Dopo più di 11 anni, nei quali la sinistra ha comandato pur senza avere mai vinto le elezioni, la rampante Giorgia Meloni è riuscita in una impresa quasi storica, e facendo convivere due “galletti” come Berlusconi e Salvini, ha portato il centrodestra al comando del paese.
E si è trovata ad avere per le mani una delle più colossali occasioni che si potesse sperare o anche solo immaginare, e cioè quella di cambiare realmente le cose, sia nel nostro paese che “per il nostro paese” nell’alveo della Comunità Europea.
La situazione in cui siamo
Da anni, ormai, tutti i media italiani e opinionisti politici si sperticano nell’utilizzare termini quali “eccellenze italiane” o anche “fucina di intelletti”, decantando in tutti i modi quanto il nostro popolo sia alacre e laborioso e, sostanzialmente, invidiato da tutto il mondo, per non parlare di quanto, via via, si sia detto sulla perfida e cattiva Europa, dispensatrice di sanzioni e richiami, spesso utilizzati ad hoc solo per scopi di tipo politico od economico.
Proprio in questi ultimi tempi stiamo assistendo ad azioni messe in campo dal duo Lagarde – Von Der Leyen, che se non fossero realmente drammatiche potrebbero suscitare una irrefrenabile ilarità, apparendo più come battute da avanspettacolo, piuttosto che racconti di fantascienza e che, con molta probabilità, potrebbero mettere in serio pericolo l’intera finanza Italiana e la stessa sopravvivenza di tutti quanti noi.
Un recente esempio di disastro
Per comprendere un attimo meglio gli avvenimenti odierni e rendersi conto di quanto potrebbe essere pericolosa la nostra ostinazione a seguire come dei cagnolini scodinzolanti ogni più piccolo capriccio della matrigna Europa, bisogna fare un passo indietro e ricordare cosa successe durante il famoso (o famigerato, a seconda di come lo si voglia definire) “mercoledì nero”, quando George Soros, con una speculazione finanziaria degna di Paperon de’ Paperoni, ci costrinse ad uscire dallo SME – in buona compagnia degli inglesi – con delle conseguenze immediate veramente catastrofiche.
Chi lo ha vissuto si può ben ricordare, tanto per citare un piccolo ma significativo esempio, cosa ebbe il coraggio di fare quel gran “luminare” di Amato, che per “parare il colpo” (a suo dire) arrivò a mettere in campo un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani (come, poi, è successo a distanza di 20 anni alla nostra vicina Grecia).
Cosa si può fare?
E, purtroppo, non ci si può fare nulla, se non incazzarsi e cercare in tutti i modi di diffondere la conoscenza di questi fatti, ma il nostro paese è veramente specializzato nell’arrivare sempre ultimo nella comprensione delle dinamiche che gli si sviluppano intorno, e i nostri politici sono sempre stati delle vere “cime”, non riuscendo mai ad avere una visione di insieme e, sostanzialmente, non capendo assolutamente nulla di tutto ciò che li circondava e che avevano il dovere di guidare al meglio.
Assistendo agli sviluppi delle ultime elezioni, alla nascita e crescita del nuovo governo e analizzando le sue prime mosse, non nego che avevo delle buone speranze in merito alla possibilità di un reale “cambio di passo” rispetto al passato – nonostante riconoscessi tutti i limiti e difetti dell’azione politica di Giorgia Meloni, specialmente nei confronti della subalternità agli americani e nella riconferma di una ferrea volontà a voler rimanere all’interno della comunità Europea – ma, come volevasi dimostrare, sono stato deluso ancora una volta.
La deludente “rivelazione”
Infatti, anche Giorgia Meloni si è, alla fine, rivelata per quello che realmente è, e al di la dei roboanti proclami da campagna elettorale di “effetti speciali”, di guerra totale ai diktat Europei e di sostanziale cambio di posizione in relazione al comando del “vaporetto”, ci ha fatto vedere che non ha assolutamente le caratteristiche di un vero statista, e che tutto quello che fa altro non è che un mettersi ulteriormente al sevizio dei soliti “padroni”.
Quello che, tutto sommato, sfugge alla comprensione della Giorgia nazionale, è la comprensione e la consapevolezza del nostro “potere contrattuale” e, sopratutto, di quanta potenza potrebbe esprimere, in fase di trattativa, sui tavoli di Bruxelles o di Strasburgo tutte le volte che ci fosse da discutere di questioni sia politiche che finanziarie riguardanti il nostro paese.
Il potere dell’Italia
Per capire questo assioma basta rivangare il passato e vedere quello che scrivevano i nostri media nazionali nei mesi che precedettero il “mercoledì nero” sopra ricordato, sulla fine che avremo fatto e sul baratro nel quale saremo sprofondati uscendo dallo SME, e quello che, effettivamente, invece, successe nei mesi e negli anni successivi: ci fu un boom enorme dell’economia italiana, con delle performance di mercato veramente impressionanti.
E il bello è che gli stessi media, che ci dipingevano con un piede nella fossa, si siano sperticati nel magnificare la potenza della “locomotiva Italica” e degli incredibili successi che stavamo ottenendo, dimostrando una volta ancora di quanto siano da considerarsi alla stregua di semplici “giornalai” piuttosto che giornalisti lungimiranti.
Cosa avrebbe dovuto fare la Meloni
Tornando alla bionda Giorgia Meloni, avrebbe dovuto fare una cosa estremamente semplice, conscia dell’effettivo valore della nostra impresa e, in sostanza, della qualità del nostro popolo – che, al di là degli stereotipi che si usano nelle varie occasioni a fini politici, ha delle caratteristiche praticamente uniche al mondo – avrebbe dovuto sedersi al tavolo Europeo, picchiandoci sopra i pugni con estrema forza.
Il messaggio da fare arrivare alle orecchie degli oscuri e stupidi burocrati Europei era quello che o si dava maggiore ascolto alle nostre istanze, o ci saremo defilati uscendo definitivamente da questa gabbia di matti che è diventata la comunità Europea.
E state pur tranquilli che il messaggio sarebbe arrivato forte e chiaro, con effetti devastanti, ma non per noi, in quanto è sicuramente un dato di fatto, ma l’Europa, senza l’Inghilterra e, sopratutto, senza l’Italia non avrebbe più ragione di esistere e si sfalderebbe nell’arco di qualche anno, anche perché, in pratica, resterebbe solamente una forte Germania, coadiuvata dai “cugini” francesi (che, con molta probabilità, potrebbero decidere di seguirci rapidamente) e, quindi, l’intero impianto crollerebbe su sé stesso.
Ma osservando tutte le mosse del nostro nuovo governo, tanto auto decantato e auto incensato dall’intera destra, Berlusconi e Salvini in testa, viene da pensare che anche questo governo non stia facendo nulla, se non percorrere il tracciato ben delineato dal precedente governo, a guida del super Drago.
Indoviniamo chi ne farà le spese?
E, ancora una volta, chi ne farà le spese saremo solo e sempre noi, “popolo bue”, incapaci di “produrre” una classe dirigente degna di questo appellativo e, sostanzialmente, “indifferenti” a quanto ci capita addosso.
Perché il pensiero dominante di noi Italiani, purtroppo, è sempre lo stesso e non cambieremo assolutamente nulla, fintanto che non ci decideremo a svegliarci e smetterla di dire, dentro di noi, “tanto qualcosa succederà e qualcuno farà qualcosa”.