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L’ipotesi di Agenda Setting: il potere dei media nella costruzione sociale della realtà

diversi media bombardano il pubblico con le stesse notizie

Tabella dei contenuti

McCombs e Shaw (1972)

Nel panorama degli studi sugli effetti cumulativi dei media, l’ipotesi di Agenda Setting è una delle teorie più interessanti e suggestive. L’idea di base è che i media non influenzano direttamente l’opinione pubblica, ma piuttosto la loro attenzione e il loro giudizio su ciò che è importante e rilevante in un dato momento.

Secondo Bernard Cohen, la stampa non suggerisce alle persone cosa pensare, ma ha il potere di suggerire ai propri lettori intorno a cosa pensare. In altre parole, la mappa disegnata dai giornalisti, dai direttori e dagli editori dei giornali che leggiamo influenza la nostra percezione della realtà sociale.

L’ipotesi di Agenda Setting è stata teorizzata compiutamente da Maxwell McCombs e Donald Shaw nel 1972, in seguito a una ricerca sulla campagna presidenziale del 1968 a Chapel Hill (USA). L’esperimento consisteva nel confronto tra gli argomenti presentati dai media locali e quelli che il pubblico selezionato indicava come argomenti chiave. I risultati misero in evidenza una relazione tra il rilievo dato dai media nella trattazione dei temi della campagna elettorale, e il giudizio degli elettori riguardo la rilevanza e importanza di alcuni di questi temi.

L’influenza dei media nella costruzione della realtà sociale

Secondo McCombs e Shaw, la comprensione che la gente ha di gran parte della realtà sociale è mutuata dai media. Questo perché i media svolgono un ruolo fondamentale nel processo di costruzione sociale e nella percezione della realtà sociale. Grazie alla loro capacità di selezionare gli argomenti da trattare e di fornire un quadro interpretativo, i media influenzano ciò che il pubblico ritiene importante e rilevante.

Inoltre, l’attenzione degli elettori è rivolta verso tutte le notizie di natura politica, indipendentemente dal fatto che esse provenissero dal candidato preferito. In conseguenza dell’azione dei giornali, della televisione e degli altri mezzi di informazione, il pubblico è consapevole o ignora, dà attenzione o trascura, enfatizza o neglige elementi specifici degli scenari pubblici. La gente tende ad includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto.

La definizione dell’agenda: tematizzazione e rilevanza dei temi

La definizione dell’agenda si divide in due azioni fondamentali: tematizzazione e rilevanza data a una determinata problematica, sullo sfondo del flusso informativo normale. I media selezionano gli argomenti da trattare in base a ragioni di tipo economico, politico o geografico, individuando quei fatti che hanno un elevato valore di notiziabilità all’interno del contesto socio-culturale in cui vengono comunicati.

Come risultato di questo processo, lo spettatore si convince che accade (o che conta) solo ciò che la radio, la televisione o i giornali riportano, e che ciò accade proprio nel modo in cui viene mostrato o riportato. In altre parole, i media creano un frame o framework mediante il quale recepire gli eventi.

Conclusioni

L’ipotesi di Agenda Setting sostiene che i media non dicono alle persone cosa pensare, ma piuttosto a cosa pensare. I media svolgono un ruolo fondamentale nella definizione dell’agenda pubblica, ovvero nell’individuazione degli argomenti da trattare come importanti e rilevanti in un dato momento. Grazie alla loro capacità di selezionare gli argomenti da trattare e di fornire un quadro interpretativo, i media influenzano la percezione del pubblico sulla realtà sociale.

Fonte: “L’ipotesi di Agenda Setting” di Maxwell McCombs e Donald Shaw (1972)

https://www.unisalento.it/documents/20152/224009/L_IPOTESI+DI+AGENDA+SETTING.pdf/a370e5f9-fa07-51f2-7b8c-bf36f9704dba?version=1.0

Tratto da un’intervista di Ita.li

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