Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto

La pericolosa escalation del conflitto in Ucraina

Russia-Ukraine war

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Quello che sta accadendo sotto ai nostri occhi, ha veramente dell’incredibile e non ritengo che possa esserci nessun tipo di spiegazione plausibile, poiché va contro ad ogni e qualsiasi logica.

In questi ultimi due anni e mezzo, cioè da quando la guerra che “covava” sotto la cenere dei continui soprusi perpetrati dall’Occidente verso la Federazione Russa attraverso i suoi burattini, messi al comando di una delle più ricche nazioni dell’Est Europeo – dal punto di vista delle materie prime – ovvero l’Ucraina, è esplosa con l’invasione dell’esercito Russo nei territori del Donbass, abbiamo assistito alla più becera reazione di tutto quanto l’Occidente, che ha preferito di gran lunga far morire oltre mezzo milione di giovani – da una parte e dall’altra – piuttosto che accettare una pace ormai sancita con l’accordo di Istanbul dell’estate del 2022.

Le velleità statunitensi

E tutto questo, come ho già avuto modo di spiegare in numerosi articoli, a causa delle velleità Statunitensi verso il loro intramontato sogno di egemonia mondiale e di Nuovo Impero indiscutibile che può decidere delle sorti di qualsiasi altra nazione sulla faccia della Terra.

Motivazioni in discussione

Ma, onestamente, anche a me, la sola motivazione del denaro, del potere assoluto e del volersi sentire in qualche modo come “gendarmi del mondo”, sta andando molto stretta, alla luce degli ultimi avvenimenti, e più si va avanti a sentire gli sproloqui dei vari mentecatti di turno, e meno si riesce a capire quale sia realmente il fine ultimo di chi guida tutto ciò.

Gli aiuti all’Ucraina

E per delle ragioni molto semplici, che ora cercherò di spiegare:

Come abbiamo visto nel recente passato, in merito agli aiuti concessi all’Ucraina, siamo passati dalla fornitura di munizioni e armi leggere, alla concessione di mezzi corazzati e sistemi di difesa più sofisticati, passando poi alla consegna di mezzi corazzati pesanti e missili a corto e medio raggio, fino ad oggi, quando si paventa non solo la concessione di missili a lungo raggio, insieme ai primi caccia forniti dalla Francia, ma anche alla possibilità di colpire il territorio Russo con i suddetti missili, e non per un’operazione di difesa, ma chiaramente di attacco.

L’intervento francese

Infatti, dalle dichiarazioni del massimo esponente dei pazzi scatenati che ci guidano, Emmanuel Macron (chiamarlo mentecatto o cerebroleso è fargli un complimento), la Francia consegnerà non solo i primi Mirage di quarta generazione, sofisticati caccia da combattimento, ma doterà questo simpatico regalino all’esercito Ucraino di una Task Force di “istruttori” francesi che si adopereranno per l’addestramento dei piloti Ucraini e, di fatto, costituiranno “truppe NATO” all’interno del conflitto (anche se, in buona sostanza, e taciute da tutti, le truppe già ci sono sul suolo Ucraino). Addirittura, Macron ha dichiarato apertamente di voler costituire una “Brigata Francese” che possa assolvere al compito di istruzione nell’uso delle nuove armi e, sostanzialmente, partecipare alla guerra in corso, anche perché non penso proprio che militari francesi si rechino in Ucraina disarmati.

https://www.agi.it/estero/news/2024-06-06/ucraina-francia-manda-istruttori-piloti-e-caccia-mirage-26669164

Il D-Day e l’Ucraina

E cogliendo la ghiotta occasione dell’ottantesimo anniversario del famoso D-Day – 6 giugno 1944, sbarco in Normandia – tutti i capi di stato dell’Occidente si sono riuniti, appunto, in Normandia, dove, frammezzate e supportate dalle innumerevoli cialtronerie sparate a vanvera da quasi tutta la stampa Europea (a dimostrazione di quanto la nostra informazione sia prona di fronte al potere e, soprattutto, incapace di far emergere qualche spirito libero che si possa opporre a tutto questo bailamme degno della peggior Torre di Babele moderna), hanno fatto a gara a chi le sparava più grosse, garantendo al pagliaccio Zelensky, invitato per l’occasione come ospite d’onore, tutto il sostegno possibile e immaginabile, paragonando lui e il suo paese all’ultima linea di confine prima dell’invasione dei “nuovi Nazisti”, incarnati dal redivivo Hitler/Putin.

