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L’inutilità del parlamento europeo ha partorito l’ennesimo disastro

bandiera europea e una moneta da 50centesimi di euro

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Un paio di giorni fa, durante una plenaria molto turbolenta del parlamento Europeo, è stata partorita una nuova normativa – sulla scia del Green New Deal – riguardante le auto e i mezzi di locomozione a combustione interna – benzina e diesel – che, con molta probabilità, darà luogo ad una “guerra” economico-politica di proporzioni inimmaginabili nei prossimi 13 anni, in tutta Europa.

In sostanza, hanno deliberato che dal 2035 non sarà più possibile produrre e vendere mezzi che si alimentino a benzina o a gasolio su tutto il territorio Europeo.

Dopo attente ricerche, non sono riuscito a trovare notizie certe relative alla fine che dovrà fare il parco circolante presente alla fatidica data di stop produzione e vendita, poiché non è ancora stato definito nei dettagli nemmeno dallo stesso parlamento Europeo.

Come molti giornali riportano, questa nuova normativa dovrà essere ancora discussa nei dettagli e, ovviamente, sarà oggetto di pretese e diktat di ogni stato partecipante al dibattito, a seconda degli interessi specifici di ogni nazione.

Per quanto sono riuscito di capire, parrebbe (il condizionale è d’obbligo) che il 2035 dovrà essere un punto fermo di svolta, dopo il quale in tutta Europa non potrà più circolare nemmeno un’auto, una moto, un furgone o un camion a combustione interna che si avvalga di benzina o gasolio (gli unici mezzi a combustione interna permessi saranno quelli che necessiteranno di uno specifico carburante, ovvero l’idrogeno, ma questa tecnologia è ancora lontana dal poter essere utilizzata su larga scala), producendo, così, la necessità di sostituire l’intero parco auto, furgoni, moto e autocarri pesanti in soli 13 anni.

Tanto per dare un’idea della dimensione di questo “evento”, ci sarà la necessità di sostituire in 13 anni la bellezza di 323 milioni di mezzi –non calcolando i mezzi elettrici già esistenti che, a dir la verità, sono una piccola percentuale del totale– per sostituirli con le più “pulite” auto elettriche!

Ascoltando questi immensi insulti all’intelligenza umana, pronunciati dai parlamentari che siedono a Strasburgo, e conoscendo un po’ dei dati che ho riportato e che illustrerò anche più avanti, mi sorgono incalzanti una miriade di domande che mi piacerebbe poter rivolgere a questi decerebrati che ritengono, invece, di aver scritto una delle migliori leggi che l’umanità potesse avere.

https://www.anfia.it/it/automobile-in-cifre/statistiche-internazionali/parco-circolante

Una delle prime domande che mi sorge spontanea (sempre che sia vera la notizia che l’intero parco circolante dovrà essere sostituito, ma alla luce della logica mi sembra assolutamente scontato che sia così, altrimenti avremmo delle aberrazioni impossibili da gestire) è: chi pagherà tutto questo?

Come tutti sanno, le auto elettriche hanno, mediamente, un costo d’acquisto maggiorato rispetto alle “cugine” a benzina o a gasolio di circa il 30%, per cui già questo potrebbe essere un reale problema, specialmente se si considera che stiamo attraversando un momento congiunturale economico di non facile soluzione e che, con molta probabilità, nei prossimi anni, visto ciò che sta succedendo proprio in Europa, potrebbe essere ancora peggio.

A proposito di questo, se provate ad andare in rete e cercare quale sia la convenienza economica fra elettrico e benzina o gasolio, non faticherete a trovare centinaia di articoli che inneggiano all’elettrico, sottolineando con forza a tutti i pro che tale scelta potrebbe comportare, come, ad esempio, il non pagare i parcheggi (?!?) o, meglio ancora, la possibilità di entrare nelle zone a traffico limitato e, per ultimo, il non dover pagare il bollo dell’auto (cosa che già dovremmo fare, se fossimo un briciolo più coraggiosi, visto che già varie sentenze hanno decretato che tale balzello è del tutto illecito) e, per finire, l’assoluta convenienza dei rifornimenti (su questo posso essere d’accordo, ma conoscendo i miei “polli”, con assoluta certezza, nei prossimi 13 anni assisteremo a degli incrementi di prezzo dell’energia elettrica da paura).

Purtroppo, gli stessi che, scrivendo, sottolineano la bellezza e l’assoluto vantaggio nello scegliere l’elettrico, non si soffermano quasi per nulla –solo su un paio di siti ho trovato delle disamine parzialmente “oneste”– sui contro ai quali si va incontro con le auto elettriche.

