Negli ultimi giorni, gli Stati Uniti hanno assistito all’introduzione di una misura gravissima: la legge marziale nel centro di Los Angeles. Questa decisione, presa con la giustificazione ufficiale di contenere disordini e saccheggi, rappresenta un passo indietro nella storia democratica del paese, una deriva autoritaria mascherata da emergenza.
Un attacco alla democrazia e ai diritti civili
La legge marziale non è una semplice misura di sicurezza: è la sospensione dello stato di diritto, la messa in ginocchio delle libertà fondamentali. Il coprifuoco imposto per dieci ore giornaliere non solo limita il diritto alla libera circolazione, ma instilla paura e tensione tra la popolazione, soffocando ogni forma di dissenso. Il ricorso a mezzi militari per gestire problemi di ordine pubblico segnala l’incapacità delle istituzioni civili e tradisce una visione dello Stato come regime di controllo, non come garante della libertà.
Una militarizzazione pericolosa e illegittima
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha giustamente definito la militarizzazione di Los Angeles “pericolosa e illegittima”. La presenza di soldati armati per le strade trasforma la città in una zona di guerra interna, un’area in cui il cittadino è trattato come un sospetto, un potenziale nemico. Questo approccio repressivo rischia solo di aumentare la tensione sociale, di alimentare il risentimento e di spingere verso ulteriori proteste, creando un circolo vizioso di violenza e repressione.
La falsa narrazione dell’emergenza
Dietro l’introduzione della legge marziale si nasconde una narrazione falsa e manipolatoria: quella di un’emergenza ingestibile, che giustificherebbe qualsiasi restrizione dei diritti. La realtà è ben diversa: i disordini, pur gravi, sono la conseguenza di problemi strutturali mai affrontati con reale volontà politica. Usare la legge marziale come risposta significa rifiutare il dialogo, la riforma e la giustizia sociale, preferendo la strada della paura e del pugno di ferro.
La lezione da non dimenticare
La storia insegna che la legge marziale, quando imposta senza giustificazione reale e senza un limite temporale chiaro, è il sentiero che porta alla dittatura. Gli Stati Uniti, un tempo faro di libertà e democrazia, stanno rischiando di diventare il teatro di un autoritarismo di fatto, con la scusa della sicurezza pubblica. È fondamentale opporsi con fermezza a questa deriva, perché “la legge marziale è la sospensione dello stato di diritto, la messa in ginocchio delle libertà fondamentali.”
