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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Il popolo bue potrebbe diventare toro! 

Disegno di un toro

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Si è sempre detto che il popolo è “bue”, nel senso che difficilmente sarà in grado o avrà voglia di muoversi seriamente per manifestare il proprio dissenso contro i governanti, al di là di qualche solita manifestazione più o meno tranquilla.

Questo da sempre!

Ed è velocemente spiegabile il perché, in quanto il popolo ha sempre pensato di demandare ad alcune persone il peso delle decisioni e la gestione, appunto, di quella che si chiama “res publica” ovvero la cosa pubblica, anche perché, diciamocelo francamente, non ha tempo da dedicare a queste cose, piuttosto che alla propria vita e al proprio lavoro.

Ed è così che, nel corso dei secoli, alcuni uomini si sono sempre offerti di prestare i loro servizi per il bene comune, tentando di gestire la normale amministrazione di uno stato, e non sempre con buoni risultati, anche perché, nonostante, un tempo, i politici non venissero retribuiti, e ciò è rimasto invariato fino agli inizi dello scorso secolo, non tutti gli uomini che si prestavano per questo compito, complice anche l’euforia, per così dire, del “potere” in quanto tale, molto spesso chiamava, all’esercizio della politica, non sempre i migliori.

Altro fattore che minava la qualità del lavoro svolto e la presenza di personaggi di un certo livello, i cosiddetti “statisti”, era, per paradosso, proprio il fatto che non ci fosse una retribuzione commisurata all’impegno profuso; ed è così che molte persone, ritenendosi “capaci”, preferivano impegnarsi in attività remunerative.

Ma, senza ripercorrere 2 o 3 mila anni di storia politica e venendo ai giorni nostri, si può dire che il popolo è sempre stato abbastanza sornione e indifferente a quanto veniva fatto dai politici, a condizione che questo “fare” non desse loro più fastidi del previsto.

In alcuni periodi della storia, estremamente complessa nei governi di alcune parti del mondo, in special modo negli ultimi secoli, ci sono state delle eccezioni a tutto questo, ed esse riempiono i nostri libri di storia: dalla rivoluzione Francese a quella Russa, alla guerra civile Americana, chiaro simbolo di quanto sopra detto, alle innumerevoli rivoluzioni che ci sono state in giro per il mondo.

In pratica, ad un certo punto della storia, il popolo bue si è stufato e ha deciso di trasformarsi in Toro e porre fine ai soprusi che, da troppo tempo, lo attanagliavano.

In questo ultimo secolo, è stato deciso che l’uomo pubblico avrebbe dovuto essere ricompensato per il tempo dedicato alla gestione della cosa pubblica, dapprima con restituzione di quanto speso per gli spostamenti e la sopravvivenza nelle capitali dove era presente il Parlamento, e poi via via aumentando sempre di più i compensi percepiti, fino ad arrivare agli assurdi attuali, dove fare il politico è diventato un vero e proprio business, al di là di ogni mera considerazione sui principi portati avanti.

Questa situazione ha determinato una sorta di “sensazione di onnipotenza” in coloro che si definiscono – a torto – dei politici, se non addirittura degli “statisti”, che gli consente di fare e promuovere qualsiasi schifezza gli passi per la testa, con l’auto giustificazione: “tanto io sono io e voi non siete un ca…..”.

Fino al momento che il popolo bue non si incazza e diventa Toro, e allora state tranquilli che il sangue scorre a fiumi, come abbiamo potuto vedere nel passato.

A parer mio, siamo veramente molto vicini ad una situazione del genere, poiché i fattori scatenanti ci sono tutti: la pseudo pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, innescando nella gente, grazie anche alle dichiarazioni scellerate sia dei politici che dei media, un irrefrenabile terrore, assolutamente non giustificato; la terribile crisi economica che abbiamo passato negli ultimi 20 anni; un sovraffollamento che ci costringe a vivere a stretto contatto di gomito con i nostri consimili; e, dulcis in fundo, i continui e gratuiti errori marchiani che questa classe politica sta commettendo giornalmente.

È notizia di queste ore che in Canada la popolazione ha già iniziato a mettersi nei panni del Toro, assediando la sede del governo, e dove, per la paura di ritorsioni, il primo ministro Trudeau si è addirittura dileguato con la sua famiglia, andando a nascondersi in un luogo non ben identificato.

Badate bene che in tale luogo, attualmente, ci sono temperature intorno ai -20 o -30°, che non sono certo l’ideale per starsene in una piazza a manifestare per questioni politiche o di altro genere, eppure sta avvenendo.

Alcuni parlano di una colonna di oltre 3000 Tir che sta confluendo verso la capitale per dare peso alla protesta, e la situazione non è assolutamente né tranquilla, né sotto controllo.

Mi auguro veramente che la situazioni rientri nella normalità, con dei significativi passi indietro da parte dei governanti del Canada e di tutto il mondo, di modo che tutto torni, più o meno nella precedente normalità, senza dover assistere a scene di guerriglia urbana o, addirittura, di guerre civili.

Tuttavia, dubito fortemente che nella testa di molti dei nostri politici alberghi abbastanza buon senso da considerare e comprendere che siamo veramente ad un passo  dal disastro, per altro annunciato.

Sostanzialmente, per un meccanismo psicologico che li porta a dire: “tanto qui non succederà mai”. E’ proprio questa stupida equazione mentale che potrebbe essere la loro e la nostra rovina, in quanto non comprendono un fatto molto importante: l’essere umano è un animale molto strano, che risponde a delle leggi ben codificate e che conosce alla perfezione, anche se, talvolta, commette degli atti che vanno al di fuori della comprensione.

Ed uno di questi atti potrebbe essere un’azione per “simpatia”, se così si può dire, ovvero basta che da qualche parte del mondo scocchi una scintilla, facendo sì che ci sia qualche vittima per le proteste e le manifestazioni e il gioco è fatto.

L’incendio divamperebbe repentinamente nella maggior parte degli stati “rigoristi”, e si assisterebbe ad un vero e proprio massacro.

Perché c’è da dire anche un’altra cosa, a proposito del Toro, e cioè che, quando vede “rosso”, abbassa la testa e carica, fino alla morte!

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