in Europa si diffusero atteggiamenti di panico verso la malattia. I media parlarono di nuova pandemia globale, evocando i fantasmi della spagnola e della peste. Molti stati acquistarono quantità industriali di medicinali, ancora prima che fosse scoperto un vaccino. Il tutto poi si dissolse in una bolla di sapone non appena il microrganismo scomparve.” Comunque, non si era arrivati alle recenti restrizioni folli e ingiustificate.
La diffusione del COVID
Invece, l’epidemia COVID si espande al resto del mondo, pur restando circoscritta alle zone dove possono arrivare i giornalisti. Comunque, le potentissime multinazionali del farmaco avevano già iniziato da anni la loro campagna di colonizzazione. Almeno in Italia, dai neonati agli scolari, i ragazzini vengono sottoposti a vaccinazioni obbligatorie. Alcune vaccinazioni possono essere effettivamente consigliabili, come quelle contro la polio, la meningite, la difterite, ecc., ma perché vaccinare contro morbillo, pertosse o rosolia? Sono malattie che generazioni e generazioni di italiani hanno contratto e superato nell’infanzia, guadagnando l’immunità senza danni o conseguenze. I vaccini superflui possono solo annullare le naturali difese immunitarie, ma risultano un’enorme fonte di guadagno per chi li produce.
I profitti delle multinazionali
Il misterioso virus, presunto cinese, rappresenta una fonte di incalcolabili guadagni per le multinazionali del farmaco ed un’occasione per certi governi di trasformarsi da democrazia da operetta in reale dittatura. Vantaggi per qualcuno, quindi, compresi gli sciacalli che, con ingegno italico degno di miglior causa, sanno approfittare delle situazioni di crisi o di panico diffuso.
Nel 2014, il giornalista Lirio Abbate dell’ESPRESSO pubblicò un’inchiesta sull’operato della veterinaria Ilaria Capua. La Capua e il suo consorte, rappresentanti di colossi farmaceutici e alcuni funzionari del Ministero della Salute, pare avessero contribuito a diffondere il virus dell’aviaria allo scopo di vendere i relativi vaccini. Come nelle fiabe, il medico degli animali la fece franca e volò in America. Per ipotesi, potremo anche immaginare che abbia nel frattempo imparato che non è necessario diffondere artificialmente un virus: basta ingaggiare i media affinché amplifichino a dismisura i comuni effetti di una comune influenza.
Le misure governative
Le misure prese dal governo italiano per arginare la presunta pandemia potrebbero essere state giustificate solo dalla presenza di una vera e propria pestilenza, uguale a quelle di passati più o meno remoti. Ma le pestilenze autentiche uccidono tutti: bambini, adolescenti, giovani, persone di mezza età e gente senza alcuna patologia pregressa, mentre, da sempre, le comuni pandemie influenzali risultano pericolose o addirittura letali solo per individui anziani e/o molto malati.
L’Istituto Superiore di Sanità, sul suo sito (che pochi o nessuno guarda), ha finora confermato che l’età media dei deceduti va dagli 80 in su. Inoltre, afferma che i pazienti deceduti erano risultati positivi, ma non dichiara e sottoscrive che sono morti a CAUSA del COVID. Riguardo a vittime più giovani, in molti casi non risultano informazioni certe oppure sussistevano patologie preesistenti.
Se lo Stato teneva tanto a persone fragili e anziane, perché non ha tutelato solo loro? E viene da chiedersi come mai nessuno si sia particolarmente preoccupato di queste categorie nelle precedenti pandemie influenzali (le più recenti sono del 2003 e del 2009).
