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Aspettative genitoriali, quali conseguenze per i figli?

Bambino volge le spalle al padre con espressione contrita

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La nascita di un figlio è la realizzazione di un atto d’amore, una piccola creatura ha il potere di far sentire la coppia completa e realizzata.

Dalle notizie di cronaca si apprende che, il più delle volte, le persone sono disposte a tutto pur di avere un figlio, seguendo, così, anche vie traverse e illegali, come se ogni mezzo fosse lecito per realizzare il proprio sogno di famiglia perfetta.

All’interno della coppia, il nascituro porta gioia e rappresenta la concretizzazione dell’amore supremo ma, al contempo, il nuovo individuo potrebbe creare momenti di tensione e angoscia, provocate dal timore di inevitabili cambiamenti all’interno della vita dei neo genitori.

Che dire, poi, delle frustrazioni generate da delle aspettative che non possono essere soddisfatte?

Proprio alle aspettative genitoriali bisogna porre particolare attenzione, in special modo se la coppia ha un solo figlio, il quale potrebbe diventare oggetto e strumento di attese e proiezioni future.

Nella propria creatura, il genitore vede la continuità dopo la sua morte, o anche il riscatto da una vita che non ha potuto vivere come desiderava. Cosa accade quando quell’idea di figlio perfetto va a infrangersi sul figlio in carne e ossa, che poi tanto perfetto non è, perché presenta problemi a livello fisico o psichico?

Qual è la reazione dei genitori nei confronti della loro creatura, a lungo investita da molteplici attese che rimarranno illusorie e non troveranno mai piena realizzazione?

I genitori abbigliano il figlio con il loro vestito ideale che, non essendo della sua giusta misura, può stargli stretto o largo e, comunque sia, è motivo di disagio e frustrazione.

Il figlio non fa scelte sue, ma sono papà e mamma a decidere per lui, pianificano ogni attimo della sua giornata, ignorando che i loro comportamenti bloccheranno il normale sviluppo di una vita distinta.

Non solo percosse, abbandoni e condotte palesemente violente costituiscono abuso su minore, ma anche la situazione sopra descritta potrebbe costituirne le premesse.

Una grande studiosa che si è interessata al tema degli abusi psicofisici su minori e alle loro conseguenze in età adulta è stata la psicoanalista svizzera, Alice Miller, che nel suo libro “La persecuzione del bambino” ha scritto: “…esistono mille forme di crudeltà che, fino a oggi, non sono ancora state esplorate, perché le ferite inflitte al bambino e le loro conseguenze sono ancora poco conosciute. Nella maggior parte delle persone si possono identificare le seguenti singole tappe: subire da piccoli ferite che nessuno considera tali; non reagire con ira al dolore; mostrare riconoscenza per essere, come si dice, beneficiati; dimenticare tutto; in età adulta, scaricare su altre persone tutta la rabbia immagazzinata, o dirigerla contro di se stessi”.

La conferma a tutto questo sono le situazioni paradossali che vedono protagonisti molti adolescenti e, ahimè, anche adulti che hanno avuto genitori che li hanno educati collocandoli nella loro cornice idealizzata di figlio.

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