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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Il cerchio si chiude, e ancora non capite

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È già da un po’ di anni che se ne parla, e che le istituzioni si sono messe all’opera per analizzare l’intero problema, compresi dei passaggi in parlamento e nei vari uffici – antitrust – preposti a dirimere le questioni burocratiche e legali legate a tale operazione, senza, per altro, riuscire, come al solito, a risolvere praticamente nulla.

Sto parlando del sistema EDR, ovvero Event Data Recorder o registratore di eventi, in Italiano, o più semplicemente “scatola nera”, che dal 6 luglio di quest’anno sarà resa obbligatoria per tutte le nuove omologazioni di auto e veicoli leggeri, mentre dal 7 luglio del 2024 sarà resa obbligatoria su tutte le nuove immatricolazioni, per finire nel 2029 con l’obbligatorietà per i mezzi pesanti.

Come al solito, una novità tecnologica che potrebbe portare sicuramente dei vantaggi e miglioramenti per il nostro sistema di circolazione e, sopratutto, per le controversie legali legate agli incidenti stradali, allo stesso tempo, però, sta assumendo delle dimensioni di tutt’altro tipo, molto pericolose per il normale svolgimento della vita privata di tutti noi.

Per capire meglio quello di cui sto parlando, occorre fare un passo indietro e un po’ di chiarezza intorno a questo oggetto, che tutti quanti noi abbiamo imparato a conoscere tramite la normale visione di molteplici film su incidenti aerei.

Tutti conosciamo le “scatole nere” degli aerei, che devono essere recuperate per poter analizzare gli istanti precedenti all’incidente aereo, insieme al monitoraggio di tutti i dati tecnici dello stesso aeromobile, al fine di determinare le cause del disastro, sia per porre dei rimedi agli eventuali malfunzionamenti di qualche parte meccanica o elettronica, sia per fare altrettanto nel caso si tratti di errore umano, soprattutto per determinare le responsabilità in merito a chi deve pagare i danni causati.

E fino a qui tutto bene, poiché si tratta di innovazioni tecnologiche che portano realmente dei benefici all’intera comunità umana, e che ci permettono di intervenire per sanare dei malfunzionamenti o errori in ottica futura, al solo scopo di preservare e prevenire altri possibili incidenti causati dagli stessi errori.

Come abbiamo potuto vedere in molti film, questa particolare scatola nera registra, oltre ai dati specifici dell’aereo, anche le conversazioni che avvengono nella cabina di pilotaggio e, sostanzialmente, in tutto l’aereo fino al momento dell’incidente, e si sa perfettamente che tali dati vengono esaminati “solo ed esclusivamente” in caso di disastro aereo.

Ma ne siamo veramente sicuri?

Essendo dati collegati, tecnicamente, a dei supporti elettronici, nessuno ci può garantire che non sia possibile accedervi come viene fatto dai “normali” hacker per un qualsiasi computer, o come normalmente avviene per un qualsiasi social di uso quotidiano, nonostante ci continuino a rassicurare sul fatto che esiste la privacy a tutela personale dei nostri dati.

Ma chi vogliono prendere in giro?

Ognuno di noi può tranquillamente verificare quanto sia impattante sulle nostre vite private la presenza di social come Facebook o Twitter o Istagram, che ci costringono, quando attiviamo un account, a flaggare i vari campi di “acconsento”, altrimenti non possiamo procedere con la creazione dello stesso account.

Sappiate che, nel momento in cui in qualsiasi sito commerciale voi “flaggate” il quadratino dove si legge la dicitura “acconsento” state, di fatto, autorizzando l’azienda in questione ad entrare nella vostra vita privata e ad utilizzare ogni vostro singolo dato privato.

Fatta questa piccola premessa su cosa sia effettivamente la “scatola nera”, cerchiamo di capire cosa succederà, dal prossimo luglio, per quanto riguarda le nostre vetture, con le quali ci spostiamo tutti i giorni in lungo e in largo per la nostra penisola.

La maggior parte dei giornali, allineata al “pensiero unico” e, quindi, al reale potere che guida e controlla le nostre vite, si è affrettata a garantire i propri lettori sul fatto che la questione sia estremamente spinosa, e che gli organi competenti, come l’antitrust e il garante per la privacy (già solo questa definizione mi fa scompisciare dalle risate) stanno facendo di tutto al fine di tutelare, appunto, la privacy di tutti quanti gli automobilisti  senza, per altro, riuscirci.

