La storia si ripete, senza soluzione di continuità.
Come è successo, ed ho avuto modo di scriverne diffusamente per la pseudo pandemia degli anni scorsi, sta succedendo la stessa identica cosa oggi nei riguardi degli avvenimenti dell’est Europa e di tutte le conseguenze che ne scaturiscono.
Personalmente, mi sto ponendo tante domande sul come sia possibile che, dopo un’accurata analisi dei fatti raccontati dal main stream, io arrivi a delle conclusione che, nella migliore delle ipotesi, divergono, e non di poco, da quanto mi è dato ascoltare dai telegiornali, dalle trasmissioni di approfondimento o finanche dalla voce delle persone che mi circondano.
E, arrivando a delle conclusioni diametralmente opposte, è del tutto logico che, avendo un briciolo di intelligenza e di correttezza “professionale”, mi domandi se nella realtà, magari, sono io che ho dentro qualche cosa di sbagliato o se, magari, molto più semplicemente non riesco ad analizzare correttamente i dati, motivo per il quale, in definitiva, sbaglio le conclusioni.
Per una persona come me, che si vuole cimentare con la difficile arte dello scrivere, avere dei dubbi e mettersi in discussione mi pare un modus operandi assolutamente corretto e, per di più, dovuto.
Ma, poi, rivado con il pensiero a quanto ho elaborato, detto e scritto a proposito degli ultimi due anni, e mi accorgo che la situazione è esattamente uguale, con l’aggravante, se così mi è consentito dire, che quanto previsto e scritto nel tempo scorso, oggi giorno si sta puntualmente verificando, e molti cosiddetti “giornalisti” stanno iniziando a dire le stesse identiche cose che, personalmente, ho sostenuto due anni or sono.
E, allora, mi corre l’obbligo di pormi dei quesiti molto seri sulle persone che ci raccontano le notizie e gli avvenimenti che accadono in giro per il mondo, esprimendo dei seri dubbi non solo sulla loro “correttezza” e moralità, ma sulle loro effettive capacità di distinguere il falso dal vero e, più in generale, quanto siano disposti a “mentire” pur di restare attaccati alle loro scrivanie o, peggio ancora ad accondiscendere ai voleri dei loro padroni.
Perché i dati di cui dispongo io sono né più né meno dei dati di cui dispongono tutti quanti coloro che si dilettano ad imbrattare i propri giornali, per cui sorge spontanea la domanda di cui ho sopra scritto, e non si riesce veramente a capire come sia possibile tutto ciò.
Aggiungo, a tale fatto, che non sono solo i “giornalai” a comportarsi in siffatta guisa, ma pure i politici, quasi tutti, continuano a ripetere come un mantra le solite immense e finanche quasi ridicole frasi fatte, esprimendo dei concetti che pure un ragazzino di terza media, con un minimo di istruzione ed attenzione a quanto studia, è capace di comprendere quanto siano errati e, sostanzialmente, in cattiva fede.
Prendo ad esempio un editoriale letto in questi giorni della signora Agnese Pini, nuovo direttore del quotidiano la Nazione – giornale diventato ancor più illeggibile di quanto non fosse già prima dell’arrivo di questo fulgido esempio di alto giornalismo – la quale, dopo aver elencato molto sommariamente i fatti riguardanti la complessa vicenda Russo-Ucraina, insiste nel voler addossare le intere responsabilità ad uno dei due contendenti, sostenendo che tutto il male al quale siamo e saremo obbligati a sottostare nei prossimi mesi lo si debba esclusivamente a quanto sta succedendo in quella parte di mondo, a noi così vicina, geograficamente parlando.
E non si sogna minimamente di provare, per lo meno, ad azzardare un’ipotesi differente, che prenda in considerazione la possibilità che le cause dei mali che si stanno accanendo sopra le nostre teste derivino da differenti responsabilità.
Ma come è possibile ciò??
Mi rifiuto di pensare che TUTTI quanti siano pennivendoli prezzolati al soldo dei cosiddetti “poteri forti”, anche perché questo pensiero preluderebbe al fatto che dietro a tutto quanto ci sia qualcuno con dei “portafogli” illimitati, pronto a sborsare cifre astronomiche al fine di far scrivere ciò che lui stesso vuole.
E, d’altra parte, non è nemmeno pensabile che l’intero corpo dei giornalisti italiani sia improvvisamente diventato “incapace” di discernere i fatti fino a questi assurdi, che leggiamo tutti i giorni sugli innumerevoli quotidiani del nostro paese.
Purtroppo, la conclusione alla quale riesco ad arrivare dopo aver scartato le sopra citate situazioni, è molto peggiore, in quanto mi fa intravedere l’assunto che, nonostante alcuni dei suddetti giornalisti abbiano la capacità intrinseca di comprendere quale sia la reale situazione, semplicemente non hanno né le palle, né la volontà di “mettersi di traverso” allo strapotere di questi pochi signori oscuri che gestiscono il gioco a livello generale.
Semplicemente, “tirano a campare”.
In conclusione, tutto quanto considerato poco sopra mi fa amaramente riflettere di quanto, ormai, siamo caduti nel baratro più profondo della dissoluzione totale, sia dei costumi che della solidità d’animo e di pensiero, inoltrandoci, di fatto, nel “crepuscolo” della nostra civiltà, al pari di quanto successe nella metà del quinto secolo dopo Cristo per l’impero Romano d’Occidente.