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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Quando l’ipocrisia diventa stupiditá autolesionista

ombra di un giullare

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Premesso che ogni guerra è da condannarsi, in quanto porta con sè morte, disperazione, crudeltà, dando sfogo ad ogni più bassa e crudele azione dell’essere umano, bisogna realmente iniziare a ragionare con il cervello, piuttosto che con le emozioni, su quanto sta avvenendo in Ucraina.

Se iniziassi a disquisire su chi ha ragione e chi ha torto, come stanno facendo quasi tutti gli imbrattacarte nazionali e non, con l’aggiunta di pseudo politici che non sanno nemmeno da che parte si trovi la vera politica, potrei scrivere un’enciclopedia di una decina di volumi e non riuscirei, lo stesso, a dirimere la questione, vista l’enorme complessità delle vicende in gioco.

Per cui non mi interessa, al momento, sapere se ha ragione lo zar Putin, con la sua invasione di un paese “sovrano“, piuttosto che Zelensky, che oppone una dura resistenza sulla pelle di quegli stessi cittadini che lui asserisce essere il solo motivo per il quale combatte.

Voglio cercare di capire, invece, quale sia il perverso gioco che sta conducendo l’intera Unione Europea, al seguito degli ordini impartiti dai soliti Stati Uniti.

Nonostante la “propaganda” martellante dei giornaletti nazionali, sovvenzionati, per altro, dalla finanza internazionale – ricordiamoci che nei due anni precedenti a questi fatti, durante la pseudopandemia, lo stato Italiano ha stanziato ingenti somme di denaro a favore di quei giornali che avessero avallato ogni azione governativa senza avanzare alcuna critica di qualsiasi genere – e, quindi, la visione di scene drammatiche, dovute alle conseguenze inevitabili di una guerra (qualsiasi guerra che si ricordi ha portato con sé le stesse identiche conseguenze, alle volte anche peggiori), bisognerebbe che l’Europa iniziasse a fare due conti a livello di opportunità logiche.

Infatti, sia l’Europa che, per certi versi, l’America, avevano due strade da seguire: la prima è quella che hanno imboccato con l’imposizione di dure sanzioni alla Russia e con l’invio di materiale militare per la difesa del territorio Ucraino e il giusto aiuto umanitario ai civili, rei solamente di vivere in quelle zone; la seconda scelta poteva essere quella di “facilitare”, per così dire, la deposizione del governo attuale Ucraino, con a capo un ex comico come Zelensky e, di conseguenza, fare in modo che le operazioni avessero termine in pochi giorni.

Esisteva anche un’ulteriore possibilità, data dall’assoluta neutralità a tutto ciò, con il non intervento nel conflitto né con le sanzioni né con altra azione di qualsiasi genere, se non quella di aiutare i cittadini a trovare rifugio e ristoro da altre parti.

Analizzando le tre opzioni si desume, al di là di qualsiasi retorica o considerazione di ordine morale, che la seconda avrebbe di gran lunga offerto le migliori garanzie di “salvezza” dell’innocente popolo Ucraino (con molta probabilità si sarebbero contate poche decine di morti, ora della fine) e, sicuramente, con un numero di “effetti collaterali” minimi per l’intera comunità Euorpea e, oserei dire, del mondo intero.

Perché dobbiamo ricordarci che le sanzioni imposte alla Russia, per quanto possano essere dipinte dal “pensiero unico” come uno strumento coercitivo di enorme portata – come se “licenziare” Abramovich possa disturbare minimamente Putin – si ritorceranno drammaticamente sull’intero “vecchio continente”, gettando nella crisi più profonda tutta la nostra economia.

Infatti va ricordato che tali sanzioni, con le impennate consequenziali delle materie energetiche (petrolio, gas, carbone), a Putin non fanno altro che un favore, dall’alto dei suoi 11,5 milioni di barili estratti giornalmente, mentre a noi costringerà a pagare la benzina, con molta probabilità, fino a 4 euro al litro.

