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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Della dissoluzione della societá

Una famiglia di nullatenenti dorme per strada col proprio bambino

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A mano a mano che passa il tempo, mi rendo conto sempre di più che la nostra società sta raggiungendo velocemente il punto di non ritorno.


Se da una parte il progresso tecnologico e scientifico continuano a crescere vertiginosamente – basti pensare che negli anni ’70 un computer della Nasa o istituzione similare, poteva occupare una stanza intera mentre oggi lo stesso strumento con una potenza 10/100 volte superiore, è racchiuso in uno spazio di pochi centimetri quadrati – per converso, e paradossalmente, la diffusione, fra le masse, del relativo beneficio a livello di conoscenza e cultura diffusa non procede con la stessa velocità, anzi…


Ripensando a quando ero ragazzo e a cosa dovevo fare per ottenere informazioni non reperibili né in casa né a scuola, mi stupisco e rammarico al tempo stesso, vedendo che le nuove generazioni, invece di approfittare dell’immensa fortuna che hanno, avendo a disposizione una “rete” ove è possibile trovare di tutto e di più – basta saperla usare – non fanno altro che perdere il loro tempo correndo dietro ai vari “mi piace” piuttosto che a fare proprie le innumerevoli bufale che circolano nel Web.


Senza entrare nel dettaglio sulla sostanza di ciò che viene pubblicato o meno sulla rete, vorrei soffermarmi sul fatto che una cosa pubblicata può essere o vera o falsa, e per verificare l’una o l’altra ipotesi il sistema è estremamente semplice: al di là del fatto che la persona che la legge possa o meno avere, di suo, la conoscenza necessaria a discernere la verità, sapendo “navigare” in rete, in pochissimo tempo si potrebbe trovare la risposta all’enigma.
 Ovviamente, per i problemi di ordine generale, e non per le classiche DOMANDE senza risposta dell’umanità.

Mi si potrebbe obiettare che, in sostanza, sono problemi loro e che non fanno male a nessuno.
Invece il problema, come desunto dal titolo di questo scritto, è proprio insito in questo fenomeno, le radici del quale debbono essere ricercate in un comune denominatore, che è solo ed esclusivamente la mancanza, non già della conoscenza, ma della curiosità che, di conseguenza, genera la conoscenza.
 In effetti, e parlando con le nuove generazioni, si ha la sensazione immediata che alla base della diffusissima ignoranza imperante nella gran massa della gente, non vi sia tanto la difficoltà nel reperire le informazioni, quanto l’esatto contrario, ovvero una sovrabbondanza di informazioni a portata di mano, collegata con l’assenza assoluta di curiosità, che, fondamentalmente, è il motore base della conoscenza.
 

E venendo a chi è responsabile di ciò, contrariamente al continuo lamento generalizzato di quasi tutti, che continuano a dare la colpa a istituzioni, piuttosto che alla scuola o ai media, la colpa di tutto ciò, senza possibili scusanti, è solo ed esclusivamente dell’istituzione della famiglia e, quindi, di noi tutti.
Tutto questo, mescolato alle conseguenze naturali che ne scaturiscono – se le nuove classi dirigenti provengono da questo entroterra, permeato dalla massima ignoranza possibile, è del tutto ovvio che le azioni generate dalle stesse entità genereranno sempre più problemi di quanti la società tutta potrà sopportarne – sta portando il nostro modello societario al più ampio fallimento.
Per fare un esempio che sia esaustivo di quanto sopra esplicitato, basti pensare al problema del mescolamento dei popoli.


Abbiamo davanti agli occhi i risultati perversi di quello che succede a mescolare due popoli differenti senza apportare i giusti correttivi; laddove uno dei due è nettamente superiore e adattivo, il più debole soccomberà drasticamente, senza possibilità di salvezza, in pochissimo tempo, mentre dove la differenza sia meno accentuata, questa soccombenza del più debole avrà un decorso più lungo, ma la fine sarà la stessa.


Basti pensare ai nativi del continente Americano che, nell’arco di poco più di 2 secoli, sono praticamente scomparsi senza aver nemmeno avuto la possibilità di integrarsi.
Per secondo esempio, si veda cosa sta succedendo fra la razza bianca e quella nera: sono ormai oltre 5 secoli che si cerca di far sì che le due etnie coesistano pacificamente e si integrino, ma il risultato ottimale, ancora, non è raggiunto del tutto e, a mio modesto parere, non lo sarà mai del tutto.
Si potrebbe continuare all’infinito, tanto è piena la storia di esempi simili.
Tutto questo per riportarci all’attualità, e valutare il madornale errore che la nostra classe politica sta percorrendo, con quali superiori obiettivi non è dato sapere, nel voler far sì che due culture e religioni assolutamente diverse ed inconciliabili fra loro, si uniscano e si fondano insieme!


Utopia all’ennesima potenza!!!


A partire dalle differenti concezioni della vita stessa, diametralmente opposte in alcuni settori, come il rapporto fra uomini e donne, passando per i differenti approcci verso la prevenzione e cura delle malattie – anche se nessuno ci si sofferma più di tanto, ma è estremamente pericoloso mescolare due popolazioni che, in fatto di prevenzione, abbiano dei concetti opposti, in quanto la prima la applica e la seconda non sa nemmeno cosa sia – e finendo alle religioni praticate.
Non solo una piena integrazione non sarà assolutamente possibile, né ora né mai, ma le ovvie frizioni e differenze, fatalmente, genereranno problemi di non facile soluzione, per usare un eufemismo.
 A mio modesto avviso, e detto con estrema rabbia, amarezza e paura del futuro, tutto questo porterà inevitabilmente ad uno scontro di proporzioni inimmaginabili.


Come parallelo, basti pensare a quello che è successo nel 476 dc, dopo la deposizione di Romolo Augusto, che per ben 10 mesi resse il più grande e duraturo impero d’occidente, quello romano: ci fu lo sfacelo generale, e l’intera Europa entrò, di fatto, in un periodo di oscurantismo assoluto denominato Medio Evo.


Troppo lungo sarebbe affrontare le problematiche e le cause del decadimento dell’Impero Romano d’Occidente, ma quello che vorrei far capire è che a un lunghissimo periodo di prosperità, avanzata tecnologica, culturale e sociale in genere, a causa dell’abbondanza di tutti questi elementi e al darli per scontati senza, per altro, apportare i giusti correttivi, alla fine la società si è dissolta a causa della suo lassismo ed alla sua cecità di fronte ai problemi incalzanti.
Lo stesso sta succedendo a noi, con la sola differenza che le conseguenze potrebbero essere molto più drastiche e violente di quelle di 15 secoli fa.

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