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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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A cosa è servita tutta questa manfrina

Calcolatrice circondata da denaro contante

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Come ogni “fatto” che accade nella vita di ognuno di noi, nella vita della collettività o nel normale svolgersi della vita in genere, ha delle spiegazioni più o meno razionali che si debbono andare a ricercare al fine di avere il quadro esatto della situazione, così lo è quando il tuo datore di lavoro ti licenzia apparentemente senza motivazioni – apparenti, per gli altri – sicuramente ben conosciute da te, personalmente e dal tuo stesso capo (a meno che il tuo capo non sia proprio un essere irrazionale per eccellenza), e analogamente succede quando, come in questo frangente, una legislatura finisce anticipatamente per problemi di mancata fiducia fra un parlamento e il governo in carica.

Nella situazione contingente attuale è del tutto ovvio che, con moltissima probabilità, mai si riuscirà a conoscere le vere motivazioni per le quali tale “rottura” dei rapporti di fiducia – o per lo meno di sostegno – all’attuale compagine governativa, siano venuti a mancare, e altresì “chi” sia il vero artefice di tutto questo sconquasso.

Noi, “osservatori” esterni a tale situazione, possiamo solo ed esclusivamente cercare di trarre delle conclusioni dai fatti puri e semplici che possiamo vedere od ascoltare dai vari organi di stampa – più o meno propagandistica – che quotidianamente ci sommergono letteralmente di “analisi”, “giudizi” o “interpretazioni” dell’accaduto, spesso e volentieri artificialmente costruiti per l’interesse dei relativi “padroni”.

A me, personalmente, importa ben poco sapere se la colpa sia da attribuirsi a Salvini, Berlusconi, Conte o all’intero P.D. (tenderei a scartare questa ultima ipotesi, in quanto il Partito Democratico è forse l’unico, insieme ai 5 stelle, a non trarre alcun beneficio dalle prossime imminenti elezioni), ma quello che mi interessa realmente è il “perché” sia stato fatto ciò e, sopratutto, quale sia il vero “fatto nuovo” che ha determinato la fuoriuscita dei 5 stelle dall’esecutivo e, di conseguenza, la rottura del governo stesso.

Conoscendo abbastanza bene i meccanismi che regolano l’andamento della vita di un parlamentare nel nostro ordinamento politico – di seguito il link dove vedere chiaramente quanto sto scrivendo – , considerando che le elezioni “devono” essere indette obbligatoriamente dopo un lasso di tempo dallo scioglimento delle camere, non inferiore ai 30 giorni e non superiore ai 60 giorni, e osservando che le nuove elezioni, contrariamente a ciò, sono state fissate dopo 65 giorni dallo scioglimento, si può ben capire quale sia il fondamentale “motivo” che ha guidato le decisioni di Conte e del suo entourage.

Non strani disegni politici o calcoli elettorali, non altisonanti motivazioni di carattere ideologico, ma bensì un mero conteggio cosiddetto “della serva”.

Ovvero, al netto dei conteggi che ogni parlamentare dimissionario ha potuto fare, sapendo che la prossima legislatura vedrà una contrazione nel numero degli eletti, dagli attuali 935 ai futuri 600 – 200 al senato e 400 alla camera – e presa coscienza che molti di loro non saranno mai rieletti nel nuovo “esecutivo”, aggiungendo per ulteriore loro impedimento il fatto che, restando all’interno del movimento 5 stelle ed avendo già fatto due mandati, senza ipotetico cambio delle regole non avrebbero nessuna possibilità di farsi rieleggere (per lo meno la stragrande maggioranza di loro) e, in aggiunta, sapendo che il termine affinché scatti la “pensione” o, per meglio dire, “vitalizio”, coincide con il 22 di settembre (4 anni, 6 mesi e 15 giorni di legislatura), ben si vede che il 25 settembre è successivo di 3 giorni, per cui gli garantisce di avere un minimo di paracadute economico che non li costringa ad andare a cercarsi un lavoro, cosa che, fra parentesi, molti di loro mai hanno fatto in vita loro.

https://web.camera.it/parlam/bicam/rifcost/dossier/dspro081.html

Come si può ben vedere, è estremamente difficile riuscire a scorgere in tutto ciò un “alto profilo ideologico”, e come lo fa a me, personalmente spero che contribuisca a generare in tutte le persone che verranno a conoscenza di tali fatti, lo stesso identico disgusto.

Per quanto riguarda le motivazioni che hanno mosso il super Mario Draghi a “gestire” la crisi in un modo, oserei dire, abbastanza arrogante e stupido – se vista da fuori – e che, di conseguenza, ha scatenato le reazioni quasi scomposte di tutto il centro destra, è da ascriversi quasi esclusivamente al fatto che, conoscendo molto bene la disastrosa situazione economica che il nostro paese sta attraversando, e sapendo altrettanto bene che, con molta probabilità, è in arrivo, in autunno, una super tempesta finanziaria ed economica, praticamente “perfetta”, ha deciso di agire in modo tale che le reazioni, da parte di tutti i comprimari, fossero assolutamente favorite, se non “obbligate”.

Non voglio esprimermi ulteriormente sui sentimenti che nutro personalmente verso tutti questi “giochetti” meramente vergognosi, anche perché mi pare di aver già detto abbondantemente, sia in questo articolo che nei precedenti scritti, cosa realmente ed umanamente penso di questi “poveracci” che sono attaccati solo ed esclusivamente ai soldi facili, ma vorrei sottolineare che, al momento attuale, ciò che sarebbe veramente necessario al nostro paese per avere una minima speranza di uscire da questo infinito abisso nel quale ci hanno sprofondato i suddetti personaggi, è una drastica azione che ponga fine a tutto ciò.

Ma di questo, viste anche le mie personali decisioni di questi ultimi giorni, avrò modo di parlare in seguito, con dovizia di particolari.

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