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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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La sovranit­­á moderna

banconote americane

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Guardo con sgomento a tutti gli accadimenti di questi giorni e mi pongo una miriade di domande. A prescindere dalla naturale paura che tutti quanti abbiamo di fronte al male e, in particolare, di fronte a un nemico invisibile che molti non sanno nemmeno cosa è, ma che continua a mietere vittime su vittime. Devo riconoscere che, nonostante io sia un ottimista di natura, un certo timore latente nel mio cervello, ce l’ho sempre.

Ad incoraggiare questo timore, mi vengono in aiuto molti film, scritti, articoli o documentari, sugli effetti disastrosi che potrebbe avere sull’umanita intera, una pandemia fuori controllo: potrebbe anche decimare violentemente tutta l’umanità. E poi sarebbero dolori. Ma tralasciando per un momento quello che sembra essere il principale problema o che per lo meno è stato fatto apparire per tale, vorrei spendere qualche parola sull’incredibile successione di fatti che ha caratterizzato l’ultimo ventennio del nostro paese, in particolare, dell’Europa intera. 
Fin dall’ingresso nell’Unione Monetaria Europea, si era capito che sarebbe stato molto difficile il cammino per l’integrazione, in quanto coloro che avrebbero dovuto tutelare il nostro interesse e portare a termine una trattativa a nostro favore o, per lo meno, non a nostro svantaggio, per loro interessi personali o per stupidità, hanno svenduto il nostro patrimonio ad un’idea assolutamente
fallimentare. 

Perchè fallimentare? Perchè i presupposti iniziali, sulla base dei quali tutto è nato, erano e restano sbagliati. Tutta questa operazione non è altro che un tentativo – estremamente riuscito fino ad ora – della Germania, di raggiungere quell’egemonia sull’Europa che altrimenti, nella storia del secolo scorso, non era riuscita a raggiungere con le due Grandi Guerre. Dal punto di vista della Germania, tutto fila liscio, infatti, i suoi pensatori, hanno ben detto .

Ed ecco che con l’aiuto del mariulo di turno, la Francia, alla quale ha promesso un posto privilegiato alla tavola imbandita e con la stupidità insita negli uomini da poco, che governano gli altri Stati, ha teso una perfetta trappola, specialmente a noi.
E ci siamo cascati in pieno. Per dirla in gergo da pescatore, abbiamo mangiato esca, amo, lenza e canna reputandoci addirittura
fortunati di questa immensa occasione.
I nomi di questo disastro, sono a tutti noti ma mi fa piacere ricordarli ancora una volta. Sono i Prodi, i Monti, i Letta, i Veltroni aiutati dai vari presidenti della Repubblica alternatisi al comando in questi ultimi 20 anni.

Oggi, a causa di questa pandemia improvvisa e soprattutto grazie alla ineluttabile incapacità a gestirla di quei poveri sciagurati che si trovano a manovrare le leve del comando, il problema è saltato evidentissimo agli occhi di tutti. Diciamo che la pandemia è servita da catalizzatore della situazione.

Prima di tracciare quello che secondo me dovrebbe essere il nostro cammino condiviso, nell’immediato futuro a pandemia finita, vorrei dire due parole su quello che, economicamente, ci aspetterà alla fine di questo incubo.

Secondo calcoli fatti dalla C.G.I.A. di Mestre e anche da altri istituti di statistica, il nostro paese subirà una flessione del Pil oscillante fra un ottimistico -5% e un più, secondo me, probabile -20%. Ciò si tramuterà, in soldoni, in un fabbisogno per poter riprendere la vita normale, di una cifra astronomica che va dai 500 ai 1000 miliardi di Euro. Se basteranno. E se la pandemia si fermerà entro un mese al massimo. Altrimenti sarà davvero la bancarotta per tutto il paese.

Quello che noi dovremmo fare, ma che per svariati motivi, sono arciconvinto non faremo mai, è di indire un referendum popolare, al quale aderire in massa e con voto plebiscitario decretare l’uscita dalla moneta unica, tornando ad essere paese sovrano con relativa Sovranità Monetaria.

Tanti dicono che non si può fare poichè abbiamo un debito nei confronti dell’Europa, che dobbiamo onorare, ma è proprio lì il bello della questione. Se l’Italia tornasse a battere moneta, quindi riconvertendo il debito in Lire, l’Europa sarebbe giocoforza costretta ad accettare la nuova valuta, pena il non vedersi pagare i crediti. Ovviamente dovremmo creare una nuova Lira, con parità di valore, ovvero 1 Lira=1 Euro altrimenti si incorrerebbe nei soliti problemi di frazionamenti assurdi.

A corroborare questa possibilità, cito solo quello che tutti dicono, ovvero che l’Italia ha un patrimonio socio culturale e di capacità imprenditoriale, unico al mondo e la nostra capacità di fare eccellenza, non ha eguali in nessun dove. Inoltre, deteniamo il patrimonio economico privato più grande di tutta l’Europa come minimo, se non dell’intero mondo.
La possibilità di fare questo ce l’abbiamo, il problema è se riusciremo una volta tanto, ad essere uniti e compatti per raggiungere uno scopo che porterà solo benessere all’intero paese.

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