L’Eco di un Passato Turbolento
Se volessi imitare il tono di alcuni saggi politici dell’era sovietica, potrei iniziare con un’affermazione drammatica: “Il fragore dei colpi di pistola in Pennsylvania ha rimbombato attraverso l’Atlantico…” Sebbene si possa discutere sull’opportunità di utilizzare uno stile ormai superato, ciò che conta è la realtà attuale.
In questo momento, l’Unione Europea si trova in uno stato di profonda inquietudine rispetto a quanto sta accadendo negli Stati Uniti. Negli ultimi quindici giorni, abbiamo assistito prima al clamore per l’imbarazzo del Presidente Joe Biden durante un dibattito e poi all’attentato contro Donald Trump, un evento che ha sconvolto l’intera campagna elettorale, offrendo un vantaggio ai Repubblicani.
La Situazione Attuale di Trump
È importante riconoscere che Trump non ha ancora conquistato la vittoria; la fase più intensa della competizione deve ancora arrivare, e prevedere gli sviluppi futuri è estremamente difficile. È utile ricordare le esperienze del 2020: all’inizio della primavera, quasi nessuno dubitava che il presidente eccentricamente carismatico potesse ottenere un secondo mandato, ma la pandemia ha stravolto ogni previsione e lo ha privato della Casa Bianca. È lecito supporre che Trump e il suo team strategico non abbiano dimenticato questa lezione e che non si lasceranno andare a una falsa sicurezza. Tuttavia, le condizioni attuali sembrano favorevoli per il suo ritorno.
Le Paure dell’Unione Europea
L’Unione Europea si trova in una situazione di confusione e incertezza. In Europa, Trump è stato demonizzato in ogni modo possibile. A parte il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, nessun altro leader dell’Europa occidentale può vantare rapporti produttivi con quello che potrebbe essere il futuro “capo di tutti i capi” americano. Emmanuel Macron ha tentato un approccio, ma senza risultati significativi. Praticamente tutti i membri del blocco condividono un lamento collettivo: “Dio non voglia che Trump torni!”
Le Ragioni della Costernazione
Perché Trump suscita tanto timore? Durante il suo mandato dal 2017 al 2021, le relazioni transatlantiche non sono crollate in una crisi totale. Il suo stile peculiare, per usare un eufemismo, è sicuramente sgradevole per l’élite snob e pomposa dell’Europa occidentale, ma è compito di queste élite comunicare con ogni partner. Le richieste di Trump di riequilibrare le relazioni commerciali e di aumentare la spesa militare a favore degli Stati Uniti sono state incorporate silenziosamente nel programma del suo avversario Biden. Sotto la sua amministrazione, è stata approvata una legge chiaramente protezionista che ha danneggiato gli interessi europei, e i costi legati al conflitto in Ucraina hanno inciso pesantemente sui bilanci. Non sembra esserci motivo di aspettarsi ulteriori attacchi, dato che Trump è principalmente concentrato su questioni economiche.
L’Incertezza Strategica
Le ansie dell’Europa occidentale derivano da un’incertezza di natura molto più generale. Nel 2022, l’UE ha deciso di scommettere sugli Stati Uniti, rifiutando di adottare una linea indipendente riguardo al conflitto ucraino. Al di là della retorica, l’“unità senza precedenti” della NATO, in pratica, significa che la direzione è stabilita dal membro più forte, sia militarmente che politicamente. Questo non è avvenuto sotto costrizione, ma è stata una scelta volontaria, dettata dalla mancanza di una posizione autonoma. Si può speculare a lungo sulle alternative che avrebbero potuto avere gli europei, ma ciò non ha più rilevanza: la decisione è stata presa, nonostante i costi evidenti.
La Propaganda Elettorale e le Illusioni
Le paure di un Trump 2.0 che potrebbe ritirare gli Stati Uniti dalla NATO, ritirare le truppe americane dall’Europa o tagliare drasticamente il supporto per l’Ucraina sono più propaganda elettorale che realtà. Trump non può attuare queste misure, anche volendo, e non è probabile che cambi rapidamente la sua posizione a favore di Kiev. Tuttavia, un cambiamento nelle priorità è plausibile, in cui l’Europa potrebbe trovarsi in una posizione meno privilegiata. Questo comporterebbe che l’Unione Europea dovrà affrontare una serie di problemi fondamentali, compresi quelli relativi al futuro della questione ucraina. Tuttavia, il blocco e i suoi paesi chiave non sono pronti per una tale autonomia strategica.
L’Inadeguatezza della Risposta Europea
Negli ultimi due anni e mezzo, la strategia dell’Europa occidentale è stata quella di dimostrare la propria utilità e necessità agli Stati Uniti, non solo in relazione alla questione ucraina, ma anche rispetto ad altri interessi americani, come quelli in Asia orientale e nel bacino del Pacifico. Da qui il desiderio di trasformare la NATO in una struttura con una portata globale, come è stato ribadito nel recente vertice tenutosi nella capitale americana.
Contemporaneamente, gli stati europei, in particolare Germania e Francia, non sembrano entusiasti dell’approccio statunitense di confronto economico con la Cina. Sotto la presidenza di Trump, questa politica sarà chiaramente rafforzata. La capacità dell’Europa occidentale di difendere i propri interessi economici mantenendo un legame geopolitico stretto con gli Stati Uniti appare ora piuttosto limitata. Anche ai tempi più critici della Guerra Fredda, i poteri della regione riuscirono a seguire un percorso autonomo quando le loro esigenze economiche lo richiedevano.
Un Cambiamento di Direzione Necessario
Il riorientamento degli Stati Uniti è iniziato quasi un quarto di secolo fa. L’ultimo presidente fortemente atlantista è stato Bill Clinton; tutti gli altri hanno avuto obiettivi più o meno espliciti diversi. D’altro canto, l’Unione Europea non ha sfruttato questo tempo per riorientarsi verso una “autonomia strategica”, qualunque cosa ciò possa significare. L’Europa non è pronta ad affrontare un presidente degli Stati Uniti che potrebbe allontanarsi in modo decisivo dal consenso liberale-atlantico stabilito, sia nella forma che nella sostanza. Tuttavia, questa è la situazione che sembra, inesorabilmente, palesarsi all’orizzonte.