Andando ad analizzare più nel dettaglio il congegno ad alta tecnologia che metteranno obbligatoriamente su ogni veicolo dal 2024 in poi, si può vedere che effettivamente esso deve essere collegato ad una serie di innovazioni tecnologiche che, sicuramente, ci potranno mettere al sicuro da colpi di sonno, distrazioni, ostacoli improvvisi, furto del veicolo ed altre situazioni particolari che, fino ad oggi, abbiamo vissuto come dei fastidi o dei sostanziali danni personali. Nel contempo, tale registratore potrebbe – o può, nonostante le assicurazioni negative dei costruttori – registrare pure le conversazioni che avvengono nell’abitacolo della vettura, facendo così a pezzi definitivamente ogni più piccolo diritto alla nostra privacy.

Sicuramente, per motivi legati a tutto quanto sopra detto, verranno registrati tutti i movimenti della vettura, da quando parte a quando si ferma e, anche se viene garantito che tali dati potranno essere visionati solo ed esclusivamente dalle forze dell’ordine qualora  si verifichi un incidente (appunto, per determinare cause e responsabilità dello stesso) e questo porterà certamente ad un possibile “controllo capillare” delle nostre abitudini, e delle nostre vite, più in generale, stringendo sempre di più il cerchio intorno alle nostre libertà “democraticamente garantite”.

Infatti, se andiamo ad esaminare uno dei commi che riguarda proprio questo infernale aggeggio, nella legge “Concorrenza” è evidenziato, dallo stesso Garante della Privacy nel 2018, cit: “non si possono «raccogliere dati ulteriori rispetto a quelli destinati» a determinare le responsabilità dei sinistri e ai fini tariffari» e che non si può «rilevare la posizione e le condizioni del veicolo in maniera continuativa o, comunque, sproporzionata» agli scopi”.

Ma, nello stesso tempo, rilascia una deroga che, sostanzialmente recita “consenso espresso dell’assicurato in relazione alla disponibilità di ulteriori servizi connessi con la mobilità del veicolo».

In parole povere, visto e considerato che ci sono diverse compagnie assicurative che hanno legato una determinata scontistica delle loro polizze allo stile particolarmente “virtuoso” degli assicurati, con al formula “pay how you drive” ovvero paghi a seconda di come guidi,  è del tutto ovvio che tale formula potrebbe, naturalmente dopo il “consenso informato” dell’utente stesso, dare la possibilità, alla compagnia assicurativa e non solo, di accedere ai dati della “scatola nera” per analizzare il comportamento degli automobilisti e, soprattutto, gli spostamenti degli stessi.

Ma, cosa ancora più preoccupante e altamente pericolosa per il nostro futuro libero, è la possibilità che questi dati vengano ceduti a società terze per scopi ben differenti da quelli strettamente legati con il problema assicurativo.

Per fare solo un piccolo esempio, pensate alla potenza assoluta di un tale sistema in una causa di divorzio fra coniugi, quando il tribunale possa richiedere l’analisi degli spostamenti di uno dei due contendenti al fine di certificare un eventuale “tradimento“.

O, ancora più semplicemente, nelle controversie aziendali per determinare gli effettivi spostamenti di un dipendente che, magari, invece di essere andato al lavoro se ne è andato al mare a fare il bagno.

Le possibilità e le ripercussioni sulla nostra “democratica vita privata” possono essere realmente devastanti, e come sia possibile che pochi riescano a vedere questi pericoli mi pare una cosa veramente assurda.

D’altronde, ascoltando le conversazioni di amici e conoscenti in giro per l’Italia, mi viene da pensare che, forse forse, un maggiore controllo ed un azzeramento di ogni e qualsiasi libertà in cambio di poche briciole di dolce sparse ad arte dal potere occulto, sia proprio quello che la gente comune si meriti, per cui perché continuare a protestare?

Ad ogni buon conto, se tutto ciò dovesse rivelarsi come credo esatto, scordatevi pure le amanti e le scappatelle romantiche sulla “cabriolet”.

https://www.ilsole24ore.com/art/alla-scatola-nera-manca-privacy-servizi-extra-AEKOWRYG

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