Con estrema probabilità, entro il mese di febbraio del 2025, la lenta ma inesorabile agonia dell’Ucraina e, soprattutto, del popolo ucraino, cesserà e si aprirà la nuova fase di normalizzazione e ricostruzione, fase nella quale potremo vedere i neri avvoltoi dell’economia europea e non, gettarsi sulle sofferenze e sulle disgrazie di un popolo, solo per fare dei grandi soldi con una finta solidarietà.
Obiettivi Militari Raggiunti
Dal punto di vista militare, la Russia di Putin ha ormai quasi raggiunto tutti gli obiettivi che si era proposta all’indomani del 24 febbraio 2022, quando ha dato il via all’Operazione Militare Speciale, invadendo con il proprio esercito i territori del Donbass.
Conferenza di Fine Anno
Come si può ascoltare tranquillamente dalla stessa voce di Putin durante la sua conferenza di fine anno, dove ha voluto illustrare tutto ciò che è stato fatto in questi quasi tre anni e dove ha, fra le altre cose, lanciato diversi avvertimenti sia al suo antagonista Zelensky – che per la verità non considera nemmeno – sia al futuro nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump.
https://tg24.sky.it/mondo/2024/12/19/putin-russia-conferenza-fine-anno
Conferenza Stampa di Putin
Durante le oltre 4 ore di conferenza stampa, Putin è stato subissato da una valanga di domande sia da parte di normali cittadini russi, sia da parte di tutti i media che si sono riuniti per l’occasione, nazionali e internazionali, amici e ostili, rispondendo punto su punto a quanto gli veniva domandato.
Distorsione dei Messaggi
È del tutto ovvio che, attraverso la sottile distorsione di quanto viene detto da un qualsiasi politico, estrapolando frasi o spezzoni di discorso, si può fare in modo che i messaggi lanciati da Putin siano “amichevoli” o viceversa “pericolosi”. Ma resta il fatto che, per analizzare più di 4 ore di conferenza stampa, sarebbe necessario che ognuno personalmente si guardi l’intero evento e ne tragga le personali conclusioni.
Situazione Militare in Ucraina
Quello che non va perso di vista assolutamente è lo stato delle cose al giorno d’oggi e, di conseguenza, l’effettiva situazione militare sul suolo ucraino, che vede l’esercito russo avanzare di diversi chilometri ogni giorno, non trovando ormai quasi più resistenza alcuna di fronte a sé, in quanto l’esercito ucraino – per quello che ne resta – è praticamente allo sbando e, nonostante gli infiniti aiuti militari ricevuti dall’Occidente, non ha sostanzialmente più i mezzi per poter opporre una significativa resistenza.
Prospettive Future dell’Esercito Russo
Senza entrare troppo nel dettaglio logistico, con estrema probabilità, in questi ultimi scorci del 2024 e nei primi mesi del prossimo anno, l’esercito russo si attesterà sulla testa di ponte rappresentata dal Dnepr, nel centro dell’Ucraina. Prenderanno quasi sicuramente Kramatorsk, fondamentale snodo di comunicazione, completeranno la messa in sicurezza dei territori di Donetsk e Lugansk e, per quanto riguarda la pseudo invasione ucraina sul territorio russo a Kursk, si riprenderanno l’intero territorio, mettendo in sicurezza i propri confini.
Azioni Strategiche nella Zona di Odessa
Probabilmente potrebbero esserci anche delle azioni condotte nella zona di Odessa, punto nevralgico e estremamente strategico nell’economia di guerra, in quanto è strettamente connesso con i territori separatisti della Transnistria, dove non dobbiamo dimenticarci che vi è una preponderanza di popolazione russofona, che vuole a tutti i costi l’indipendenza dalla Moldavia.
Situazione Europea e Aiuti Militari
Per quanto riguarda il comparto europeo, possiamo vedere, al di là delle roboanti dichiarazioni di qualche capo di Stato o di qualche poco lungimirante Presidente del Consiglio – come la nostra Giorgia nazionale – che vedono la possibilità di insistere “ad libitum” nella fornitura di aiuti militari all’agonizzante esercito ucraino. Con una Francia che ha praticamente defenestrato l’arrogante Macron, una Germania che deve fare i conti con le disastrose politiche della sinistra guidata dall’incolore Scholz e una Commissione europea che, bene o male, tenta di restare a galla in vista delle tempeste politiche in arrivo, non sembra che le idee siano molto chiare e certamente tutti stanno attendendo l’insediamento del “capo” Trump, al seguito del quale si accoderanno di buon grado.
Considerazioni Finali
Osservando la situazione con queste premesse, potrebbe apparire che tutto andrà nel migliore dei modi – per modo di dire, visto che stiamo passando letteralmente sopra a oltre mezzo milione di vittime innocenti – sempre che non ci siano degli “imprevisti” dell’ultima ora.
Riflessione Storica
Perché in tali situazioni bisogna studiare il passato per riuscire a capire il presente e non dobbiamo assolutamente dimenticare un antefatto accaduto ormai oltre 60 anni fa, quando nel novembre del 1963 il tanto osannato presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, venne brutalmente assassinato in quel di Dallas da un gruppo di killer prezzolati al soldo dei poteri militari deviati del paese.