Al di là delle prestazioni, assolutamente inferiori alle auto a combustione interna, non sottolineano che l’autonomia, per un’auto nuova di piccole dimensioni –city car tipo 500– oscilla dai 250 ai 300 km dichiarati, ma che, come tutte le cose, sicuramente si ridurrebbe intorno ai 200 km, il che vorrebbe dire che una persona che abita anche in periferia a Milano, diciamo verso Pero, e deve andare a lavorare a Rogoredo, percorrendo giornalmente un paio di volte le tangenziali che circondano Milano, e scontrandosi con tutti gli intasamenti e i semafori che incontra, dovrà ricaricare la sua auto come minimo una volta ogni due giorni, se non addirittura tutti i giorni.

E cosa dire di un rappresentante che, come ho fatto io personalmente per svariati anni, percorre ogni giorno 4 o 500 km e, quindi, sarebbe costretto a perdere una valanga di tempo per ricaricare quotidianamente la propria vettura?

Calcolate che un’auto da 40 Kw –media– se si ha la fortuna di trovare un distributore potente (oltre i 50Kw) ci impiega pur sempre quasi un’ora per fare il pieno, mentre se la carica alla propria abitazione non gli basta l’intera notte.

Per non parlare delle super car, che al distributore ci impiegano 2 ore, mentre a casa propria ne devono gettare al vento la bellezza di 22!!

Provate ad immaginarvi i viaggi per le vacanze, quando milioni di auto elettriche si muovono per recarsi da Milano ai litorali Toscani o a Rimini o, peggio ancora, in Sicilia e in Sardegna, e vedrete automaticamente degli ingorghi spaventosi alle aree di servizio per ore ed ore al fine di poter ricaricare la propria auto.

Cose da pazzi!

https://www.dazetechnology.com/it/in-quanto-tempo-si-ricarica-unauto-elettrica/?gclid=EAIaIQobChMIqsHF9KOj-AIVmIjVCh0MhAPaEAAYASAAEgKmNvD_BwE

Esiste anche un altro problema, assolutamente prioritario, che riguarda quelli che, comunemente, chiamiamo distributori di benzina – in Europa ce ne sono circa 100.000, anche se un conteggio vero e proprio non è possibile farlo, per via dei cambiamenti quotidiani dei numeri – e delle cifre che, anche ultimamente, sono state spese dagli imprenditori o dalle stesse case petrolifere per allargare, adeguare o migliorare le proprie stazioni di servizio, per non parlare di tutto il personale che ruota intorno a questo particolare settore!

Tutto ciò, con molta probabilità, se non sparire, come minimo dovrà essere messo a norma per poter soddisfare le nuove necessità del parco circolante di auto elettriche con, ad esempio, il posizionamento di colonnine di ricarica, che dovranno forzatamente essere allacciate alle reti elettriche, con la sottoscrizione, ovviamente, di contratti maggiorati, l’interruzione dei contratti con le case petrolifere e, cosa ancora più onerosa e preoccupante, il dover dissotterrare tutte le cisterne presenti nella stazione di servizio, con la conseguente bonifica dell’intera zona (potrebbe anche essere che le cisterne non debbano essere disotterrate, ma sicuramente verranno emessi dei decreti che obbligheranno i gestori o le case petrolifere alla bonifica del terreno, con un dispendio economico che ritengo sarà esorbitante.

Ma la cosa più abnorme di tutte quelle sopra elencate e che pare non preoccupi minimamente nessuno dei parlamentari che, festanti, hanno esultato per questa loro annunciata vittoria ecologista, riguarda l’intero indotto esistente che gravita intorno alle auto a combustione interna.

Cosa dovranno fare gli immensi magazzini pieni di ricambi per i motori classici, sia delle auto che degli autoarticolati? Cosa dovranno fare i carburatoristi, i pompisti, i meccanici generici che, magari, hanno alle spalle 20 o più anni impiegati nei motori a scoppio e non sanno nulla di elettricità (senza contare che dovrebbero rifare per intero le proprie officine, con dei notevoli esborsi economici) e che, con molta probabilità, si ritroveranno o a dover cambiare lavoro o a rimboccarsi le maniche e iniziare da capo a studiare una nuova “materia” per poter andare avanti con la propria attività?

Potrei continuare ancora, per ore, al fine di dimostrare di che portata sia l’assoluta mancanza di cervello nelle scatole craniche di questi personaggi, che si atteggiano a salvatori del mondo (che, fra parentesi, non ne ha assolutamente bisogno e che, anzi continuerà a sopravvivere “nonostante” noi), ma mi fermo qui, poiché ritengo che ci siano in gioco delle forze talmente potenti che, alla fine, succederà come sempre succede in Europa, in generale, e in Italia più in particolare, ovvero a tarallucci e vino.

Perché questi signori non hanno calcolato che chi comanda nel settore dell’energia, a livello mondo, sono sempre e comunque le famose o famigerate “7 sorelle”.

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