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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Il rischio è reale e molto alto

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Più si va avanti nella narrazione di quanto sta accadendo nel nord-est Europeo da parte dei media ufficiali e da quelli non ufficiali, e più mi rendo conto della totale disinformazione che viaggia in mezzo a noi, continuamente diffusa da un branco di cialtroni che si reputano giornalisti.

E tutto questo non tanto perché io voglia ergermi al di sopra di quanti scrivono o leggono le notizie scritte da altri, pretendendo di essere migliore, ma perché la continua diffusione di “propaganda” fine a se stessa, completamente decontestualizzata da quella che è la storia dell’umanità e da quelle che sono le storie delle due nazioni coinvolte in questa guerra, non può portare altro che danno ulteriore, in tutti i sensi.

Tanto per dare un esempio di quanto sto dicendo, basti pensare che due giorni fa l’università della Bicocca ha annullato l’esposizione di un professore che doveva illustrare il lavoro di Dostoevsky, solo per il fatto che si trattava di un autore russo (poi, per fortuna, è stata costretta a fare marcia indietro) o come ad un famosissimo direttore d’orchestra russo a cui sono state annullate tutte le date delle esibizioni.

Questi sono i danni che vengono provocati da un’informazione errata e, sopratutto, per delle notizie che vengono “guidate” sapientemente da chi ha interesse a ciò solo ed esclusivamente per portare acqua al proprio mulino.

Ma il problema più grande di tutto questo è che tale disinformazione serpeggia pure all’interno delle compagini governative dei vari paesi, Europei e non, riflettendosi, giocoforza, nelle azioni che vengono promosse e messe in opera dai rispettivi governi.

Basti vedere il nostro specifico caso, nel senso che abbiamo un Ministro degli Esteri che, nella sua vita, ha fatto un unico lavoro come venditore di bibite allo stadio e che, quindi, ho molta impressione che non sappia nemmeno di cosa si stia parlando, e purtroppo ha letteralmente in mano le leve di potere che potrebbero portare il nostro paese ad azioni assolutamente controproducenti.

C’è di buono che sono abbastanza sicuro del fatto che, prima di mettere in atto delle azioni potenzialmente dannose, sia gli altri Ministri che i personaggi che stanno dietro al governo, potranno intervenire impedendo la catastrofe.

Ma quello che più mi preme sottolineare, e del quale tutto ciò che ho sopra descritto è solo il prologo, è che attualmente in Europa siamo realmente in una situazione molto grave e sostanzialmente esplosiva, e vado a spiegare perché.

È fuori discussione, come ho già avuto modo di spiegare, che Putin, avendolo pianificato da oltre 5 anni, è del tutto intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi di minima, che sono la demilitarizzazione dell’Ucraina, la deposizione dell’attuale governo, sostituito, con molta probabilità, dal vecchio presidente Yanukovich, sicuramente filo Russo, avere la garanzia che la stessa Ucraina non entrerà mai nel Patto Atlantico e il riconoscimento del Dombass e della Crimea come territorio Russo o, per lo meno, sotto la protezione dello stato Russo. E ci riuscirà, poiché è estremamente determinato.

Ed è qui che arrivano i problemi, poiché gli occidentali, invece di ragionare sulla realtà dei fatti e provare a mediare in questo senso, ovvero dando le garanzie a Putin di non allargare ulteriormente la Nato – che, in sostanza, è estremamente logico e fattibile, senza che nessuno ci rimetta né la faccia, né, tanto meno, il prestigio internazionale – si stanno sempre di più radicalizzando, seguendo quelle che sono le direttive prioritarie degli Stati Uniti (che ricordo a tutti essere, fisicamente, ad oltre 8000 km di distanza, per cui, in pratica, “giocano molto sporco”) costruendo, metaforicamente, dei muri che diventano via via sempre più invalicabili.

E nel frattempo stanno ammassando anche armi “difensive” ai confini dell’Ucraina, rischiando ogni giorno di più, il classico “incidente” che possa scatenare quello che, a parole, nessuno vuole.

Ed è in questo contesto che la mia preoccupazione aumenta sempre di più, perché pochi sanno come in realtà può funzionare un conflitto a livello nucleare e nessuno si rende conto che basta veramente che una scheggia impazzita – volontariamente o fomentata, non ha importanza – apra il fuoco all’interno del territorio Ucraino e, di fatto, la Nato verrebbe coinvolta nel conflitto.

A questo punto, gli scenari che si aprirebbero lascerebbero realmente poche alternative, in quanto sia i capi di Stato Maggiore Russi che quelli Americani sanno perfettamente che, nel momento che si allargasse il conflitto, l’avversario avrebbe pochissimo tempo per reagire – poche ore veramente, se non minuti – e, di conseguenza, dovrebbe prendere delle decisioni quasi immediate valutando che la Nato è entrata, di fatto, nel conflitto, implicando, così, il coinvolgimento dell’intera Europa e degli Usa.

E vi posso garantire che i piani per un attacco nucleare sono estremamente chiari già da molto tempo, ai vertici dell’esercito sia Russo che Americano, e nell’esatto istante che l’ordine venisse dato, il famoso “bottone”, che poi non è proprio un bottone, verrebbe schiacciato, non per eseguire il lancio di una singola testata ma, viceversa, per colpire tutti gli obiettivi strategici, identificati negli anni dalle varie intelligence dei due paesi.

E per quanto riguarda il nostro paese, vi posso garantire che i primi due obiettivi colpiti sarebbero Sigonella ed Aviano, basi Americane di primo intervento nel nostro paese, dopodiché passerebbero a tutti i sotto obiettivi, come Verona, Roma e Napoli, oltreché alla Maddalena e la Sardegna meridionale.

Nel resto dell’Europa non andrebbe di certo meglio, come del resto succederebbe nella lontana – per modo di dire – America, che verrebbe immediatamente colpita dai missili lanciati dai sommergibili, che sicuramente, in queste ore, saranno già stati messi in preallarme rosso.

E la stessa cosa succederebbe dall’altra parte dell’Atlantico, con la partenza della contro offensiva nucleare su basi ed obiettivi strategici Russi.

In poche parole, sarebbe la fine di tutto quanto come lo conosciamo oggi, e lo spauracchio a lungo vissuto dai nostri padri e da noi, durante la guerra fredda, ovvero l’olocausto nucleare, si avvererebbe drammaticamente.

E se poi vincerà una parte o l’altra, credetemi, non potrà interessare a nessuno sulla faccia della Terra, poiché “dopo” nulla sarà più uguale.

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