L’Ucraina nella Seconda Guerra Mondiale

Dimenticandosi però di un fatto assai singolare, e cioè che, durante la Seconda Guerra Mondiale, purtroppo per loro e per la loro narrazione, l’Ucraina era schierata apertamente dall’altra parte, e cioè sosteneva apertamente Hitler e la Germania; quindi, chiamarli oggi a partecipare a un evento che ricorda la coalizione occidentale che ha fatto cadere il regime nazista, è, perlomeno, paradossale.

La posizione della Meloni

Per nostra fortuna, fra i tanti appunti che si possono fare al governo nostrano della Meloni, c’è da dire che, in maniera piuttosto lungimirante, la nostra Presidente del Consiglio ha visto bene di defilarsi, votando contro all’autorizzazione dell’uso di armi Italiane oltre confine Russo, per cui, sebbene in ritardo, forse ci siamo salvati per il rotto della cuffia.

I rischi per l’Italia

Aprendo una piccola parentesi, vorrei ricordare a tutti che, nonostante questa azione, anche se tardiva, nel tentativo di salvare il salvabile, nell’ipotesi di una deflagrazione della guerra a livello mondiale e, quindi, giocoforza, nucleare, i primi bersagli che verranno colpiti sono proprio sul nostro territorio, sotto forma di circa 90 testate posizionate fra Brescia e Pordenone – come descritto in un recente articolo – per cui questa opposizione di facciata, con molta probabilità, servirà a ben poco.

Fino a quando l’Occidente vorrà “tirare la corda”?

Ma al di là di tutto ciò, quello che realmente non riesco a comprendere è fino a quando tutto l’Occidente vorrà “tirare la corda”, rischiando realmente di mettere Putin con le spalle al muro e costringendolo, di fatto, a reagire di conseguenza.

L’escalation controllata

Anche se Macron, Stoltenberg – un altro imbecille patentato – e Biden hanno dichiarato, non poi tanto velatamente, che vogliono spingere ad un’escalation controllata, in sostanza, per mettere alla prova la solidità delle intenzioni Russe e di Putin, è fuori discussione che lo stesso Putin, di fronte a degli smaccati superamenti della famosa “linea rossa”, non potrà fare altrimenti che aumentare il livello dello scontro.

La reazione russa

E, domanda che rivolgo a tutti quanti: in una situazione simile, credete veramente che l’intero sistema militare della Federazione Russa si potrà limitare a qualche azione di “contenimento”, piuttosto che usare la deterrenza per ribadire ulteriormente di non esagerare, lasciando così liberi gli Occidentali di sferrare per primi un attacco “preventivo”?

Assolutamente no!!!

L’escalation dello scontro

Nel momento stesso che Putin e tutto il suo Stato Maggiore, sia politico che militare, decideranno di alzare l’asticella dello scontro con l’Occidente – perché di questo si tratta – non ci sarà più scampo, e la parola “fine” sul tipo di umanità che abbiamo imparato a conoscere, verrà scritta.

L’uso delle armi nucleari

Perché, fino a quando si tratta di decidere se utilizzare un determinato contingente di carri armati o di missili o di navi particolari, il discorso è abbastanza diluito nel tempo, ma quando si tratta di dover utilizzare armi nucleari portate da missili come il Sarmat II, che viaggia a 26.000 km/h, capite bene che le cose devono essere decise e messe in atto in pochissimi minuti e, di conseguenza, il destino dell’intera umanità si potrebbe decidere nel volgere di una giornata solamente.

La paura di un futuro cupo

Personalmente, è proprio questo aspetto della situazione attuale che mi terrorizza, poiché potremo anche correre il rischio di svegliarci una brutta mattina e accorgerci che tutto quello che conoscevamo, ormai, non c’è più, e che l’unica cosa che ci aspetterà, d’ora in poi, sarà solo la sofferenza assoluta.

Sempre che si abbia la sfortuna di restare vivi per vedere l’immensa follia di questa umanità malata.

https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2024/06/07/biden-macron-armi-ucraina

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