"anche il nulla è pur sempre qualcosa"
Anche il nulla è pur sempre qualcosa

Guerra Iran-Israele: escalation senza precedenti tra raid, ritorsioni e tensioni globali

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Escalation diretta: offensive e ritorsioni

Tra il 13 e il 15 giugno 2025, Israele ha avviato l’“Operazione Leone Nascente” (“Operation Rising Lion”), una vasta campagna aerea diretta contro infrastrutture militari e nucleari iraniane. Decine di siti missilistici superficie-superficie (SSM), depositi d’armi, basi dei Pasdaran (IRGC) e persino centri di ricerca connessi al programma nucleare sono stati colpiti. Le stime parlano di circa 200 caccia israeliani impiegati in operazioni simultanee, centinaia di obiettivi colpiti e almeno 78 vittime iraniane tra militari e scienziati.

Contestualmente, il Mossad ha condotto operazioni di sabotaggio all’interno del territorio iraniano, impiegando droni per neutralizzare postazioni di lancio missilistico e sistemi di difesa aerea, facilitando così l’azione dell’aviazione.


La risposta iraniana: missili e droni su Israele

La reazione dell’Iran è stata tempestiva e massiccia:

  • Lancio di circa 200 missili balistici e droni armati verso Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e la Galilea. Alcuni ordigni hanno superato le difese aeree israeliane, provocando gravi danni;
  • Tra le vittime israeliane si contano almeno 13 civili uccisi, inclusi bambini, e centinaia di feriti;
  • L’Iran ha confermato l’impiego del nuovo missile balistico “Haj Qassem”, progettato per eludere l’Iron Dome e i sistemi antiaerei avanzati.

La popolazione israeliana è precipitata nel terrore: rifugiati nei bunker, alcuni cittadini stanno valutando l’ipotesi di espatriare. Le immagini mostrano strade deserte e ospedali sovraccarichi.


Ripercussioni geopolitiche

  • Annullata la sesta sessione di negoziati tra Stati Uniti e Iran, prevista in Oman. Teheran ha accusato Israele di aver deliberatamente sabotato il percorso diplomatico;
  • Il conflitto ha avuto ripercussioni sull’aviazione civile e il commercio globale: spazio aereo israeliano chiuso fino al 15 giugno; la Giordania lo ha riaperto dopo il parziale allentamento delle ostilità;
  • Tensioni nello Stretto di Hormuz, dove il traffico navale ha subito rallentamenti per timore di un allargamento del conflitto al piano marittimo.

Reazioni internazionali

  • Donald Trump, ex Presidente USA, ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono coinvolti negli attacchi israeliani, ma ha ammonito Teheran che un attacco contro interessi occidentali provocherebbe una risposta armata;
  • Vladimir Putin ha avuto colloqui telefonici con Trump, esprimendo preoccupazione per una possibile escalation e criticando l’azione militare israeliana;
  • Il Regno Unito ha avvisato i propri cittadini di potenziali attacchi e ha ventilato l’ipotesi di fornire supporto a Israele;
  • La Francia ha chiesto una de-escalation, ammonendo le parti a non estendere il conflitto ad altri attori regionali.

Prospettive e analisi

L’attuale crisi rappresenta una frattura insanabile nella già fragile architettura geopolitica mediorientale. L’intervento diretto di Israele sul suolo iraniano segna una novità storica: non più guerre per procura o schermaglie regionali, bensì uno scontro diretto tra due potenze. Il coinvolgimento di attori esterni come Stati Uniti, Russia, Cina e potenze europee lascia presagire un potenziale allargamento del conflitto, con ripercussioni energetiche ed economiche su scala planetaria.

Le cancellerie occidentali si muovono con cautela, consapevoli che ogni dichiarazione potrebbe alimentare un incendio già in corso. I mercati finanziari, intanto, oscillano nervosamente, e il prezzo del petrolio ha già registrato un’impennata del 12% in tre giorni.

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