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Baby gang, un fenomeno sociale in crescita

una banda di baby criminali mettono a ferro e fuoco un quartiere

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Di qualche giorno fa la notizia battuta dall’ANSA sul raid compiuto da una banda di adolescenti in un negozio londinese sulla Oxford Street. Secondo le prime indiscrezioni, i ragazzini hanno usato il canale social Tik Tok per darsi appuntamento al grande magazzino della catena Jd Sports.

Il loro incontro aveva un fine ben preciso: compiere una vera e propria incursione. Immancabile lo scontro con la polizia locale, che è intervenuta immediatamente. L’intera azione criminosa si è svolta sotto lo sguardo attonito di passanti e vacanzieri.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/11/raid-a-oxford-street-sale-lallarme-per-le-baby-gang_02fe8621-ff69-47ba-8c36-b2735800a406.html

Cosa s’intende per baby gang?

Si tratta di bande di ragazzi, la cui età, purtroppo, tende continuamente ad abbassarsi, che si rendono responsabili di azioni di microcriminalità. Un fenomeno che si ripropone con modalità sempre più aggressive e violente tanto da finire sotto la lente di ingrandimento di media, politici e forze dell’ordine.

Diamo uno sguardo a casa nostra, come stiano messi? Fortunatamente non siamo ancora annoverati nel guinness dei primati delle baby gang ad altissimo rischio, ma siamo sulla buona strada, se si continua a non intervenire con polso ancora più fermo dal punto di vista della imputabilità.

E già, perché bisogna sapere che l’imputabilità del soggetto minore è subordinata a un parametro cronologico, ovvero, fino a 14 anni la persona non è mai imputabile, perché nei suoi confronti è prevista una presunzione assoluta di incapacità, senza, cioè, prova contraria. L’art. 97 del Codice penale sancisce, infatti, che “non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni”.

Dunque, perché non entrare nella gang, visto che i ragazzini sono sufficientemente aggiornati sul fatto che se la caveranno al massimo con una singola “strigliata di testa”?

Vuoi mettere una vita da studente, figlio e individuo perbene, insomma, la classica esistenza piatta e banale dove nessuno ti considera di striscio, quale confronto potrebbe reggere con l’importanza di essere parte di una banda, con quei rituali di fratellanza e di appartenenza assoluta? E, se la gang è pure titolata, in quanto vanta un elenco di crimini da qui alle colonne d’Ercole, per aver compiuto saccheggi, maltrattamenti, e compagnia cantando, sarebbe il massimo per scriverlo alla voce “lavoro” sui propri profili social.

Certuni genitori avrebbero anche da che vantarsi delle “bravate” del proprio pargolo. In fondo, nella maggior parte dei casi, il contesto famigliare è il prototipo di una genia di delinquenti in erba, dedita a vari reati: spaccio di stupefacenti, detenzione illecita di armi, furti, e solo Dio sa cos’altro ancora; comportamenti delinquenziali appresi per imitazione, guarda caso, dalle principali figure di riferimento.

Baby gang da Nord a Sud Italia

Quella delle bande giovanili è una piaga sociale in forte aumento in Italia. Quali sono le gang note alle forze dell’ordine? In questo articolo mi limito a citarne solo alcune, quelle che sono balzate agli onori della cronaca per i reati commessi. Penso che, data l’estensione a macchia d’olio di questo fenomeno di devianza, sia presuntuoso avere una conoscenza completa. Interessante, però, lo studio “Le gang giovanili in Italia” effettuato da Trancrime. Il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale delle università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Alma Mater Studiorum di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia ha realizzato con il supporto delle analisi condotte dalle forze dell’ordine una mappatura a livello nazionale del fenomeno delle baby gang. Questa mappa restituisce una realtà fatta da 4 macro modelli di banda giovanile, definiti anche tenendo conto dell’attività sui canali social dei loro membri, delle loro caratteristiche anagrafiche e sociali, e della reiterazione del reato. Ad esempio, a Bolzano regna la Banda di Casanova, una gang di adolescenti di età inferiore ai 14 anni. I ragazzini si sono macchiati di diversi crimini: furti ai danni di coetanei, maltrattamenti di animali e sottrazione degli stessi.

Vibo Valentia, invece, ospita la nuova Banda della Magliana, i ragazzini che la costituiscono hanno pensato in grande, battezzando la propria gang con un nome che ha fatto storia nel mondo criminale. Un gruppetto di minorenni che non si sono dati da fare tra furti, acquisto di merce rubata, spaccio di droga e via dicendo.

A Napoli si muove la Paranza dei bambini legata al clan Sibillo, infatti, è anche nota come Paranza del Clan Sibillo. Il nome deriva dal loro capo, Emanuele Sibillo, il 19enne ucciso dalla banda rivale Buonerba. giovanissimi dediti allo spaccio, ricettazione, estorsione…

Il Salento vede muoversi nel mondo della microcriminalità gli Orfanelli, una baby gang passata sotto i riflettori mediatici per i comportamenti violenti ai danni del 66enne Antonio Cosimo Stano, hanno approfittato della situazione di disagio psichico dell’uomo, il quale, poi, ha perso la vita. L’accusa nei confronti dei minori è stata quella di tortura. Se fosse in vita Louisa May Alcott avrebbe materiale per un altro romanzo, stavolta, il titolo potrebbe essere “Piccoli criminali crescono”.

Per approfondimenti:

https://www.transcrime.it/wp-content/uploads/2022/10/Le-gang-giovanili-in-Italia.pdf

https://www.interno.gov.it/it/notizie/mappatura-nazionale-baby-gang-realta-aumento-italia

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