Non ci vuole un genio per capire che se, a 90 dollari, al barile – fino a 20 giorni fa – Putin incassava poco più di un miliardo al giorno, con il petrolio previsto a 300 dollari al barile entro fine mese, ne incasserà circa 3,5 miliardi al giorno, ovvero quasi il quadruplo, e solo grazie alle “terribili sanzioni” emesse dalla stupidità e cecità Europea.

Quello di cui, però, nessuno parla seriamente – tutti impegnati a riempirsi la bocca di “diversificazione”, di energie alternative, di “nucleare pulito”, scordandosi che ci vorranno almeno 10 anni per metterlo a regime – sono le conseguenze che pagheremo noi personalmente, e non solo in termini di energia ma, cosa ancora più grave e terribile, che ci arriverà fra capo e collo a breve, di mancanza di materie prime alimentari.

Infatti, noi dipendiamo dai “granai” Russi per un buon 50% dei nostri consumi, e credetemi che non possiamo riconvertire le Alpi o gli Appennini in campi di grano, per cui saremo costretti, giocoforza, a sottostare alle condizioni capestro che altre nazioni ci imporranno per la vendita di grano, farine e tutto ciò che serve per mangiare.

Piccola considerazione a margine: con molta probabilità la Russia cederà, come ha già fatto, la sua produzione di grano alla Cina, che a sua volta ce la girerà maggiorata di prezzo fino a due o tre volte, facendoci capire, in questo modo, quanto siamo stupidi.

E questo solo considerando l’aspetto economico della vicenda, tralasciando, fra le altre cose, le conseguenze sociali che si porterà dietro sotto forma di razionamenti, fame e miseria diffuse in tutta Italia per i prossimi 2 o 3 anni.

Se poi consideriamo quanto sta avvenendo a livello umanitario nel territorio Ucraino, ci si accorge immediatamente di quanto sia stata una scelta assolutamente scellerata, e di quali immensi catastrofi umanitarie produrrà ora della fine: migliaia di morti, feriti e sfollati e qualche milione di profughi che dovranno essere ricoverati, in qualche modo, e sicuramente a spese di tutta la cittadinanza Europea.

E tutto ciò solo per continuare a “scodinzolare” docilmente al padrone Americano.

Se, viceversa, si fosse scelta la prima opzione, ovvero quella di facilitare la transizione politica in Ucraina, consapevoli che dal 2014 ad oggi i governi Ucraini hanno condotto una guerra discriminatoria, violenta e crudele sulle popolazioni separatiste filo russe, con molta probabilità, oggi, mentre scrivo, tutto questo sarebbe già finito da diversi giorni, con pochissimi danni per l’intera comunità Europea.

Voi mi direte: “e la sovranità del popolo Ucraino?”.

Perché, per 8 anni, fino ad oggi, qualcuno per caso si è interessato a tale problema?

Per concludere, si sarebbe potuto sicuramente scegliere anche la terza opzione, ovvero quella dell’osservazione senza intervenire nella disputa – alla maniera Svizzera, per intenderci – lasciando che i due contendenti dirimessero le questioni interne a loro modo, e stando solo attenti a che le cose non degenerassero, coinvolgendo altri stati Europei, ma no, non potevamo disattendere la “voluntas” Americana.

Perché il vero nocciolo della questione è tutto qui, ovvero noi stiamo stupidamente assecondando i voleri di uno Stato arrogante e prepotente che si arroga il diritto “divino” di comandare sull’intero mondo, senza che, per altro, nessuno gli abbia mai dato né l’autorizzazione né, tanto meno, l’investitura, e fino a quando non ci saremo scrollati di dosso queste pesanti catene, rendendoci conto che l’Europa unita potrebbe “fare il culo” agli americani in qualsiasi momento, continueremo ad occupare il posto che ci siamo ritagliati autonomamente: gli stupidi vassalli, bravi solo a fare i giullari di corte.

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