Indagine sull’Assassinio di Kennedy
Vorrei ricordare che, proprio su questo giornale, è stata pubblicata un’interessantissima indagine balistica sviluppata da Nicola Bandini, che dimostra senza ombra di dubbio come sia assolutamente impossibile che l’assassinio del presidente Kennedy sia stata opera di un solo tiratore (come tutti i massimi media vogliono continuamente farci credere).
Il Potere Militare nella Storia
In uno splendido film, “JFK: un caso ancora aperto” di Oliver Stone, vengono riportati tutti quei motivi che potrebbero darci un’esatta idea di quello che, puntualmente, nella storia umana, si ripete da svariati secoli, ovverossia che il potere militare ed economico passa sempre sopra a tutto, senza distinzione e senza preoccuparsi minimamente delle sofferenze delle popolazioni e dei morti che ciò potrebbe comportare.
La Visione Pacifista di Kennedy
Infatti, tanto per ricordare rapidamente ciò che è avvenuto oltre 60 anni or sono, bisogna tener presente che Kennedy, da quel buon pacifista che era, aveva già predisposto il ritiro dei “consulenti militari” statunitensi dal teatro di guerra del Vietnam per il dicembre del 1965 e aveva la precisa intenzione di chiudere definitivamente quella brutta parentesi nell’estremo oriente.
E questo non poteva essere tollerato dal potere politico-militare del paese, che se ne fregava altamente del male che avrebbe potuto derivare da una guerra prolungata nel tempo: l’unica cosa che gli interessava era di poter perpetuare il proprio controllo e potere, nonché i lauti guadagni che l’intera industria bellica garantiva ai vertici.
L’Impegno di Lyndon Johnson
Tanto è vero che lo stesso Lyndon Johnson, nuovo presidente dopo la morte di Kennedy, si adoperò con tutte le sue forze per fare in modo che la presenza americana nel sud-est asiatico non avesse fine e, anzi, venisse incrementata senza soluzione di continuità.
Costi della Guerra in Vietnam
Ed è per questo che, poi, la guerra in Vietnam é continuata, come ben sappiamo tutti quanti, fino a tutto il 1975 – ben 12 anni dopo la morte di Kennedy – con dei costi in termini di vite umane, economici e morali per tutto il mondo, assolutamente sproporzionati sotto qualsiasi altro profilo.
Esempi di Interventismo Militare
Questo, probabilmente, é l’esempio più eclatante che si possa ricordare, ma si potrebbe continuare all’infinito, citandi altri casi di potere militare che è intervenuto affinché le guerre iniziassero o non avessero fine, solo per il proprio tornaconto e, soprattutto, senza tener in nessun conto la vita umana e i disastri che ne sarebbero potuti derivare.
Riflessioni su Altri Conflitti
Basti pensare all’invasione del Kosovo nel 1995 o alla prima guerra del Golfo, e la storia si ripete costantemente senza possibilità di sbagliarsi.
Possibili Sviluppi nel Conflitto Ucraino
E la stessa cosa potrebbe, dico potrebbe, ripetersi anche oggi nel teatro di guerra dell’Ucraina o, peggio ancora, coinvolgendo e infiammando ulteriormente lo scenario Medio-Orientale – Siria, Qatar, Iran, Israele – solo al fine di protrarre indefinitamente i guadagni derivanti dal comparto bellico-militare.
La Visione di Trump e i Democratici
A maggior ragione, visto che Trump è sostanzialmente un imprenditore puro e, come tale, preferisce eliminare tutte le guerre, poiché impediscono al mondo imprenditoriale di prosperare e fare affari. Considerando che, viceversa, il mondo dei Democratici è composto da guerrafondai storici – Bush, Obama, Biden, tutti fautori delle massime guerre della fine dell’ultimo secolo e dell’inizio del nuovo millennio – la conclusione logica potrebbe anche essere qualche mossa a sorpresa che “rompa le classiche uova nel paniere” a chi, al contrario, voglia perseguire la pace a tutti i costi.
Riflessioni Personali sui Rischi
Personalmente non penso che ci siano pericoli sotto questo profilo, ma conoscendo la perversione di un certo mondo, non resterei stupito più di tanto se all’improvviso si presentasse sullo scenario internazionale un fatto nuovo che rimescoli tutte le carte del gioco in corso.
La Stabilità Garantita da Putin
Uno dei fattori che potrebbe essere una solida garanzia affinché ciò non succeda è il fatto che dall’altra parte del tavolo c’è un Vladimir Putin e non un qualsiasi Saddam Hussein o Milošević, che dir si voglia, e questo fatto potrebbe essere sufficiente per evitare qualsiasi “colpo di coda”, anche perché, in caso contrario, come appunto già detto dallo stesso Putin, le conseguenze potrebbero essere realmente devastanti.
Osservazioni sul Futuro
Ad ogni buon conto, stiamo sul pezzo e osserviamo tutto ciò che il prossimo futuro ci riserverà, sperando vivamente che nessuna “testa calda” voglia metterci sotto l’albero dei regali non proprio graditi.