Inoltrandomi sempre di più nel cammino della mia vita e guardandomi intorno, fra la gente che incontro e con la quale ho occasione di interfacciarmi, mi accorgo sempre più che la maggior parte di noi, si fa intrappolare all’interno di schemi pre – costituiti e alla fine, non riesce a percepire le possibili bellezze che lo circondano.
Fin da quando nasciamo, abbiamo la malaugurata sfortuna di doverci accontentare di un “contratto a termine” visto che ad oggi ancora la morte non è stata nè sconfitta nè sufficientemente capita.
La maggior parte delle colpe, ricadono su coloro i quali hanno forgiato le società, con tutti i loro limiti e le loro brutture e che non sono ancora riusciti a modificare l’andamento delle cose, di modo da poterci godere le bellezze che la natura ci offre e le infinite possibilità che la nostra sempre più longeva vita potrebbe regalare.
Ed è proprio qui il problema.
Oggi, visto il costante allungamento della nostra vita e considerando che nell’arco dei prossimi 50/100 anni l’età media potrebbe anche arrivare a 110/120 anni – teoricamente l’età dell’uomo potrebbe anche non avere limiti così esigui, dandoci la possibilità di raggiungere pure i 2/300 anni – l’umanità intera si dovrebbe iniziare a porre dei quesiti ben più pressanti di quanto stia facendo ora e sostanzialmente dovrebbe iniziare a considerare di modificare l’intero sistema sociale mondiale.
Mi rendo altresì conto che un tale processo non potrebbe mai essere guidato scientemente da chicchessia, bensì avrebbe bisogno di una coscienza diffusa in tutti noi.
Il discorso ovviamente è molto complesso, con interconnessioni fra diversi aspetti della nostra vita quotidiana ma solo a mero titolo esemplificativo, vorrei fare dei paralleli con fatti spiccioli di vita di tutti i giorni.
Il manager aziendale che insiste a sbattersi ad arrabbiarsi, a non avere mai tregua e a lavorare 12/14 ore al giorno 7 giorni su 7, a quale scopo lo fa? Per accumulare ricchezza, potere, sicurezza? E per farsene cosa? Per caso ha la capacità di a 60/70 anni godersi le immense ricchezze accumulate? No la risposta è ovvia.
Così come il padre o la madre di famiglia, che si rende conto che il suo rapporto è finito e continua a mandarlo avanti per inerzia, paura dell’ignoto, convenienza o pigrizia? Quanto sarebbe meglio e di miglior gestione per tutti, il realizzare la realtà e, come si dice, voltare pagina in tranquillità!
E ancora, il politico che non si arrende mai e, nonostante l’età, insiste a sbattersi di qua e di là per essere sempre sulla scena ed avere ancora una parvenza di potere. Tralasciando il fatto che per fare ciò, mente, tradisce, ruba e uccide il vero senso della vita.
I latini dicevano “cui prodest”, a chi giova?
Per converso, devo riconoscere che essite anche un sempre maggior numero di persone, scienziati, studiosi, letterati, che silenziosamente lavorano e si adoperano più per il bene collettivo che per il proprio.
A tutta questa gente e al loro incremento esponenziale, è legato in definitiva, il possibile futuro della nuova umanità.
chiave di questo ipotetico cambio di rotta da parte dell’umanità, è la comprensione da parte di sempre più numerose persone, di acquisire quella libertà di mente che gli permetta di affrancarsi da tutti gli stereotipi, schemi o clichè precostituiti da delle società ormai destinate a morire.
Il vero segreto è liberarsi da tutto ciò che ci è stato insegnato ed iniziare a ragionare con il nostro cervello adottando, per esempio calzante, la classica filosofia cinese: sedersi sulla sponda del fiume ed aspettare.
Per estrinsecare la filosofia in atteggiamenti di maggior praticità, significa cercare di vivere la nostra vita chiedendoci sempre il perchè delle cose e perchè le facciamo.
La vita non è più così corta come si diceva un tempo e siamo ormai giunti in un’era dove la tecnologia, se impiegata correttamente, ci può dare infinite possibilità.
E allora domandiamoci perchè non lo facciamo e consideriamo che solo con una sempre maggior diffusione di un tale modo di pensiero, si potranno, con il tempo, modificare le società dell’intero pianeta.
La vita è bella, godiamocela.!!
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Luca Bandini
Nato a Milano il 12 Agosto 1960, figlio di Franco Bandini e Paola Montini.
Trasferitosi in Toscana a 10 anni, ha frequentato Liceo Scientifico e Istituto Tecnico Agrario.
Interrotto gli studi per un grave incidente con la moto, ha iniziato a lavorare in svariati settori.
Dopo molteplici esperienze lavorative, si e' trasferito ad Abu Dhabi dove risiede attualmente.
Ha sempre seguito il padre, storico e scrittore di fama mondiale, senza peraltro seguirne mai le orme.
Solo negli ultimi 15 anni, ha iniziato a cimentarsi nella difficile arte dello scrivere.
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