Il “caso”
Casal Palocco, nel pomeriggio di mercoledì scorso due macchine sono rimaste coinvolte in un grave incidente.
Nello scontro ha perso la vita un bambino di 5 anni che viaggiava su una Smart ForFour; alla guida del veicolo la madre che, insieme all’altra figlioletta a bordo, hanno riportato delle ferite gravissime, fortunatamente non letali.
La Smart si è scontrata con una Lamborghini, a bordo 3 ragazzi e una ragazza, alla guida un giovane ventenne.
Il gruppetto, che spopola sul web è noto come “The Borderline”, il nome è già tutto un dire. Tali soggetti hanno un seguito di 600mila persone sull’omonimo canale Youtube.
Ma che video postano per attirare tanta attenzione? Beh, questi signori lanciano sfide estreme, e parrebbe che l’ultima fosse quella di rimanere in auto per ben 50 ore di seguito.
La tragedia ha dato lustro alla loro popolarità perché, si sa, la curiosità è insita nella mente umana, il desiderio di guardare i loro video non ha fatto altro che aumentare i clic, ingrossando i guadagni di qualcuno.
Insomma, stringendo il discorso, tutto ruota intorno al Dio denaro, la frittata la puoi girare e rigirare come vuoi, sempre in padella ricade.
Influencer, YouTuber, Streamer e compagnia cantando non si sfregano certo le meningi a caso; aspirano, oltre che alla facile notorietà, anche a riempirsi i portafogli senza troppo sudare.
Come dare torto a Fabrizio Caramagna quando afferma: “Senza garbo, talento, eloquenza, senza un perché. Sono influencer, tronisti, veline, vincitori di reality. Popolari adesso. Ma in futuro pagine bianche sui libri di storia”.
Ma chi sta dietro tutto questo? A chi attribuire la responsabilità?
Perché da quando la notizia del tragico incidente è rimbalzata su tutti i giornali e notiziari, da subito si è aperta una voragine, dov’è caduta, inconsapevolmente, la Responsabilità.
Ho letto e ascoltato che tutti dobbiamo sentirci responsabili di quanto è accaduto. Beh, non sono d’accordo!
Io considero responsabili, in primis, chi non oscura profili social dai contenuti nefasti e canali web gestiti da individui che spronano alla tenuta di comportamenti pericolosi e distruttivi per sé e per gli altri.
Inoltre, la responsabilità è di chi ha cagionato il danno, stiamo parlando di un ventenne, che dovrebbe (in questo caso il condizionale è super d’obbligo) essere consapevole delle conseguenze delle castronerie che posta in rete, oltre a metterle in atto e/o lanciarle come sfide, ma verosimilmente l’effimero successo offusca la mente, e il denaro indemonia l’anima.
Non so, ma ho l’impressione che quasi quasi, a qualcuno piaccia che le persone perdano la capacità di giudizio e si lascino influenzare solo ed esclusivamente dai nuovi mezzi di comunicazione.