Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto

La Guerra russo-ucraina in numeri

Ucraina devastata

Tabella dei contenuti

A meno che non ci siano dei colpi di scena dell’ultimo minuto, nell’arco del mese di marzo, con molta probabilità il conflitto Russo-Ucraino avrà termine e, quindi, é ora di fare un’analisi approfondita, non tanto sulle ragioni o sulle colpe di Tizio Caio e Sempronio, ma sotto il profilo dei numeri che, come ci insegnano a scuola, non mentono mai.

In questo articolo non analizzerò assolutamente quali possono essere stati i prodromi di questa ennesima iattura dell’umanità, cosa che ho già avuto occasione di fare in recenti articoli, ma cercherò di dipingere il quadro generale della questione in ragione di cosa, quanto e chi pagherà il conto salatissimo che la storia ci presenterà.

Durata del conflitto e contendenti

Come, penso, tutti ormai sapranno, il 24 febbraio del 2022 l’esercito russo, sotto il comando di Vladimir Putin, é entrato nella regione Ucraina del Dombass, dando il via a quella che lo stesso Putin ha definito “Operazione Militare Speciale”, tesa, secondo il punto di vista russo, a difendere le popolazioni russofone delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Dalla parte della Russia si é apertamente schierato il presidente della Bielorussa Lukashenko sia per i patti di stretta alleanza siglati con Putin, sia per vicinanza culturale e politica.

Oltre a questa nazione, una buona fetta del popolo Ucraino – circa il 20% – ha appoggiato l’operazione di Putin insieme ad un’altra repubblica separatista, dichiaratasi indipendente nel lontano 1990, e da allora in costante opposizione sia al governo Moldavo che a quello Ucraino.

Sotto il profilo internazionale, praticamente l’intero occidente, composto da Europa e Stati Uniti d’America, ha da sempre fermamente condannato l’azione di Putin, definendola a più riprese come una proditoria invasione e, altresì, definendo lo stesso Putin come feroce dittatore.

A sostegno della Russia si e schierata. anche se non apertamente, la Cina di Xi-Jin-Ping, sostenendola con forniture di armi e beni necessari alla sopravvivenza del popolo russo, nonché aprendole, di fatto, il mercato interno cinese per quanto riguarda il petrolio e il gas naturale (anche perché l’Europa aveva praticamente interrotto il consumo di queste due materie prime).

Come accade sempre, anche altri paesi, più o meno apertamente, hanno continuato a fornire armamenti alla Russia – Iran, Turchia, e altri – in contrapposizione diciamo al blocco occidentale.

Costi finanziari per il blocco occidentale

Importantissimo chiarire subito quali siano le differenze sostanziali fra Russia e Ucraina a livello finanziario e, di conseguenza, quale sia stato l’impatto economico di questa assurda guerra sui due paesi.

La prima ha un PIL di circa 2 mila miliardi di dollari – per fare un paragone, basti pensare che l’Italia ha un Pil di 2200 miliardi di dollari – mentre l’Ucraina ha un Pil di dieci volte inferiore – circa 200 miliardi di dollari – e, per di più, a differenza della Russia, dalla dissoluzione dellUnione Sovietica nel ‘91, la ricchezza pro-capite non é cresciuta come lo ha fatto in Russia, attestandosi ad un -20% rispetto al periodo sovietico.

Da un rapporto dell’Ukraine Support Trecker, in questi 3 anni l’Ucraina ha ricevuto 267 miliardi di dollari sia dell’Europa che dagli USA, suddivisi in 120 di aiuti finanziari e umanitari e 147 in armamenti militari, cosa che le ha permesso di resistere fino ad oggi all’invasione russa.

L’Europa, dal canto suo, ha varato nei tre anni un totale di 16 pacchetti di misure restrittive nei confronti della Russia – sanzioni – per la maggior parte di carattere economico, sperando di poter piegare la volontà del “dittatore” Putin.

Ma l’unico risultato ottenuto da questa strategia é stato quello di far lievitare a dismisura linflazione nella stessa Europa, un’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche che stiamo pagando tutti quanti e sui quali i nostri governi stanno discutendo proprio in questi ultimi tempi – basti vedere gli effetti devastanti sulla politica tedesca che, proprio ieri, ha bocciato politicamente il vecchio cancelliere Scholz, in quanto responsabile della politica tedesca che ha portato il paese sull’orlo della recessione – e mettere in ginocchio l’economia della stessa Ucraina.

Per converso, e contro ogni previsione degli esimi analisti occidentali, il PIL della Russia, invece di diminuire, é aumentato notevolmente, grazie sopratutto all’apertura del mercato cinese che le ha garantito, di fatto, la possibilità di continuare a vendere le proprie risorse energetiche.

