"anche il nulla è pur sempre qualcosa"
Anche il nulla è pur sempre qualcosa

L’asse energetico Russia-Cina

Alleanza Cina Russia

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Negli ultimi mesi, ma in modo più evidente questa settimana, si sta consolidando una rete di cooperazione economica ed energetica tra Russia, Cina e un gruppo crescente di paesi emergenti, tra cui Iran, Arabia Saudita, Brasile e Sudafrica. Questa alleanza, inizialmente percepita come un’intesa tattica anti-occidentale, si sta trasformando in una vera e propria architettura alternativa di potere globale, fondata su scambi energetici diretti, sistemi di pagamento indipendenti dal dollaro e una strategia comune per ridurre la dipendenza dai mercati occidentali.

Il nuovo asse energetico Russia-Cina ha messo in moto un cambiamento strutturale nei flussi globali di energia. Mentre l’Europa si trova in una fase di crisi cronica dovuta al caro-prezzi e alla scarsa diversificazione delle fonti, Mosca e Pechino stanno siglando accordi record per il gas, il carbone e il petrolio, costruendo infrastrutture logistiche e industriali capaci di sostenere un intero mercato parallelo a quello atlantico.

Una nuova Bretton Woods silenziosa

Il cuore del cambiamento non è soltanto economico, ma monetario. Sempre più transazioni tra Russia, Cina e paesi alleati avvengono in yuan, rubli o valute locali, riducendo drasticamente il peso del dollaro negli scambi energetici. Gli analisti più attenti parlano di una “de-dollarizzazione di fatto”, che potrebbe avere conseguenze sistemiche sui mercati globali nel giro di pochi anni.
Se questo processo continuerà, assisteremo a una nuova Bretton Woods silenziosa, in cui la finanza e l’energia saranno progressivamente separate dal dominio statunitense.

La posizione dell’Europa: isolamento o adattamento

L’Europa, intanto, appare sospesa tra due poli: da un lato la fedeltà alla politica sanzionatoria della NATO, dall’altro la necessità pragmatica di rifornirsi di energia a costi sostenibili. I segnali provenienti da Germania e Italia parlano di un malcontento crescente tra le imprese, sempre più soffocate dai prezzi industriali e dalle restrizioni commerciali.
A livello politico, le tensioni interne tra i governi dell’UE e la Commissione stanno raggiungendo un punto critico, e non è escluso che nei prossimi mesi si apra un dibattito sulla possibilità di accordi energetici più autonomi con Mosca e Pechino.

Le implicazioni globali

Se l’asse energetico Russia-Cina continuerà a espandersi, potremmo assistere a un riequilibrio profondo dell’ordine mondiale: non più centrato sul potere finanziario occidentale, ma su un blocco produttivo e infrastrutturale euroasiatico.
Questo scenario, che fino a pochi anni fa sembrava impensabile, ora si configura come una delle transizioni più sensazionali del nostro tempo — una rivoluzione silenziosa che potrebbe ridefinire i concetti stessi di sovranità, globalizzazione e sicurezza energetica.

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