Carabinieri e assistenti sociali entrano in casa, la famiglia denuncia l’assenza di provvedimento valido; il popolo chiede trasparenza e giustizia.
La vicenda del rapimento di nathan e liam a Caprese Michelangelo scuote la comunità e solleva questioni giuridiche e civili fondamentali: secondo la famiglia — e numerose testimonianze raccolte in rete — carabinieri e assistenti sociali si sarebbero introdotti con la forza nell’abitazione di nadia paulovich e harald leo valentin e avrebbero portato via i bambini senza esibire un provvedimento giudiziario firmato in umido (e quindi valido a tutti gli effetti). Queste affermazioni configurano gravissime violazioni del diritto di famiglia, del diritto alla casa e di procedure amministrative essenziali.
Contesto e ricostruzione delle accuse
Secondo le informazioni diffuse pubblicamente dalla famiglia e dai sostenitori, la sequenza degli eventi sarebbe questa: un intervento congiunto di forze dell’ordine e servizi sociali, accesso forzoso alla casa (tra l’altro dichiarata territorio fuori giurisdizione), immediato prelievo dei bambini (nathan e liam) e trasferimento in struttura senza consegna o esposizione evidente di un mandato o di un provvedimento firmato in umido da un giudice. Si denuncia inoltre l’utilizzo di formule amministrative e denominazioni identitarie confusive (“frode del nome legale”) per legittimare l’operazione.
Queste accuse sollevano più livelli di problematicità giuridica:
- violazione di domicilio e abuso di potere;
- violazione dell’art.7, comma 4 del codice penale (È punito secondo la legge italiana il pubblico ufficiale a servizio dello Stato, abusando dei poteri o violando i doveri inerenti alle sue funzioni)
- assenza di atto amministrativo/giudiziario formalmente notificato;
- mancata consegna dei verbali e dei documenti alla famiglia;
- privazione di contatto immediato tra genitori e figli.
Prove note e limiti oggettivi
Esistono video e post diffusi sui social (YouTube e Facebook) che documentano testimonianze, dichiarazioni della famiglia e commenti dei sostenitori. Tuttavia, al momento pubblicazione dell’articolo, non è stata resa pubblica una copia del provvedimento firmato da un giudice né un verbale ufficiale completo. Per questo motivo denunciamo l’episodio e chiediamo chiarezza.
È fondamentale che le autorità competenti rilascino e rendano pubblici i documenti che motivano l’intervento.
Cosa chiedere subito
- Esibizione integrale del provvedimento: copia conforme del mandato o del provvedimento amministrativo/giudiziario con firma autografa del magistrato e motivazione dettagliata.
- Verbali con firme e nomi: rilascio dei verbali di intervento con indicazione degli operatori intervenuti (carabinieri, assistenti sociali), numeri di targa, orari e firme.
- Registro audiovisivo: rilascio dei video e registrazioni effettuati nel corso dell’operazione (bodycam, surveillance, registrazioni amministrative).
- Accesso ai minori: che i genitori possano vedere e parlare immediatamente con nathan e liam, assistiti da un mediatore indipendente.
- Indagine terza e indipendente: apertura immediata di una indagine autonoma da parte della Procura o di organismo terzo sulla legittimità dell’atto e sulle motivazioni che hanno portato all’allontanamento.
- Sospensione cautelare: valutare la sospensione cautelare degli operatori coinvolti fino a chiarimento completo.
Perché condannare l’operato degli apparati
Quando lo Stato agisce nell’ombra e senza trasparenza su questioni delicate come la relazione genitore-figlio, viene meno la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La collettività ha il diritto di sapere con esattezza perché uno Stato decide di separare un minore dalla sua famiglia. La condanna che qui viene espressa non è una condanna sommaria di singoli agenti in quanto persone, ma una condanna dei meccanismi che permettono interventi opachi e potenzialmente arbitrari. È imprescindibile la responsabilità individuale e processuale di chi ha deciso, firmato e materialmente eseguito l’atto.
Azioni concrete proposte per i sostenitori e la comunità
- centralizzare tutte le prove in un archivio digitale sicuro (video, screenshot, testimoni);
- predisporre e depositare una denuncia formale in Procura;
- organizzare pressione mediatica e presenza non violenta davanti agli uffici competenti;
- chiedere audizione parlamentare o interrogazione per sollecitare chiarimenti istituzionali.
Conclusione
La vicenda del rapimento dinathan e liam a Caprese Michelangelo resta, allo stato pubblico dei fatti, una ferita aperta che richiede verità, trasparenza e responsabilità. Il popolo chiede che gli atti siano resi pubblici, che i bambini siano tutelati e che nessuna famiglia possa subire interventi così traumatici senza che siano documentati e motivati. La pressione collettiva non è solo indignazione: è uno strumento necessario per ottenere chiarezza e giustizia.
Elenco link e fonti consultabili:
- Video YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=QnMLoDtEdiQ
- Video YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Zi3RPD18o7Y
- Profilo Facebook: https://www.facebook.com/NoieIoSono