E poi si arriva al costo effettivo dei tre anni di guerra che, per l’Ucraina, pesa per circa il doppio del suo PIL, mentre per la Russia si parla – da prendere con le molle – di una spesa fino ad oggi di circa 211 miliardi di dollari. Ed e proprio in questi giorni che il neo-eletto presidente Trump, sta presentando il conto a Zelensky, sotto forma di cessione di materie prime – terre rare, cobalto, litio, petrolio e gas – nonché di infrastrutture portuali ed altre risorse del paese, per un valore totale astronomico, quantificabile in circa 500 miliardi di dollari.

Ancora peggiore é lo scenario europeo, in quanto le scellerate politiche del vecchio continente hanno già portato ad un aumento della spesa militare di circa il 66% rispetto al pre
guerra, con la certezza che tale aumento non si fermerà, portandoci ad aumentare la spesa militare dei prossimi anni dai 364 miliardi spesi nel corso di questo conflitto a, probabilmente, una cifra doppia.

Addirittura, lo stesso Trump esorta l’Europa ad aumentare la spesa militare in ragione del 3 o financo il 5% del PIL di ciascuna nazione, il che vedrebbe una spesa pari a quasi 1000 miliardi di dollari, considerando che il PIL europeo del 2023 era poco inferiore ai 19 mila miliardi di euro.

L’unica considerazione che va fatta, visti questi numeri, é che i nefasti effetti economici di questa ennesima follia li pagheremo tutti quanti noi nei prossimi 10, se non 20 anni, anche e sopratutto perché, a pace raggiunta, ci sarà da rimettersi le mani nelle tasche per la quasi totale ricostruzione dell’Ucraina.

Vittime

Probabilmente non sapremo mai quanti morti, feriti, dispersi diretti e indiretti siano stati causati da questa guerra – ancora oggi le cifre relative al secondo conflitto mondiale non sono chiare e non c’è un analista che sia daccordo con un altro – ma di fronte alle cifre “ufficiali”, rilasciate sia dalla Russia, circa 350 mila morti fra i militari, e dallUcraina, si parla incredibilmente di “soli” 35 mila morti fra civili e militari.

La realtà, al contrario, ci parla di una fuga di massa dal paese di oltre 6 milioni di persone, di 4 milioni di migrazione interna e di un numero oscillante fra i 300 e i 500 mila morti, feriti o dispersi, per lo più da parte della popolazione civile. Per la Russia, con molta probabilità, le cifre sono uguali, se non superiori, andando a rasentare le 600 mila vittime.

Osservando i filmati dei TG che ci arrivano ogni giorno, insieme anche a video indipendenti che, a volte, filtrano in rete, e vedendo quale assurda devastazione sia stata effettuata in tutta la parte meridionale dell’Ucraina, é del tutto ovvio che, nel prossimo futuro, questo martoriato popolo dovrà assommare nelle fila delle vittime un altro cospicuo numero dovuto agli effetti collaterali, quali fame, miseria, malattie, mine inesplose, ecc.

Conclusioni

A fronte di tutto questo sfacelo, le considerazioni che mi sento di trarre sono in principal modo che l’Europa tutta ha miseramente fallito nei suoi intenti, rivelandosi per quello che in realtà é, e cioè un’accozzaglia di paesi senza alcun tipo di coesione, storia comune, valori condivisi, che si fa guidare da una potentissima lobby che si é appropriata di un effimero potere centrale solo per perseguire i suoi obiettivi primari: la conservazione del potere a tutti i costi.

In secondo luogo, sulla evidente disgregazione del vecchio Patto Atlantico e della NATO, il nuovo corso Statunitense, prevedendo la perdita dell’egemonia imperialistica tanto perseguita ed agognata in questi ultimi 80 anni, sta facendo di tutto per sganciare la Russia dal ferale abbraccio cinese – e sopratutto per scongiurare lavvento dei BRICS – e per tornare alla ribalta come massima potenza mondiale, soggiogando l’Europa.

E tutto questo per cosa?

Solo per non accettare un passaggio di proprietà di alcuni territori?

Cosa che, fra parentesi, era già stata sancita dagli accordi di Istanbul nel marzo del ‘22 e che avrebbero potuto farci risparmiare 1 milione di morti, una debacle economica per tutta lEuropa in primis e uno sconvolgimento tale che ci vorranno almeno 10 anni per tornare alle condizioni pre guerra.

Come ho già avuto più volte occasione di dire, fino a quando non riusciremo a superare questo infinito dualismo e guerra muscolare fra chi la pensa in un modo e chi al contrario, l’umanità non avrà assolutamente la minima speranza di un futuro diverso da quello al quale siamo stati costretti ad assistere per 3 lunghi anni.

E i guerrafondai ringraziano.

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