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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Fino a quando daremo retta a queste persone, saremo sempre più in pericolo

Cartello: pericolo di morte

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Non più tardi di un paio di ore fa, leggevo sul quotidiano La Nazione un fondo a firma Giorgio La Malfa, figlio di Ugo La Malfa, ex deputato del P.R.I., nonché segretario dello stesso partito fino alla sua espulsione e conseguente ritiro dalla politica attiva del paese, il quale sostiene a spada tratta che le sanzioni alla Russia siano assolutamente efficaci e che non bisogna, per nessuna ragione al mondo, desistere da tali sanzioni e, anzi, aumentarle pure, poiché la Russia è ormai in ginocchio.

E il bello è che per arrivare a questa conclusione, per una buona metà del fondo, si arzigogola, cercando di spiegare come sia dannoso e pericoloso avere, in Italia, persone che sostengano il contrario (chiaro riferimento alle uscite di Salvini di questi giorni) e che, all’attualità, non esiste uno straccio di documento che attesti la non efficacia delle medesime sanzioni.

Il poveretto continua nel suo strampalato discorso, citando delle non meglio identificate fonti secondo le quali la Russia starebbe vivendo una delle peggiori stagioni economico-finanziarie dal disastro della dissoluzione dell’Impero Sovietico dell’89, con l’inflazione arrivata ormai al 20% (mi farebbe molto piacere capire da dove ha tirato fuori questi fantascientifici dati, visto che in rete non ve n’è assolutamente traccia) e, in pratica, il paese piegato su se stesso per gli effetti devastanti delle sanzioni Europee.

Bene, vorrei ricordare a questo maldestro scribacchino che i dati relativi ai colossi dell’energia Russa – Gazprom, Lukoil e Rosneft, i principali – sono leggermente differenti, e parlano solo per il 2021 di un passaggio degli utili da 2 miliardi di dollari a quasi 30 miliardi di dollari in un solo anno, con delle stime per il 2022 che vedono il principale attore, Gazprom, con delle vendite pari a circa 162 miliardi di dollari in un anno, che porterebbe la bilancia energetica dell’intera Russia ad un + 350/400 miliardi di dollari nell’esercizio 2022.

https://it.marketscreener.com/quotazioni/azione/GAZPROM-6491735/fondamentali/

Piccola parentesi e parere personale: con molta probabilità questi conteggi sono sottostimati, in quanto, vedendo quotidianamente quanto sta succedendo sullo scenario finanziario mondiale, alla fine del prossimo inverno avremo l’amara sorpresa di vedere il prezzo del gas schizzare oltre i 500 € per megawattora, raggiungendo e superando – come alcuni analisti ipotizzano – anche i 4000 dollari per 1000 metri cubi, e ciò porterebbe nelle casse dello Zar Putin molto più delle cifre sopra indicate.

Da aggiungere a tutto questo che, proprio pochi giorni fa, è stato pubblicato il rendimento del primo semestre di quest’anno per quanto riguarda Gazprom, e in tale report si parla di un rendimento netto pari a 41,75 miliardi di dollari, che porterà l’azienda a pagare il 50% di tale cifra in dividendi, per cui la domanda sorge spontanea, e riguarda lo stato d’animo di quanti hanno investito in azioni Gazprom, allorquando si vedono riconoscere oltre 20 miliardi di dollari come dividendi e che, secondo l’analisi dell’attentissimo La Malfa, dovrebbero passare tutto il loro tempo a stracciarsi le vesti dalla disperazione!

Da ricordare due altri fattori molto importanti per capire le dinamiche generali di questo insensato conflitto e stato di cose, il primo dei quali è che la Russia, essendo dentro a tutti i sopracitati colossi dell’energia, sia come socio accreditato (un po’ come le nostre partecipate di stato), un po’ per l’effetto della tassazione sulle stesse società che portano denaro fresco nelle casse statali, dall’inizio di questa guerra non ha fatto altro che decuplicare i suoi guadagni, con i quali riesce ad alimentare, senza alcun problema la propria macchina bellica.

Il secondo fenomeno riguarda il “ritorno” economico verso la propria popolazione sotto forma di gas – ricordate le suggestive immagini dei nostri ciechi telegiornali che riprendevano le centrali di estrazione gas mentre bruciavano il gas in eccesso per non doverlo dare all’Europa – e con l’aumento graduale di stipendi e di pensioni di modo da rendere sostanzialmente “felice” il proprio popolo.

Ultimo dato, che vorrei ricordare a questo signore che cerca di scimmiottare i veri giornalisti non avendone le minime capacità, è che tutti i paesi in accordo con la Russia (che si guardano bene dall’applicare le sanzioni delle quali ci siamo fatti portatori sani solo noi, su “ordine” pervenuto da Washington) fra i quali la Cina, l’India e gli Emirati Arabi, tanto per citarne alcuni, hanno incrementato le loro importazioni energetiche dalla Russia in modo esponenziale, e continueranno a farlo, ben contenti di portarlo via a noi.

In conclusione, sono fermamente convinto di due fondamentali cose, la prima delle quali ci vedrà, durante il prossimo inverno, destinatari involontari di una catastrofe energetico-climatica annunciata, per la quale, con massima sicurezza, andremmo realmente “a sbattere” contro un muro di solido cemento, facendoci molto male.

E la seconda è che, fino a quando avremo la disgrazia di avere giornalisti, politici e uomini delle istituzioni che la pensano in tale guisa, il nostro futuro sarà irrimediabilmente segnato e non ci lascerà nessuna via di scampo.

Mi dispiace di dovermi continuamente ripetere, ma se noi popolo non ci svegliamo, prendendo in mano la situazione – e ne abbiamo la giusta occasione proprio fra 15 giorni con le elezioni – dando fiducia a quei pochi partiti esistenti che vogliono l’inderogabile “sganciamento” dall’America, dall’Unione Europea, dalla N.A.T.O. e la riappropriazione della sovranità monetaria, sicuramente non avremo scampo.

L’occasione l’abbiamo, non sprechiamola!

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